Milan-Atalanta 0-1: le Pagelle Che Non Lo Erano

Dare le pagelle significa sempre valutare la prestazione dei singoli. Trascurando il fatto che la personalità complessiva della squadra è zero, e che ognuno dei singoli in questione dà la netta sensazione di non sapere dove sono gli altri e cosa potrebbero fare. Ecco perché approfittiamo dell’ennesima straziante performance del vicepresidente del Senato per buttare le nostre Pagelle Senza Voti in politica. Per ricordare a noi stessi che il raccomandato figlio di papà in questione (che è sicuramente costato a questo Paese molti più soldi delle due ragazze cristiane su cui ha sparso per l’ennesima volta la propria perspicacia) non è lì per caso. Qualcuno ce lo ha messo – e qualcuno lo ha votato, pensando “Lui è l’uomo giusto”. Ma per fortuna tutto si ferma qui: la politica non ha mai avuto a che fare con la nostra squadra, o con certi suoi esponenti di vertice…

DIEGO LOPEZ
Come Giulietto Tremonti, dà la sensazione illusoria che chissà: forse potrebbe fare qualcosa. Ma sostanzialmente, non può farci niente.
ABATE
Sembra Roberto Calderoli: ostenta combattività per raccogliere l’approvazione dei più esasperati. “Oh, lui sì”, approva qualcuno. Però, di grazia: lui sì che cosa, esattamente?
BONERA 
Se dovesse davvero rinnovare il contratto, si confermerà un asso della stessa stoffa del leggendario Roberto Formigoni: come lui risoluto e lucido nel prendere per mano il proprio conto in banca e trascinarlo a indiscussi trionfi.
ARMERO
La verità è che come Francesco Rutelli, non suscita furore nelle masse grazie all’irresistibile vis comica che accompagna ogni sua mossa. Non manca mai di strappare un sorriso anche ai più indignati.
RAMI
Tocca atroci livelli di impresentabilità, ogni suo singolo movimento è del tutto inopportuno. Poi però si scusa, eh. Quindi oggi è il nostro Maurizio Gasparri.
MEXES
Come farebbe una Daniela Santanché, osserva Denis mentre viene avanti, senza fare nulla di utile, esclusivamente pensando a chi dare la colpa di quanto succederà.
DE JONG 
Come Matteo Salvini, deve la sua popolarità a una ringhiosità sapientemente strombazzata. Ma da tempo (forse per motivi contrattuali) è tornato a fare le cose più facili; non lo trovi mai dove l’azione avversaria si fa pericolosa, e non ha una singola idea sensata. Concludere che non è quello che ci si aspetta da lui è esattamente il tipo di ragionamento su cui conta Salvini.
MONTOLIVO
Festeggia il 30mo compleanno contro la sua ex squadra camminando per il campo, dicendo agli altri cosa fare. Prova evidente che ci teneva. La prima pagina (da incorniciare) della Gazzetta dello Sport di venerdì, sulla quale intima “Milan sveglia!” non è solo un esempio dello spassosismo in cui il giornale color prosciutto si è specializzato dopo la scomparsa di Candido Cannavò – è anche la più desolante manifestazione di incapacità di rendersi conto di ciò che si è dai tempi di Pierluigi Bersani
BONAVENTURA
Piercarlo Padoan è il ministro meno criticato del governo Renzi – lo aiuta la goffaggine di parecchi dei suoi colleghi che finisce comunque per coprire le sue uscite più opache. Il fatto che nessuno si aspetti realmente che sia lui a cambiare le cose aiuta lui nella corsa al Quirinale proprio come aiuta Jack nella corsa allo spogliatoio dopo il triplice fischio.
CERCI
Qualcuno l’ha voluto, poi non lo vuole più, poi non si capisce bene, ma ormai è lì a fare non si sa cosa. Ora come ora è il nostro Angelino Alfano.
PAZZINI
Invocato come salvatore della Patria, come capitava del resto a Clemente Mastella: in campionato come nella Patria, i risultati sono gli stessi.
EL SHAARAWY
Non ci ricordiamo nemmeno più esattamente cosa sa fare: ogni tanto appare, poi scompare in una nuvoletta di fumosi e spesso deleteri buoni propositi alla Walter Veltroni.
MENEZ 
Vive di compiaciuta arroganza come Ignazio La Russa, ma stavolta non trova il guizzo per il perentorio e virile tuffo in area.
NIANG
Come negli anni d’oro di Salvatore Dell’Utri, tutti lo sanno, ma nessuno lo dice apertamente, e soprattutto nessuno emette la sacrosanta condanna. E come per Dell’Utri al Torrescalia, probabilmente anche lui può vantare un passato nel calcio, evidentemente in una squadra amatoriale.

Una risposta a “Milan-Atalanta 0-1: le Pagelle Che Non Lo Erano”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.