La strafavorita, strapotente Inde di AndonioGonde ha le mani sullo scudetto, e non possiamo che renderle omaggio: del resto, un team che prende alcuni dei giocatori più forti in circolazione e pagandoli con tutta la simpatia che i suoi tifosi si riconoscono unanimemente, merita sinceramente quel nuovo triplete per cui era stata costruita. Così, a capo chino, per le nostre Pagelle Senza Voti rendiamo omaggio ai suoi tifosi più noti e impagabili (…ehm, non era voluta).
Donnarumma – ENRICO MENTANA
Periodicamente, lo sappiamo, anche lui fa scemenze. Era tanto che non ne faceva, quindi per il calcolo delle probabilità doveva arrivare; purtroppo quando le fa lui si notano molto di più. Certo, deve molto del suo errore al movimento repentino di Nestorowski a mezzo metro da lui. Ma per tutta la partita rimane ai margini come un giornalista su una tv di Urbanetto Cairo, e sostanzialmente non fa una parata. Purtroppo.
Kalulu – GIANNI RIOTTA
Kjaer – PAOLO BONOLIS
Si aggrappa all’esperienza, ma attorno a lui succedono troppe scenette grottesche (e contro l’attacco dell’Udinese United, eh) per non considerarlo in qualche modo complice. È davvero questa la vitaccia che vuol fare?
Romagnoli – BEPPE SALA
Il nostro sindaco si tira fuori dalle polemiche con un salvataggio sulla linea veramente clamoroso, di piede sinistro (ovviamente). Non sappiamo se gli basterà per essere rieletto, i sondaggi non sono rosei.
TheoHernandez – AMADEUS
Dà sempre l’illusione di poter sfoderare qualcosa di memorabile, ma in realtà mette in mostra un festival di momenti sconcertanti, dal retropassaggio che concede all’Udinese la prima chance per andare in vantaggio al duello aereo perso con Rodrigo Becao (avessi detto) e non raccontiamocela troppo, in un altro stadio la sua entratina ringhiosa in scivolata gli porterebbe un rosso già nel primo tempo. Forse è sovraesposto e avrebbe bisogno di qualche trasmissione in meno, ma il nostro Conti non c’è più – e anche quando c’era, era incolore.
Kessié – ALESSANDRO CATTELAN
Ce la mette tutta, ma la trasmissione attorno a lui è inguardabile. Rimane lucido per tutta la serata malgrado attorno a lui il trash regni sovrano.
Tonali – MAX PEZZALI
BrahimDiaz – IL COMICO PUCCI
Sì, beh, se uno proprio è ben disposto, si fa una risata. Anche un paio. Ok, avete ragione, non esageriamo: una soltanto.
Castillejo – BIAGIO ANTONACCI
Semplicemente insostenibile. Uno strazio elaborato e prolungato, e la cosa sconcertante è il pathos che ci mette per offrire quello che offre.
Rebic – NICOLA SAVINO
È chiaro che non può soffrire il suo partner lavorativo – ma anche il copione che gli viene assegnato non lo esalta. Le piccole furberie Chiellinesche di Rodrigo Becao lo innervosiscono, e presto iniziamo a temere che l’arbitro lo liberi per il Dopofestival. Alla fine si riprende, ma non è possibile che uno come lui non tiri mai in porta. Di nuovo.
Leao – MARCO TRONCHETTI PROVERA
Tra i tanti esecrabili, lui riesce a essere il più inaccettabile di tutti, come il bighellone che è persino riuscito ad prendere il nome di un presidente milanista (quello che ha costruito il nostro stadio) e farlo diventare sinonimo della seconda squadra della città. Per tutta la partita si muove come se di quelli con cui lavora non gliene fregasse niente, e per quanto lo riguarda possono sprofondare tutti. Speriamo perlomeno che anche lui abbia qualche sistema per inguaiare la juventus.
Meité – LETIZIA MORATTI
Vero che non c’è molto da scegliere, ma il suo impiego insistito ricorda un po’ i continui appelli che la politica rivolge alla straordinaria manager di levatura mondiale che ha talmente tanto da fare da essere sempre disponibile per un pubblico cadreghino. E dobbiamo pure dargli atto di aver fatto uno dei nostri quattro-cinque tiri in porta.
Calabria – LIGABUE
Hauge – FIORELLO
Caspita, che imbolsimento galoppante. Gli auguriamo che non sia definitivo, ma qualcuno lo aiuti. Come il famoso showman, improvvisamente sembra interpretato da Beppe Fiorello.
Saelemaekers – BEPPE SEVERGNINI
Entra quando la squadra è completamente spenta e ha venti minuti per provare qualcosa, ma Leao lo neutralizza nell’occasione più invitante. Per rendere l’idea del suo impatto sulla partita dovevamo pensare a qualcuno di irrilevante. Il suo collega Tommaso Labate era un autorevole candidato, ma la prestazione per quanto inconsistente non è stata anche inverosimilmente irritante, quindi abbiamo optato per lui.