Milan-Cagliari 1-0: le Pagelle Che Non Lo Erano

Avendo già sfoderato omaggi a Cagliari ispirando pagelle a Valeria Marini e Marco Carta, e ritrovandoci in crisi nell’individuare altri simboli all’altezza, inauguriamo questo anno di Pagelle Senza Voti modellando i giudizi sull’anno di commemorazioni che ci attende – perché fin da subito, un giorno sì e un giorno no, “Un anno fa, ci lasciava…”. Che poi, rimangono fuori abbastanza nomi per andare avanti tutto il 2017.
Donnarumma – PRINCE Prince-Gold-Sequins-755x430
Un po’ per come, con qualche sapiente mossa o espediente scenico riesce a rendere glamour ogni intervento, anche quelli di ordinaria amministrazione. Un po’ perché lo abbiamo già scritto una volta: Nothing compares, nothing compares to you. E poi, beh, per la mise.
Abate – BLACK
Come il cantante di Wonderful life, morto nel gennaio 2016 quando non era di moda, è costretto ad abbandonare in un momento in cui il clima non è ancora eroico e dopo aver tramandto alla posterità un solo vibrante momento, per quanto memorabile: un doppio dribbling (…ed è subito nostalgia per gli anni 80).
Paletta – BUD SPENCER
Manca solo che prenda gli avversari facendone cozzare le zucche tra loro. Novanta minuti di “Altrimenti ci arrabbiamo”: persino a Parma vedendolo ora saranno increduli.
Romagnoli – GIORGIO ALBERTAZZI
Grande e irreprensibile.
De Sciglio – RICK PARFITT status quo
Si lancia nella mischia perché vede che lo stanno facendo tutti gli altri, un po’ come il chitarrista degli Status Quo morto sotto Natale. Il suo contributo artistico non va oltre un riff un po’ elementare (“Whatever you want!”) ma anche se dire che siamo suoi fan sarebbe eccessivo, non sfigura nel festival.
Locatelli – DAVID BOWIE
Nato il giorno del celebre musicista (…era giusto per non usare definizioni trite come “Duca Bianco” e “Ziggy”) (oltre che per dare fastidio ai critici rock, che è un piacere da non negarsi mai) festeggia il compleanno omaggiando sia lui che se stesso mettendo Under pressure ogni singolo giocatore del Cagliari. Ha una tale voglia addosso da cercare vita su Marte con dei palloni-sonda che finiscono in orbita, però è interessante vedere Pasalic, giovane nazionale col contratto Premier League in tasca, guardarlo per cercare di capire come si sta al mondo. toots
Pasalic – TOOTS THIELEMANS
Sostanza ce n’è, ma nonostante la fortunata tournée a Doha il suo genere da noi non va per la maggiore – diciamo che per ora non riempie gli stadi; oltretutto è un tantino messo in ombra da qualcuno un po’ più glamour di lui – sta di fatto che il pubblico si accorge di lui soprattutto quando fa risuonare le note di “Non gioco più, me ne vado”.
Bonaventura – UMBERTO ECO
A volte sembra troppo più intelligente di quelli che ha attorno – non dev’essere una bella situazione. Non guardate noi, non ci è mai capitato.
Suso – MARCO PANNELLA CICCIOLINA- NATASCHA KINSKY E MARCO PANNELLA
Ogni sua iniziativa fa scalpore – e Rastelli, che ha cara la pelle, fa in modo che abbia almeno tre dei suoi reporter attorno. La cosa migliore della sua partita è un cross di altissimo valore politico: basterebbe il tocco di una matita copiativa per mandarlo dentro: Bacca e Niang riescono incredibilmente a mancare il quorum necessario per abrogare lo zero a zero.
Niang – DARIO FO
Dal punto di vista dello sghignazzo, la sua partita è impeccabile. Come dice – all’incirca – la motivazione del premio Nobel: “Seguendo la tradizione dei giullari medievali, dileggia il pallone restituendo la dignità agli scarsi”.
Bacca – LEONARD COHEN
Imita quei cantanti che stanno per essere segati a X Factor e si salvano sfoderando un Hallelujah. Ma il resto della sua partita è un’apoteosi di malinconia intimista – diversi studenti di Lettere sono già stati visti camminare nel parco, nel freddo imbrunire, rievocando sommessamente alcune delle sue azioni più cariche di sofferenza umana.
Antonelli – KEITH EMERSON emerson
Entra a freddo e, forse per scaldarsi, inizia a correre indemoniato, così veloce che ogni tanto si dimentica lo spartito. Quando punta l’area, sovente sbatte contro Niang – più o meno come il celebre musicista sbatteva contro i recensori – ma è anche grazie al suo dissennato dinamismo che al Cagliari non riesce di avanzare il baricentro per tentare certi scherzetti che in passato anche recente hanno gelato San Siro – ed era solo ottobre.
Bertolacci – ELVIS PRESLEY
Sappiamo cosa state pensando. “Ehi, gaglioffi! Un momento: SE è morto, non è stato certo nel 2016. Come è entrato nel mucchio?” Ecco, pur volendogli bene, ci associamo alla domanda. Dead-Or-Alive-You-Spin-Me-Round
Lapadula – PETE BURNS
Entra e fa risuonare il grido folle e stralunato che apre la vecchia hit dei Dead or Alive, You spin me round – e per magia fa girare vorticosamente la palla, la partita, e persino il giocatore che gli toglie la maglia da titolare. San Siro, è sempre più evidente, impazzisce per lui proprio come succede per certe canzoni gnucche e vecchio stile ma cariche di energia. Non sapremmo dire quanto durerà questo incantesimo; tutto quello che sappiamo è, appunto, “All I know is that to me, you look like you’re lots of fun”.

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