Ieri era il 5 maggio, data che diversi appassionati di calcio associano alla seconda squadra di Milano e non alla poesia di Alessandro Manzoni – anche se trattandosi di un ricco milanese un po’ bigottone e immancabilmente senatore, molto probabilmente era interista, e quel giorno in effetti emise un mortal sospiro. Tuttavia, visto che non facciamo che chiederci se quella del nostro NaPioleone sia vera gloria, le nostre Pagelle Senza Voti riprendono rime del rap più famoso di quello scrittore che siete stati costretti a studiare perché all’epoca non c’erano molti nomi disponibili, un po’ come per la nostra panchina.
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Sportiello – AL DISONOR DEL GOLGOTA GIAMMAI NON SI CHINÒ
Se c’è uno al quale questo pareggio interno non è imputabile in nessun modo, è lui: subisce 3 gol grazie a 2 tiri in porta, 1 dei quali su rigore. Siamo a 9 subiti in campionato: in questa classifica siamo in testa, come in quella degli espulsi (8). Peccato che la gente non sappia apprezzare queste piccole soddisfazioni.
Florenzi – TIENE UN PREMIO CH’ERA FOLLIA SPERAR
Trova un gol da demone dell’area in una fasa in cui prende per mano la squadra e la spinge avanti. Suo anche l’angolo che pesca benissimo Gabbia per il 2-2. Certo che tutta ‘sta qualità in attacco, e poi a buttarla dentro ci devono pensare il terzino e lo stopper. (da quant’è che non leggevate la parola “stopper”? Che nostalgia, vero?)
Gabbia – CADDE, RISORSE E GIACQUE
Il Genoa praticamente non attacca mai, e buon per noi perché appena lo fa trova qualcosa: il primo tentativo serio si trasforma in gol perché Ekuban svetta sul nostro stopper (da quant’è che non leggevate la parola “stopper”?) (…bugiardi, è proprio qui sopra). Per fortuna risorge perché in avanti è un valore aggiunto, e mette di nuovo in rete uno dei nostri calci d’angolo.
Tomori – ATTONITA, LA TERRA AL NUNZIO STA
L’uomo su cui abbiamo costruito la nostra difesa è soggetto a fesserie che ci lasciano totalmente attoniti. Gli concediamo l’alibi del clima surreale, la contestazione della curva, eccetera, avrà sbagliato anche per quello. Ma non è affatto vero e lo sappiamo.
Théo Hernandez – RIPENSÒ LE MOBILI TENDE, E I PERCOSSI VALLI, E IL LAMPO DE’ MANIPOLI, E L’ONDA DEI CAVALLI
Sì, a volte si vede che sta ripensando nostalgico a tutti questi lampi de’ manipoli cui ci aveva abituati, e parte scavallando eroicamente, avvicinandosi anche al gol (colpo di testa nel primo tempo, girata al volo a fine partita) e forse sciupandone uno (la ripartenza in cui potrebbe passare a Giroud e soprattutto a Leao liberissimo, ma poi preferisce pantofolare sul portiere). Ma in tutto questo, il Genoa trova tre gol sulla sua fascia di competenza. Se magari nei ritagli di tempo vuole ripensare a questo…
Bennacer – DALL’ALPI ALLE PIRAMIDI, DAL MANZANARRE AL RENO, DI QUEL SECURO IL FULMINE TENEA DIETRO AL BALENO
Ma Manzoni era proprio securo di scrivere in italiano? In ogni caso, qui è chiaro cosa intendesse: a Isma è successo qualcosa nel passaggio dal nostro campionato alla Coppa d’Africa, dalle Alpi alle Piramidi (che poi, ok, si è giocato in Costa d’Avorio, ma all’epoca come è noto era attaccata all’Egitto), e se già prima non era un fulmine, ora tonneggia pesante come un baleno. Il maschio della balena. No? Siete securi?
Chukwueze – L’ANSIA DI UN COR CHE INDOCILE SERVE
Il 70% del suo gioco è ansioso e irragionevole, però oltre all’assist per Florenzi inanella una quantità ragguardevole di spunti, dei quali i compagni fanno spuntini, mangiandoseli – soprattutto Reijnders, pescato due volte in area, inutilmente. La gara è omologata dal suo tradizionale gol in fuorigioco: l’immagine è netta, e incredibilmente arriva due minuti dopo l’annullamento, non c’è nemmeno gusto.
Reijnders – EI FU. SICCOME IMMOBILE
Partita a strappi, con inconsulti risvegli e saporose dormite. La cosa migliore della sua partita è al 90°, un tiro che il portiere devia sul palo e in corner, ma il non precisamente capace sig. Prontera lo vanifica inventando di sana pianta un fallo di TheoHernandez. La cosa peggiore della sua partita però era stata il buco su Thorsby pochi minuti prima, dovuto forse anche alla sua difficoltà nel capire come difende la nostra squadra. E un po’ lo capiamo.
Pulisic – VERGIN DI SERVO ENCOMIO
Dovrebbe voler dire che i complimenti non sono ruffiani, e tutto sommato è vero: nel primo tempo è uno dei pochi a credere nel pareggio, colpendo un palo e costringendo poi il portiere a togliere un suo tiro da sotto la traversa. Nel secondo tempo cala, ma mette sul piede di Giroud il pallone per il 3-2.
Leao – SCOPPIÒ DA SCILLA AL TANAI, DALL’UNO ALL’ALTRO MAR
Fa qualche tentativo, ma è tutto fuorché imprendibile per il suo avversario (De Winter, che non è propriamente Berti Vogts). Quando tira, non è mai pericoloso. Sarebbe esagerato dire che scoppiò, ma più che Scilla o Tanai pare di vedere in campo Tananai.
Giroud – IL DIO CHE ATTERRA E SUSCITA, CHE AFFANNA E CHE CONSOLA
Ci eravamo persuasi che fosse sprofondato in una tale depressione da non segnare mai più, e il modo in cui tira una punizione dal limite o butta fuori il passaggio di Okafor ci atterra e affanna. Poi, il sinistro al volo che ci suscita e consola. E forse suscita sorpresa anche in lui.
Okafor – AHI! FORSE A TANTO STRAZIO CADDE LO SPIRTO
Sembra entrare in partita magnificamente, con l’iniziativa con cui quasi manda in gol Giroud. Ma forse davanti a quella desolazione, gli cade lo spirto – e a chi non cadrebbe.
Adli – OH QUANTE VOLTE AI POSTERI NARRAR SE STESSO IMPRESE
Sembra sempre intento a dipingersi nei panni del leader che entra e con piglio gagliardo prende la situazione. La realtà è un pochino diversa, anche se una palla buona la mette in area, nei minuti di recupero, per Theo Hernandez che la alza al volo sopra la traversa.
Kalulu – COME SUL CAPO AL NAUFRAGO L’ONDA S’AVVOLVE E PESA, L’ONDA SU CUI DEL MISERO ALTA PUR DIANZI E TESA, SCORREA LA VISTA A SCERNERE PRODE REMOTE INVAN; TAL SU QUELL’ALMA IL CUMULO DELLE MEMORIE SCESE.
Non è chiarissimo, vero? E non lo è nemmeno il motivo di affrettare il suo ritorno in campo, per la difesa a 3. Comunque, a quel che si può scernere, non una gran bella idea.
Thiaw – AI POSTERI L’ARDUA SENTENZA
Anche lui, come Kalulu, entra per puntellare la difesa. Fa autogol. Del tutto involontariamente, sia chiaro, però pone un affascinante interrogativo: difendiamo peggio con 4 o con 3 difensori? Posteri, rispondete. Ci troverete sempre qui. Noi.