Anche se Sassari e Cagliari sono più o meno negli stessi rapporti cordiali di Milano e Roma, il Casteddu è la squadra di tutta un’isola, e questo è l’isolato pretesto per ispirare le Pagelle Senza Voti alle isole d’Italia. E visto che oggi è la Festa della Mamma, auguri all’Isola Madre del Lago Maggiore.
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Sportiello – MONTECRISTO
È una delle parole che ci è parso di cogliere spesso nel labiale del nostro portiere nel rivolgersi ai difensori, insieme a “Capri!” “Caprera!” “Capraia!” ringhiati dopo i suoi due-tre interventi semidisperati, finché la dormita su uno dei peraltro pochissimi tentativi del Cagliari non gli ha tirato fuori uno “Stromboli!” senza appello.
Kalulu – ISOLA DI SAN PIETRO
Che bello rivedere in campo Pietrino martire – era ora, e non solo: bello rivederlo sulla destra (e NON al centro) e far vedere cose non disprezzabili in avanti con Chukwueze.
Gabbia – VENEZIA
Ah no? E invece sì, visto che Venezia è un aggregato di isole come New York, noi la arruoliamo, anche per esprimere la partita un po’ lagunosa di Matthew Cage, che per quanto poco sollecitato dagli avversari ha fatto un po’ acqua, finendo per entrare come un vaporetto su un avversario, cosa che gli è valsa il cartellino giallo, la futura squalifica e l’esclusione nell’intervallo.
Thiaw – SANT’ANTIOCO
Se in qualche gioco di società vi verrà chiesto quali sono le 4 isole italiane più grandi, giocatevela perché è la quarta. E le dimensioni magari non sono tutto, però lo condizionano, e le poche volte che i sardi (quasi disinteressati al gioco aereo) accelerano, tremiamo per la sua limitata mobilità – e non è del tutto incolpevole nell’azione del gol. Però piuttosto bene in fase di impostazione dalle retrovie.
Florenzi – VULCANO
È tra i pochi a tentare di accendere il primo tempo, soprattutto su calcio piazzato, coi suoi calci d’angolo, con una punizione (alta), e con il tiro da fuori che nella prima mezz’ora è l’unico lapillo che scagliamo verso Scuffet. Ma nel secondo tempo, il vulcano si spegne, vanificando le nostre speranze di fare una battuta sulla Festa della Magma.
Bennacer – ISOLA DEI CAVOLI
Nella partita meno importante dell’anno (finora), la migliore prestazione dell’anno (finora). Che cavoli, però.
Reijnders – GIGLIO
Una partita convincente, di personalità quasi inaspettata, e un gol che meriterebbe l’inchino. Possibilmente, non QUELL’inchino.
Musah – ASINARA
Spiace essere così lapidari, però fiammeggiano nella nostra mente un suo momento penoso a sinistra (cavalcata conclusa con un limpido passaggio a un avversario), uno a destra (ballo di San Vito in area, concluso consegnando il pallone ai difensori), e uno in difesa, quando invece di stare su Nandez gira su se stesso stendendogli la passatoia per il gol.
Chukwueze – SALINA
Finché è in campo prova a rendere meno insipido il nostro attacco, ed entra anche nell’azione del gol. Sembra trovarsi bene con Kalulu sulla fascia anche se potrebbe essere la prima volta che si incontrano in campo.
Giroud – ISOLA D’ELBA
Immusonito come Napoleone in (auto)esilio, si segnala solo per le sportellate con Mina. Altri lidi lo chiamano a vestire i panni dell’Empereur, qui ha già dato tutto.
Pulisic – TAVOLARA
Nel suo piccolo, è un festival del Cinema: propizia il primo gol, segna il secondo in corsa (di sinistro) e il quinto, da fermo (di destro).
Leao – MADDALENA
Nel suo piccolo, è tutto un arcipelago di calcio, con una traversa (che forse è un gol sbagliato), un coast to coast con assist a Pulisic, un dribbling al portiere con gol, un secondo gol sbagliato, forse ancora più facile, nel finale.
Okafor – GALLIPOLI
Ah no? E magari ci siete pure stati: la città vecchia sta sull’isola calcarea di fronte alla terraferma. E se pensate che la stiamo tirando per i capelli, sappiate che abbiamo appena cominciato, perché quello che vogliamo dire è che anche se Oka non depone l’uovo nella goleada, col suo ingresso permette di far alzare un po’ la cresta a tutta la squadra in attacco, permettendoci di sembrare più galli che polli.
Tomori – LAMPEDUSA
Cerca di risolvere i problemi di accoglienza della nostra difesa, ma chiudere tutto a doppia mandata è impossibile.
TheoHernandez – PANAREA
Da un bel po’, come il cringiosissimo film ambientato sulla nota isola, dà l’idea di aver completamente sbracato – eppure col suo ingresso tappiamo una falla che il Cagliari aveva iniziato a sfruttare sulla fascia sinistra, e creiamo diverse occasioni in avanti. Quindi, si finisce per rivalutarlo, come capita a tutti i film italiani più cretinisti.
Pobega – MURANO
Finalmente in campo. E nel vedere il suo primo tocco di palla (un assist vanificato da Leao) seguito da 10 minuti di recuperi, contrasti e passaggi completati, ecco che ci ritroviamo, dopo averlo scoperto più fragile di quel che credevamo, a domandarci se forse quest’anno non sarebbe stato anche più prezioso di quel che credevamo. Ma è inutile piangere sul vetro soffiato, dicono. No, non è vero, nessuno dice robe così sceme, nemmeno nel film Panarea – ma non sapevamo come chiudere.