In settimana si è parlato molto del Grande Fratello, che si gloria di essere il programma più cretino tra le trasmissioni poveracce – ed è per questo che piace: come dicono tutti, la gente ha diritto di rilassarsi con 4 ore senza pensare, dopo le fatiche di 20 ore senza pensare. Per questo, e per la domanda che ci ponevamo dopo Milan-Atalanta su che fine avesse fatto la difesa che non prendeva gol, per le PagelleSenzaVoti di oggi abbiamo googlato le stringhe “Grande Fratello” e “Che fine hanno fatto” ottenendo 35.900 risultati (in 0,35 secondi) (ehi! Da ora sono 35.901) tra i quali abbiamo pescato alcuni partecipanti al GF apprezzatissimi dal pubblico per la loro capacità di non fare nulla (come alcuni dei componenti della nostra rosa). Ne abbiamo scartato uno perché gira voce che pur non essendo uno dei più furbi, abbia fatto fortuna in qualche Paese bizzarro diventando un uomo di governo potentissimo e strapagato – è difficile crederlo, ma là fuori è pieno di nazioni disperate, può anche darsi.
Donnarumma – MAURO MARIN
Non ha colpe sui gol, volendo è sfortunato sul raddoppio: il tiro di Zapata (sempre lui) va verso sinistra, lui lo ribatte a destra – proprio su Rigoni. Non capita spesso ma era forte e improvviso. Piuttosto, quando nel secondo tempo lascia la porta sguarnita (per quella che potrebbe essere la peggiore uscita di sempre di un portiere del Milan) non può essere colpa del governo precedente, come il brillante vincitore della 10ma edizione ha sostenuto quando si è tagliato due falangi con la motosega (…sì, lo ha detto davvero) (grande uscita anche quella).
Calabria – FILIPPO NARDI
Un po’ italiano, un po’ inglese, un po’ nobile, un po’ peracottaro, sclerò per futili motivi (gli avevano tolto le sigarette). Allo stesso modo Davidino mostra un lato nobile (che è quello che vediamo quando spinge sulla fascia) e un lato peracottaro quando difende. Invece di chiudere su Gomez, lo anticipa in rete, e poco dopo viene ammonito per futili motivi. Gattuso, atterrito, mette subito Abate.
Musacchio – NANDO COLELLI
Dopo la partecipazione alla trasmissione di Canale 5, recupera in dignità diventando attore di film hard. Purtroppo, se in certi momenti recita la sua parte in modo eccellente come ne La bella e il porcone, soffre di complessi di inferiorità – come da triviale luogo comune – quando si confronta con l’uomo di colore, Duvan Zapata.
Romagnoli – PATRIZIA GRIFFINI
Soprannominata La petineuse, ha un salone di bellezza e “coltiva amicizie vip” (lo apprendiamo da MSN, eh). Ci si spezzetta il cuore a scriverlo, ma in questo periodo sembra un po’ petineuse anche lui. L’Atalanta più scarsa che si sia vista a San Siro negli ultimi anni entra ripetutamente nella nostra area sia nel primo che nel secondo tempo, e se la nostra difesa è un salone di bruttezza, quello che lo gestisce qualcosa c’entra.
Rodriguez – FERDI BERISA
Uno che ha capito l’importanza di un lavoro onesto: gestisce una piadineria a Pesaro. Nessuna situazione imbarazzante, buoni recuperi e il salvataggio sulla linea mentre in area metà dei suoi compagni starnazzano come ospiti della D’Urso.
Biglia – CRISTINA PLEVANI
Soprannominata – stante la sua verve contagiosa – Tristina, disputa una partita rispettabile e gioca palloni intelligenti, ma il ritmo e lo spettacolo, lo sappiamo, non sono il suo mestiere.
Kessié – CRISTINA DEL BASSO
Soprannominata, con la fantasia che è propria dei media che seguono spasmodicamente il programma, La maggiorata. Ha partecipato a Colorado, Uomini e donne, La vita in diretta, Domenica 5, il film A Natale mi sposo, e all’Assemblea del Partito Democratico. (…no, questo no. Anche alle robe insulse c’è un limite). La sua fisicità non prevede guizzi, e questo lo accettiamo. Ma sembra sempre appesantito, anche quando fa la cosa giusta.
Bonaventura – JONATHAN KASHIANAN
Impeccabile, sciccoso, potrebbe giocare col cappello. Un palo, un tiro bello teso alzato da Gollini sopra la traversa, un gol annullato per un centimetro, un gol convalidato, discreta autorevolezza a centrocampo. Una delle sue prestazioni migliori ma Gattuso lo toglie, preferendogli compagni più scialbi.
Suso – MELITA TONIOLO
Soprannominata La diavolita, fa impazzire la difesa dell’Atalanta perlomeno fino a quando il suo compare diventa Abate; da lì in poi, diventa più prudente, pure troppo prudente quando nel secondo tempo in un gagliardo contropiede tre contro due si ferma imborghesito al limite dell’area e si lascia portar via un pallone procace.
Calhanoglu – MARINA LA ROSA
Soprannominata La gattamorta (notate quanti soprannomi). Come prima donnanuda del programma, è il punto di riferimento per tutta una generazione, ma gattamortescamente ci delude un po’ tutti, soprattutto Gattuso che si aspetta per tutta la partita di vederlo fare cose sexy.
Higuain – PATRICK RAY PUGLIESE
Qualche anno fa ha tentato la strada della politica con la lista Grande Sud Uniti per il Lazio. Ma non gli ha detto bene. Strano. Forse è stato solo un po’ avventato, poteva candidarsi quest’anno – siamo pronti a scommettere che qualche partito avrebbe apprezzato il suo acume e lo avrebbe fatto senatore. Chissà se anche il nostro unico vero campione si sta pentendo di esser stato un po’ avventato.
Abate – FRANCESCA CIPRIANI
Soprannominata Olgettina, come altre che ammisero di aver ottenuto un bel po’ di soldi da Berlusconi. Va detto che loro però avevano dato qualcosa in cambio.
Bakayoko – MASCIA FERRI
Anche lei aveva un soprannome. Era La pantera. Era. Era. C’è una strana eco, in questa rubrica, vero?