È uscita – dicono – la nuova PlayStation, e noi non potevamo esimerci dall’afferrarla al volo come pretesto per le nostre Pagelle Senza Voti: un po’ perché lo zio Ibra l’ha regalata a tutti i ragazzini del suo asilo, un po’ perché in questo modo potremo usare l’hashtag #PS5 sui social ed essere notati dalla Sony che dà soldi a mezzo mondo, potrebbe persino darne a ComunqueMilan (…ma non temete, non ci faremo corrompere dal denaro, rimarremo sempre i vostri bro e fra. E quando gireremo in Lambo con Gué e Sfera, vi faremo arrivare le nostre amare rime sugli inganni del successo). Poi, siccome nel nostro stemma di famiglia ci sono il cerchio e la botte, nell’elenco metteremo videogiochi apprezzati negli anni anche da chi frequenta altre parrocchie – Nintendo, Amiga, la sala giochi Jolly Blue, il computer dell’ufficio. Perché là fuori è un Campo Minato.
Donnarumma – DONKEY KONG
Come il vigoroso quadrumane, si vede arrivare davanti avversari in vena di eroismi – e allora vola, smanaccia, sbraita, rotola, abbranca, regala la consueta uscita pazzoide, si avventa su SuperMario Pignatone. Chi insiste che “Con quei soldi possiamo prendere un buon portiere e due buoni prospetti” faccia il favore di infilarsi in un barile.
Calabria – STREET FIGHTER 2
Soffre (specie nel primo tempo) ma se non soffrisse e non ci facesse soffrire almeno un po’ (specie quando si fa uccellare da Mertens che gli sbuca alle spalle) non sarebbe lui, il ragazzo di strada che inanella combo a caso contro nemici che a volte sono molto più forti, altre volte no – ma lo sembrano lo stesso. Da registrare anche in questa partita un’ottima conclusione a rete di prima intenzione, intercettata e deviata in corner quando già si stava vantando con gli altri gnari della sala giochi.
Romagnoli – THE SECRET OF MONKEY ISLAND
“Sono Alessio e sono un temibile pirata”. Il capitano è sempre sospeso tra eroismo e scatafascio, e quando si fa bere sulla fascia sullo 0-0 siamo più che certi che la nave sta per affondare. Ancora una volta si ripiglia grazie al governatore Kjaer, ma siamo ansiosi di veder finita questa fase in cui per aver la meglio sugli avversari tenta disperatamente di distrarli (“Guarda! Una scimmia a tre teste” “…Lo so, è Adani”).
Kjaer – LEGEND OF ZELDA
Come il protagonista Link, è apparso in un tempo che sembra lontanissimo come uno sprovveduto con una spada di legno buona per giocare ai giardinetti. Oggi è l’eroe di una saga nordica. Il vero brivido lo regala quando dopo cinque minuti sembra accusare un dolore all’adduttore – per fortuna non è intenso quanto il dolore che proviamo al solo pensiero che lasci il campo. Non riesce a mettere in rete l’unico corner pericoloso da noi prodotto nelle ultime tre partite, ma è anche vero che la palla gli sbuca davanti di sorpresa, cosa che non si permette di fare quando gli angoli li battono gli altri.
TheoHernandez – THE SIMS
Viene accusato di essersi imborghesito, di essere obnubilato dalle continue espansioni glamour della sua vita (“Vivere alla grande” “House party” “Superstar”), di essere concentrato soprattutto sulla sua vita da signore con la signora, e tutte le sue foto da figo con la – ehm, signora. Invece martella il Napoli con palloni sapienti in area (su tutti, il cross per il primo gol), recuperi impeccabili e le sempre esaltanti galoppate coast to coast, in una delle quali agevola l’espulsione di Bakayoko. Una delle sue migliori partite in rossonero. Ma, come direbbe Homer SIMSon: “Finora”.
Bennacer – CIVILIZATION
Pensa, trama, ragiona, tesse, amministra, espande il suo dominio, si evolve. E intanto, dà battaglia. Il suo impero vacilla nella seconda fase del primo tempo, ma nel secondo tempo diventa leader illuminato, raggiungendo il culmine personale quando manda Hauge a scardinare definitivamente la fortezza nemica.
Kessié – DOOM
Il Destino. Affronta i mostri e li schianta con indifferenza; viene colpito, sanguina, si rialza e va al livello successivo. Forse colpevole di troppa fiducia nell’amico Bakayoko in occasione del gol del Napoli: non siamo del tutto convinti di quella specie di sharpshooter alla Bret “The hitman” Hart con cui Baka lo atterra, ma come avete letto sui social c’erano quattro dei nostri da espellere, tutti i nostri gol nascono da falli – e non dimentichiamo il gol di Matri!, quindi lungi da noi lamentarci.
Saelemaekers – MINECRAFT
Sembra inguardabile, ma quando la sua partita finisce ti manca tantissimo.
Calhanoglu – PAC-MAN
Dà sempre la sensazione di muoversi in uno strettissimo labirinto, circondato da fantasmi: gli avversari ma anche quei milanisti che lo detestano – per non parlare del fantasma più fantasma di tutti: la fantomatica squadra pronta a dargli 6 milioni l’anno. Ma nel labirinto finisce per trovarsi bene e gioca diversi palloni decisivi, a cominciare dall’autentica ciliegina con cui innesca Rebic per il raddoppio.
Ibrahimovic – SPACE INVADERS
Vecchissimo e venerabile, forse dovrebbe stare in un museo eppure in una moderna sala giochi sarebbe in grado di raccattare più degli altri, attorniato da giovani affascinati. Ha un solo modo di giocare: guardare il bersaglio e colpirlo, impallinando uno squadrone alieno dopo l’altro. Sicuramente non è inquadrabile nel calcio moderno. Ma mette a nudo molta della sua fuffaggine.
Rebic – ASSASSIN’S CREED
Come sarebbe a dire, “In che senso?”.
PS: non concentratevi solo sulla palla per lo 0-2, ricordatevi anche il momento in cui nel parapiglia culminato nella traversa del Napoli, dà una mano a Donnarumma sulla linea di porta, salvando la sua gente da un mondo ingiusto e assai turpe – oltremodo turpe.
Hauge – TETRIS
Si sta specializzando nella parte del mattoncino che cala dall’alto in extremis, andando a infilarsi proprio dove la difesa avversaria gli ha lasciato incautamente spazio, cambiando il nostro umore da tetros ad allegros. Vorremmo vederlo di più eppure, paradossalmente, ci affascina l’idea di questi suoi flash letali, e ancora di più il fatto che la vita lo costringe a offrire, in un ventesimo del tempo, lo stesso prodotto di un quarantenne pagato venti volte più di lui. A suo modo, è l’emblema di una generazione.
Castillejo – SILENT HILL
Avvolto in una nebbia perenne, prodotta dalle sue fumose giocate. Si dice che nasconda cose orribili. Non che quelle che ci mostra siano meno spaventose.
Colombo – ANGRY BIRDS
Il nostro uccellino pecca di nervosismo e non riesce a scagliare in porta la biglia del tre a uno. Probabilmente gli fa ancora più rabbia vedere il falchetto norvegese piombare sulla preda – ma gettiamogli un po’ di becchime: in fondo, col suo ingresso il nostro attacco non ha perso pericolosità, anzi, statistiche alla mano, viene persino da dire che quasi quasi.
Krunic – SCALA 40
Voi vi potreste domandare cosa ci fa nell’elenco. E noi vi potremmo rispondere: chi dei due? Ma non lo faremo: vogliamo così bene a questa squadra che amiamo anche lui e siamo pronti a inventarci che lo sgangherato jolly di Bosnia abbia virtù di talismano. E forse anche altre virtù! Un giorno sarebbe bello vederle, ma non diventiamo troppo esigenti, accontentiamoci anche un pochino, ricordiamoci che non siamo una supersquadra allenata da un superuomo coi supercapelli o con la superbarba: siamo una piccola squadrina il cui obiettivo è fare 40 punti.
Beh, cos’è quel sorriso?