Le Pagelle Che Non Lo Erano: Milan-Roma 3-3

Sognavamo la fuga, ma è rimasta un sogno: i rozzi boati usciti dalle finestre dei vicini di casa a ogni gol da noi subito ci suggeriscono che qualcuno là fuori aveva davvero molta paura che la nostra combriccola rappresentasse una minaccia per certe superpotenze favoritissime, magistralmente guidate verso mille tripleti. Ma stranamente, continuiamo a essere in testa e da soli, e quindi continuiamo ingenuamente a sognare la fuga – evviva la fuga!
 
Tatarusanu – GALLINE IN FUGA
Non c’è portiere che non faccia scempiaggini, questo si sa. Ma ahinoi, lo si vede fin dai primi minuti, che c’è della pollaggine in lui che aspetta solo la grande occasione – e infatti, torniamo a prendere gol su calci d’angolo per di più battuti peggio dei nostri, e il primo è tutto a causa sua, che mette in mostra capacità aeree degne del gallinaccio Rocky Bulboa. È il più grave dei gol che prendiamo, perché fa capire alla Roma, sotto tre volte, di aver sempre e comunque una possibilità.
Calabria – 1997: FUGA DA NEW YORK
Come il rinnegato Jena Plisskin, ingaggia una lotta spasmodica e ringhiante contro una masnada di brutti ceffi che lo punta incarognita fin dal primo minuto; anche se per molti tifosi non sarà mai redento, da questa partita esce sicuramente a testa alta. Più o meno come da una certa partita in cui era uscito a dito alto.
Romagnoli – FUGA DI PESCARA
Il delicato frangente in cui il nostro re Vittorio Emanuele III, caro crapino, non sentendosi precisamente in possesso di carisma regale, decise di ritrarsi un attimo, lasciando che a comandare il Paese sia qualcun altro. Precisiamo che nella nostra umile opinione, le esitazioni del capitano sono da attribuire al rientro dopo mesi di assenza, e in un trittico di gare piuttosto delicato. Però a esercitare l’autorità di governo là dietro sembrano sempre più spesso Kjaer, Kessié e Calabria.
Kjaer – FUGA DA ALCATRAZ
Resiste in condizioni difficilissime mantenendo la freddezza di Clint Eastwood; meriterebbe il gol ma come molti rapinatori di talento, viene tradito dal palo.
TheoHernandez – FUGA DI CERVELLI
Beh? Che succede? Dov’è con la testa? La cosa migliore della sua partita è non essere espulso per un’entrataccia a centrocampo, se la cava solo perché dopo il rigore alla Roma, Giacomelli è stato palesemente informato da una voce amica di aver sacramentato la partita. Dopo la prestazione sottotono con l’Inde di Gonde, un’altra passeggiata anonima contro una diretta rivale per… Ehm, per un certo posto. Sshhh.
Kessié – LA FUGA IN EGITTO
Episodio dell’infanzia di Nostro Signore Gesù che, a dire la verità, non è riportato da Marco, Giovanni e Luca, e quindi fu tipo uno scoop del solo Matteo, che però centinaia di pittori però ritwittarono: tra loro, Botticelli, Bruegel (il Vecchio), Duccio da Boninsegna (…non scherziamo), El Greco, Tintoretto e Tiziano – ma la versione più famosa è di Giotto, nella Cappella degli Scrovegni a Padova, e raffigura la Madonna che protegge il suo bambino ispirandosi a come Kessié ha protetto da una serata infelice il bambinello Bennacer – che del resto ha un anno meno di lui.
Bennacer – FUGASSA
Viene schiacciato come una focaccia genovese dagli impastatori avversari, e raramente riesce a esprimersi. Sembra tra i più stanchi; se così non è, gli manca un po’ di sale.

Saelemaekers – FUGAZI

A volte pare che il suo calcio sia pura irruenza smaniosa hardcore punk, ma è impossibile ignorare che le partite in cui sta lasciando il segno sono sempre più numerose. Sta a vedere che abbiamo davvero trovato il tassello giusto, e per un po’ nel suo ruolo possiamo smettere di cercare mezzi giocatori per i quali ci chiedono 40 milioni (…a noi); se qualcuno deve portargli via la scena, che sia una star di primo livello, altrimenti ci teniamo il nostro frenetico DIY.
Calhanoglu – FUGA PER LA VITTORIA
Tenendo conto che tre giorni fa era in stampelle, la sua prestazione è epica: prende di mira Mirante su calcio piazzato, mettendo due palloni perfetti su corner per Kessié e Romagnoli, guadagna il rigore che ci illude per la terza volta, e fino al 95mo cerca una vittoria che sarebbe di ispirazione a chiunque si batte per un mondo migliore e milanista.
Leao – COPPI NELLA CUNEO-PINEROLO DEL 1949
Un tipico giorno di giugno in Piemonte: pioggia, vento, neve – in simili condizioni cosa vuoi fare se non partire da solo a 200 km dal traguardo: in fondo basta resistere sul Colle della Maddalena, e poi il Vars e l’Izoard e il Monginevro e poi nella scalata al Sestriere e alla fine dare a Bartali quasi 12 minuti di distacco. Questo è stato Leao contro la Roma: è partito all’attacco subito nel primo tempo, e poi nel secondo tempo, lasciando sul posto gli avversari sul nostro primo e sul secondo gol. Partita da incorniciare, nella speranza che continui a pedalare a questo modo.
Ibrahimovic – PUNTO DI FUGA
Nell’arte della prospettiva, è il punto verso il quale le linee parallele sembrano convergere – e così fa la partita, converge su di lui come se non avesse scelta: segna il primo gol, poi porta via i difensori sgombrando l’area per Salsaemerengue in occasione del secondo, mette dentro il rigore del 3-2, contribuisce persino all’ultimo gol della Roma. L’arbitro decide che ne vuole un pezzo anche lui e pur di scrivere il suo nome sul suo taccuino, lo ammonisce a caso.
Krunic – TOCCATA E FUGA
Sarebbe bello vederlo ripetere l’exploit di Glasgow, quando è apparso all’improvviso in area per una toccata da re minore, invece offre una ventina di minuti in bemolle.
Castillejo – FUGA DI GAS
Non precisamente esilarante.

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