La notte degli Oscar! L’autocelebrazione della macchina da spettacolo hollywoodiana richiama (anche se naturalmente, con minore sfarzo) la macchina da spettacolo che si è vista ieri a San Siro: ecco quindi che le nostre pagelle tematiche si ispirano ai vincitori della AMBITA STATUETTA. Siccome chi scrive non ha la minima idea di chi sia candidato o chi vincerà, e non ha tampoco voglia di interessarsene, i voti sono basati sulle performance dell’anno scorso, che alla fine è la stessa cosa.
ABBIATI – Bruce Dern – Nebraska
Trama: un vecchio fallito crede che la vita gli abbia dato una nuova chance. Chi ha visto il film (ma probabilmente non c’è bisogno di dirvelo, lo avrete visto anche voi, almeno due volte) spiega che è stata una grande performance da parte dell’anziano e mai trascendentale attore, con uno slancio decisivo nel secondo tempo; nonostante questo, il Palazzo si è ben guardato dal dargli l’AMBITA STATUETTA, e per sicurezza hanno asfaltato tutte le sei nomination della pellicola. Bastardi. Di più: #bastardi
BONERA – Jared Leto
La gente esce dal cinema dicendo: “Ma era davvero lui? Che bravo – certo che era irriconoscibile”.
(un’antifona gigante, con dei disegni esplicativi e scritta in stampatello SONO UN’ANTIFONA sta andando in direzione di Brescia, vediamo se la capisce)
RAMI – Steven Price
L’ex chitarrista inglese (di scarsa notorietà, invero) (non googlate, tanto c’è poco o niente) ha ricevuto l’AMBITA STATUETTA per la colonna sonora di Gravity, che innegabilmente tutti noi fischiettiamo spesso. No, non è vero. La verità è che vince trascinato da tutte le altre nomination – ma se non altro, non stona.
BOCCHETTI – Matthew McConaughey
Dinamico e carismatico come il premiato protagonista di Dallas Buyers Club, dimostra di non essere solo bello.
ANTONELLI – Chiwetel Ejiofor
Il Milan lo ha preso nel 2004, è stato capitano della Primavera, ma solo ora gli abbiamo reso la sua libertà, dopo che è stato 12 anni schiavo del nostro essere a posto così.
DE JONG – Tom Hanks
Nominato per Captain Phillips, si batte meglio che nelle ultime interpretazioni ma conferirgli l’AMBITA STATUETTA sarebbe troppo. Come del resto chiamarlo Captain.
POLI – Angela Lansbury
In Italia è conosciuta praticamente solo per La signora in giallo, la perspicace donna il cui solo palesarsi è presto accompagnato dalla morte. Ma visto che oltre al consueto impegno, a ben guardare, ci sono anche alcuni momenti di inaspettata brillantezza, sia a lui che all’Angelona spetta un premio onorario, via.
MONTOLIVO – George Clooney
Il suo film fa incetta di premi, e lui riesce a non segnalarsi: ci vuol tutta. Ma in fondo non ha bisogno del premio: è una statuetta lui medesimo.
BONAVENTURA – La grande bellezza
D’accordo, se la doveva vedere con un film cambogiano, una pellicola palestinese costata due sacchi di olive, e un dolente film belga; tuttavia ha imposto la sua spietata legge, e con lui trionfano la bellezza del cinema italiano e del calcio inzaghiano.
MENEZ – Cate Blanchett
Impareggiabile interpretazione di una dama chic abbondantemente dissociata, che ha una sua eleganza ma evidentemente vive in un mondo suo.
DESTRO – Leonardo Di Caprio
Ignorato ostentatamente, in modo tale da far sospettare che dietro tutto quanto ci sia puramente un certo qual gusto del LOL.
PAZZINI – Let it go
Ovvero la canzone di Frozen, in italiano All’alba sorgerò (…apprezzate la perfetta – nonché originalissima – traduzione): il nostro ragazzo viene a patti con l’ibernazione e tira una palla di neve tra le mani di Leali, riscoprendo il piacere del ficcarsi due dita negli occhi. Va bene, il rigore è abbastanza ridicolo – come del resto diversi ipodotati tifosi di una certa squadra che all’89mo esplodono isterici sostenendo che l’arbitro ha falsato la partita, negando una vittoria ormai acquisita a un Cesena che aveva in pugno il match.
VAN GINKEL – 20 Feet from Stardom
Come miglior documentario, l’AMBITA STATUETTA è andata a un film sul rock del quale avrete certamente sentito parlare dalle riviste e dai siti musicali italiani. No, vero? Comunque, parla delle vite delle coriste di gruppi e artisti famosissimi, dai Rolling Stones a Michael Jackson, e di cosa significhi condividere palchi enormi e platee straordinarie con chi è molto più apprezzato di loro. Ieri in effetti si è visto un olandese straordinario a San Siro. Marchetto potrebbe essersi trovato a sei metri da lui.
CERCI – Leonardo Di Caprio
Ma come, ancora? Sì, ma nel suo caso non è il Leonardodicaprio di Wolf of Wall Street, al quale comunque una nomination è arrivata. Lui è il Leonardodicaprio de Il Grande Gatsby, nemmeno preso in considerazione. Per aumentare il cippirimerlo, il film ha preso l’Oscar per i costumi: hanno dato l’Oscar alle persone che gli hanno messo il vestito. E questa antifona, corredata di tutorial, la mandiamo a Piacenza, toh.