Le Pagelle Che Non Lo Erano: Sassuolo-Milan 1-2

Il tedesco è saltato! E con esso tutti quei bei titoli di giornale sull’Uomo Rangnick, La tela del Rangnick, La strategia del Rangnick e il Rangnick dal buco. E siamo certi che i media dopo un po’, esaurito questo godibilissimo filone, lo avrebbero paragonato al maggior prodotto della nazione tedesca – no, non le automobili: i filosofi. Ci abbiamo pensato noi, evocandoli per le nostre Pagelle Senza Voti.
 
Donnarumma – SEBASTIAN VETTEL
Whoops, questa era una pagella di tre giorni fa, o dieci giorni fa, o dell’altro ieri – è difficile ricordare, ci sembra di fare pagelle a nastro – però la teniamo buona, sia perché il pilota della Ferrari in questo periodo sicuramente pensa molto, sia per le iniziali S.V.
Calabria – ARTHUR SCHOPENHAUER
Il mondo è volontà e rappresentazione, e lui ultimamente lo rappresenta come un mondo in cui difende senza problemi e attacca imperioso – nonché un mondo in cui Andrea Conti è sempre costretto a cedergli il posto. Vedremo nella prossima partita se tornerà a sprofondare nel relativismo.
Kjaer – GIOVANNI KEPLERO
Pensavate fosse solo astronomo, ma era anche cosmologo, matematico, filosofo della natura, critico musicale (va beh, quelli vengono un tanto al chilo) e teologo (luterano). Allo stesso modo, Simone Kjaero difende, imposta, vigila, intrattiene anche un annoiato Donnarumma e forse scrive recensioni per Rockol.
Romagnoli – JOHANN FICHTE
La frase «L’Io pone nell’Io il non-Io» è quella per la quale tutti lo ricordano (…okay, è un’affermazione un po’ azzardata. Ma se ne avesse fatto una canzone reggaeton, ammetterete che avrebbe avuto delle possibilità) – e stasera, purtroppo, lo ricordiamo soprattutto per come diventa un non-io, uscendo dal campo e concludendo con mestizia la stagione in cui sembrava che avrebbe giocato ogni singolo minuto. Stupido Mapei Stadium, un giorno ci pagherai anche questa.
TheoHernandez – HANNAH ARENDT
La banalità del male, e del maledetto cartellino giallo che si è preso e ci impedirà di usare la sua teoria libertaria dell’azione contro le manipolazioni atalantine.
Bennacer – FRIEDRICH HEGEL
All’inizio il Sassuolo mette alla berlina il suo pensiero logico, ma quando ritrova la dialettica con Kessié e Calhanoglu la sua fenomenologia dello spirito toglie ai sassuolini la voglia di fare gli spiritosi; peccato per il palo scheggiato nel secondo tempo, ma in questa sua nuova voglia di tirare in porta c’è l’intenzione di far discendere la realtà dall’idea (è stato, ci dicono, uno dei commenti più diffusi tra i tifosi nel dopopartita).
Kessié – KARL MARX
Incredibile: la classe operaia ha perso le sue catene, l’utopia si è realizzata, non sbaglia più passaggi e quando tira, i portieri si devono preoccupare dei suoi palloni pieni di materialismo storico.
Saelemaekers – FRIEDRICH ENGELS
Gioca al traino di filosofi più robusti di lui, che lo bullizzano anche un po’ – ma dà il suo contributo specialmente in difesa, quando a inizio partita il Sassuolo si mette in testa idee controrivoluzionarie: è giusto che ci sia anche la sua firma sul Manifesto del Partito Milanista.
Calhanoglu – STEFFI GRAF
Certo che è filosofa (tendenza: stoicismo), per tenersi un marito pazzissimo come André Agassi. Hakan ne imita i colpi: due servizi precisissimi per Ibrahimovic, un clamoroso dritto lungolinea a innescare Rebic nel primo tempo, poi una volée nei pressi della rete che per fortuna non pregiudica la partita.
Ibrahimovic – MAX WEBER
Capitalizza come se non ci fosse un domani. Se nelle partite precedenti era entrato soprattutto nelle azioni dei gol, in una delle partite più facili da sbagliare mette in campo la sua etica della responsabilità e fa una differenza schiacciante. E pensate se non fosse un giocatore finito.
Rebic – FRIEDRIC NIETZSCHE
Imprevedibile, forse pericoloso, molto probabilmente psicopatico, alterna giocate apollinee e dionisiache. Non segna, ma anche il movimento da superuomo sul raddoppio di Ibra vale metà gol. Nel secondo tempo va a guardare nell’abisso (e l’abisso è un po’ a disagio); sparisce un po’ nichilisticamente dalla partita per poi (eternamente) rientrarvi in sussulti di volontà di potenza. Comunque, anche quando sembra sedato, tutti abbiamo negli occhi il momento in cui è impazzito a Torino nel 1889 (…era solo un mese fa? Davvero?).
Gabbia – HERBERT MARCUSE
È sempre una grande incognita, come l’ipotesi di una difesa non repressiva e di una società “liberata”, che non confini in panchina il piacere disinibito con cui interpreta un ruolo che dovrebbe basarsi sul dominio degli avversari. Però, grazie all’inferiorità numerica del Sassuolo e a un Kjaer pronto al solidarismo difensivo, vogliamo mettere L’immaginazione al potere e credere che se la possa cavare quando (tra pochi minuti) affronteremo una giovane squadra che ha una chimica di gioco irresistibile, e che tra l’altro avrà riposato due ore più di noi – ma si sa che quando vogliono dare uno schiaffo, etc. Laxalt – Gottfried Wilhelm von LEIBNIZ
Alla sua entrata in campo, quasi tutti i tifosi (e Voltaire) ironizzano; in realtà si spende generosamente per la squadra coerentemente con la visione di uno Stato che deve liberare l’uomo dal lavoro più alienante, e tendere alla felicità suprema, ovvero continuare a vincere con questa nonchalance alla quale qualcuno si sta pericolosamente abituando – noi no. Si sappia: noi no.
Bonaventura – IMMANUEL KANT
Ingresso in campo forse tardivo ma con una sua Logica. Si fa notare soprattutto quando per due volte non mette dentro un imperativo categorico, ma apprezziamo la sempre maggiore frequenza con la quale entra pericolosissimamente in area, il che ci fa pensare alla legge morale dentro di noi, e al gol dell’ex dentro di lui.
Biglia – THEODOR ADORNO
Le relazioni tra uomini sono pura apparenza, la società di massa ci schiaccia tutti, quindi a che pro sbattersi? Mette un po’ di minuti nelle gambe per la partita che dovrà per forza giocare titolare contro Simpatia Gasperini e i suoi ragazzi shakerati, in programma tra pochi secondi. Chissà che non riesca a concludere in bellezza, stendendoli con 90 minuti di dialettica negativa. Nel bagaglio tattico, ce l’ha sicuramente.

Una risposta a “Le Pagelle Che Non Lo Erano: Sassuolo-Milan 1-2”

  1. “Una giovane squadra che ha una chimica di gioco irresist8bile” … sarò malizioso, ma alla lettura del termine “chimica” mi sono venuti in mente Agricola e Bangsbo. Ok, sono malizioso 😎

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