Milan-Fiorentina 1-0: le Pagelle Che Non Lo Erano

Il 1 maggio è da sempre, oltre che la Giornata Internazionale del Lavoro, l’Ambra Angiolini Day. Ogni anno scende immancabilmente in piazza a presentare il Concertone del Primo Maggio: fino a qualche tempo fa, visto chi era il suo compagno prima di Massimiliano Allegri, abbiamo pensato che la sua perenne disponibilità fosse dovuta al desiderio di ascoltare – almeno un giorno l’anno – musica passabile. Naturalmente, un’altra ipotesi è che sia l’unico giorno in cui non concede una delle sue interviste di rimarchevole monotonia, dato che il 1 maggio i giornalisti non lavorano. Comunque sia, in omaggio alla presentatrice che come tutti sanno, ha anche recitato con grandissima sensibilità in film sensibilissimi, le Pagelle Senza Voti di Milan-Fiorentina sono dedicate alle sue più irrinunciabili interpretazioni.
 
Maignan – TUTTI AL MARE
Film pieno di romanità (Gigi Proietti, Marco Giallini, Valerio Mastandrea, Ninetto Davoli, Francesco Montanari, Rodolfo Laganà: manca solo Lotito) che chi scrive non ha visto – ma pare sia un’esperienza diffusa, a cominciare dai romani. Ce ne appropriamo per il nome – perché se fosse entrato il colpo di testa di Cabral sul quale è volato, ce ne potevamo andare davvero tutti al mare.
Calabria – IL SILENZIO DELL’ACQUA
Miniserie in prima serata su Canale 5 che ha superato di poco i 2 milioni di spettatori, oscillando tra il 9 e l’11% di share. Ricorda la partita del capitano: qualche tentativo di arrembaggio, un doppio tentativo di tiro – rimpallato il primo, stratosferico il secondo – ma soprattutto un numero importante di chiusure difensive, sulle quali fa ripartire subito la manovra. Come l’intensa fiction interpretata dall’intensissima Ambra, la sua partita viene apprezzata da pochi competenti. E anche da noi, che siamo intensamente incompetenti.
Tomori – IL PIACERE DELLA SEDUZIONE SINCERA CHE NON CERCA GIUSTIFICAZIONI
Malgrado le apparenze non è un film drammatico al quale Ambra ha regalato una delle sue più drammatiche (e intense) interpretazioni, bensì una canzone tratta dal suo quarto sfortunato album (InCanto, 1999) che secondo una molto partecipe Wikipedia fu penalizzato dalla scarsa distribuzione ma anche dal fatto che l’artista “andava ormai definitivamente evolvendosi”. A qualcuno il titolo sembrerà pretenzioso (specie dopo le più sbarazzine, ma non meno intense T’appartengo e Ti stravoglio) ma era avanti di vent’anni, anzi, ventitré – visto che non sapremmo trovare migliori definizioni della partita di Fikayo, e della calma possente con cui, una volta prese le misure, tiene a bada gli attaccanti avversari.
Kalulu – VENGO ANCH’IO
Film di Nuzzo e DiBiase, probabilmente comico (ma è una nostra illazione). Il titolo descrive la situazione che si viene a creare soprattutto nel secondo tempo: dopo aver contribuito a rintuzzare gli antipatici attacchi della Fiorentina nel primo, nella ripresa Pierre si avvede che gli avversari se ne stanno un po’ sulle loro e cerca di unirsi ai nostri sforzi offensivi, tentando sia l’avanzata baresiana al centro che l’alternanza con Calabria sulla fascia destra.
TheoHernandez – CE N’È PER TUTTI
Oscuro film, sicuramente intenso, il cui titolo rende l’idea dello stato di forma di Theo: oltre a sgasare in attacco, recupera imperioso in difesa (provvidenziale nel primo tempo su Gonzalez). Bello il suo gol annullato, brutta la sua conclusione dal vertice dell’area piccola 5 minuti dopo, sfortunata la sua irruzione in area su imbeccata di Tonali – con controllo in corsa e tocco troppo alto su Terracciano in uscita, fosse entrata sarebbe stato un gioiellino. Non fa mancare ai suoi haters un colpetto col gomito sulla guancia di Torreira, che oggi troverete ritwittato in lungo e in largo come fermo-immagine. Non è un crimine efferato, ma coi tempi che corrono rischia grosso.
Kessié – AL POSTO TUO
Finalmente la voglia dei compagni lo contagia un pochino (…meglio tardi che mai) e gioca una delle sue migliori partite quest’anno, Intendiamoci, niente di spettacolare, però manda in porta Giroud nel primo tempo, costringe Terracciano al salvataggio di piede nel secondo, e dà il suo contributo a bloccare le iniziative di Ambrabat e Saponambra. Detto questo, cosa c’entra il titolo? Ebbene, al posto di Kessié voi andreste a Barcellona? Non gettereste il contratto dalla finestra giurando sempiterna lealtà a questa squadra? Una cosa così.
(va bene, sta in piedi a malapena) (lo ammettiamo, la scelta di Ambra come soggetto delle pagelle è stata un po’ azzardata, ma quest’anno niente è facile, su questo sarete d’accordo)
Tonali – PER TUTTA LA VITA
Corre e litiga, ringhiando e gattusando, cercando anche di innescare i compagni. Quando si rivolge all’arbitro dà la sensazione di aver già tolto la fascia a Calabria, che è troppo buono per metterli in soggezione. Deve decisamente lavorare sui calci piazzati, perché è vero che di tempo davanti ne ha tanto – ma noi, con tutte queste partite piene di stranguglioni, rischiamo di averne davanti pochissimo.
Messias – FAVOLA
Debutto come attrice, nel quale A.A. interpreta una giovane e umile commessa di Roma che alla fine sposa un principe. Questo è quanto apprendiamo sempre da Wikipedia, perché ci siamo persi anche questa sensazionale pellicola. Proprio come non ci pare di ricordare tiri di Messias, il cui compitino sulla fascia gli vale l’uscita dopo 10 minuti di secondo tempo. Resta il sospetto, ancorché senza controprova, che lui avrebbe operato meglio di BrahimDiaz su certi palloni in mezzo. Però se vuole realizzare il suo sogno di Cenerentolo e sposarci, deve giocare più Lazio-Milan e meno Milan-Fiorentina.
Giroud – SATURNO CONTRO
Si capisce da subito che non è giornata. A parte il gol sbagliato in modo drammatico dopo un quarto d’ora, sembra non intendersi mai coi compagni, ai quali dà anche un paio di palloni preziosi (Leao al 47°, Kessié al 51°). Si sbatte, corre e pressa in ogni singolo minuto come sempre, va a fare a spallate con ogni passante, ma forse giocare di pomeriggio non gli porta fortuna.
BrahimDiaz – IMMATURI 2
Il seguito di un film che già avevamo visto con animo afflitto: tanti palloni persi e fuori misura, come se non sapesse assolutamente mai che cosa fare, a chi passare, se azzardarsi a tirare. Continuiamo a pensare che sia meglio di così, e che forse c’è un problema di posizione. Viene risolto quando Pioli gliela trova, in panchina.
Leao – GIAN BURRASCA
Malgrado Ambra Angiolini abbia una gamma di espressioni unica (nel senso che ne ha una) (ma intensissima) in questa serie non recitò come protagonista; in compenso Rafa vent’anni dopo avanza la sua candidatura per la parte del ragazzo che fa ammattire tutti quanti, avversari e tifosi. Lascia più volte sul posto Venuti, ma alla fine dei suoi strappi in avanti non trova mai qualcuno in mezzo; in compenso Giroud trova lui a centro area, ma si sa: quando il tiro sembra facile, non fa per lui. In compenso, all’82° solleva San Siro dopo aver intercettato il rinvio di Terracciano. All’88° – molto probabilmente subisce fallo in area – ma allora Kjaer contro la Roma, eh?, eh?, EH???
(…eh?)
Rebic – LE FATE IGNORANTI
Come fata, così così – ma come ignoranza, non prende lezioni da nessuno. Sbuccia palloni a caso, insegue avversari minacciosamente, appare in zone di campo imprevedibili, sbatacchia via un paio di occasioni, eppure dà la sensazione di dare una scossa decisiva alla partita, trascinandola nella palude dell’assurdità, nella quale sguazza autorevole.
Krunic – LA SCELTA
Quando il gioco si fa duro, far giocare i duri è da dilettanti: far giocare Rade, è la scelta dei veri uomini. Entra prima del solito, per portare il suo buonsenso – e i suoi spintoni – là dove prima svolazzava BrahimDiaz.
Ibrahimovic – JURASSIC PARK
Ambra nella sua interpretazione più riuscita: la resina che dopo aver intrappolato cantanti rinunciabili e allenatori di serie A, invischia insetti un po’ fastidiosi, contribuendo a portare nel presente un po’ di DNA d’altri tempi. Zlatan come contro la Lazio fa fare al Milan uno scatto di autostima, che si avverte soprattutto quando, dopo il gol, la squadra attacca invece di arretrare pericolosamente. Volendo dà un suo contributo anche al gol, incombendo sul portiere avversario – ma così dicendo sembra che stiamo cercando di giustificare il suo ingresso; in realtà, per quanto ci riguarda, è sempre giustificato.
Bennacer – AMBRO
Si fa l’ultimo quarto d’ora al posto del Presidente dimissionario, e sembra tutt’altro giocatore rispetto al compassato geometra delle sue prime partite: corre, recupera e va all’assalto come se un altro centrocampista si fosse impossessato di lui. Pensavamo anche di aggiungere che entra in campo con lo spirito di un giocatore dell’Ambrì Piotta ma sarebbe un po’ di nicchia, meglio ritirarci finché vi limitate a tamburellare le dita sul tavolo e prima che iniziate a tirarci degli oggetti.

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