Le Pagelle Che Non Lo Erano: Milan-Roma 2-2

La scelta dell’argomento delle Pagelle Senza Voti di Milan-Roma non dovrebbe costituire un enigma per chi ha visto la partita, cosa che ci consente di tagliare corto con le motivazioni e immergerci in questa polla di lacrime.

Tatarusanu – POLLON POLLON COMBINAGUAI
In mezzo ai pali, felice tu stai: la Roma non tira in porta per l’intera partita, e lui passa inosservato praticamente fino a quando non arrivano le tre palle alte a fine partita: una la prende mentre San Siro trattiene il fiato, le altre due vengono colpite liberamente di testa al limite dell’area piccola, dove – dicono alcuni – un portiere lungo come lui dovrebbe farsi valere.
Calabria – CANTAGALLO di Robin Hood
“Com’è triste subir questa tirannia, e non poter volare via dopo tanto pianto”. Gioca una gara accorta, e dopo uno svarione nel primo tempo (bevuto da Zalewski), non concede più nulla agli avversari sul piano del gioco – anche grazie a Salsaemerengue che lo soccorre in raddoppio. Mostra qualche limite di autorevolezza come capitano quando l’uomo col fischietto inizia a cedere ai Mourinhani che gli latrano in faccia ogni volta che possono, e tuttavia l’unico ammonito per proteste di tutta la partita è Tonali.
Kalulu – APOLLINAIRE
Guglielmo Alberto Wladimiro Alessandro Apollinare de Kostrowitzky, poeta, scrittore, drammaturgo, critico d’arte francese negli anni d’oro dell’arte parigina, si infilò in tutti i cubismi e surrealismi e futurismi che incontrava. Allo stesso modo Kalulu entra in ogni singolo gol della partita: bene quando segna di testa (finalmente!) su calciod’angolismo, bene quando blocca un tiro Pellegrinista permettendo la pittorica ripartenza che ci porta sul 2-0; un po’ meno bene quando sul 2-1 non si capisce di quale romanismo si stia occupando, e infine, in occasione del pareggismo, quando si macchia di un pochino di lassismo lasciando che tutto avvenga sotto i suoi occhioni pieni di cerbiattismo. Peccato davvero: gli è mancato solo un po’ di Kjaerismo.
Tomori – FUNKY GALLO
Vigore e mazzate per tutti in 85 minuti quasi esaltanti – ma allo zucchero subentra l’amarezza nel finale, perché è difficile togliersi dalla mente il suo salto a vuoto su Ibanez; e anche sul pareggio, non riesce ad arrivare prima degli avversari sul pallone fatale. Non stiamo certo dicendo che ci hanno rimontati per colpa sua, no, questo non lo stiamo dicendo – credeteci. Ma per colpa di chi, chi, chi?
Theo Hernandez – FOGHORN LEGHORN
In italiano, “Garlo il Gallo” (ouch), è protagonista di una serie vintage di cartoni Looney Tunes nei quali non tace un attimo e ingaggia una immancabile escalation di violenza e rappresaglie con il cane da guardia della fattoria. Fa ammonire tre avversari ed è probabilmente il suo record; in attacco va per tre volte ad alzare la cresta nell’aia romanista, però in difesa finisce in debito di ossigeno, con la Roma che attacca soprattutto dal suo lato – e da lì arrivano le azioni che portano ai giallorossi i loro preziosi calci piazzati.
Tonali – POLLO CANALIS
Partita semplice e – ci era parso – efficace come la ricetta della impagabile celebrity. Non siamo del tutto sicuri di aver visto qualche schema di gioco nella squadra allenata dallo Specialone, ma grazie a Tonali e al professore al suo fianco, il centrocampo della Roma gradualmente è sparito dal centrocampo e poi da tutto il campo, richiamato in panchina per evitare del tutto il confronto. L’ammonizione per proteste è molto fastidiosa, sia perché il fallo di mano era pressoché inesistente, sia perché era diffidato.
Bennacer – JACKSON POLLOCK
Il suo non è gioco, è action painting: mette espressionismo astratto nel nostro calcio, e sarà un caso ma quando esce iniziamo gradualmente ad arretrare.
Saelemaekers – GINO THE CHICKEN
Qualcuno se lo ricorda? Personaggio di culto nella preistoria del web italiano, vezzeggiato da una quantità impressionante (e preoccupante) di intellettuali, per un certo periodo sembrava essere ovunque; lo stesso vale per Salsaemerengue, che in questo periodo si scaraventa ovunque, mai con lucidità (non ne ha mai avuta troppa) ma veemendo tutta la sua veemenza. Dà l’impressione di giocare il pallone sempre meno, cosa della quale non ci si accorge nemmeno molto perché non è mai stato il suo forte, con buona pace del sempre esilarante Luca Marelli che insinua che il belga sia in grado di mirare deliberatamente il braccio di un difensore in area.
Giroud – LE COQ GAULOIS
Sei rimasto un po’ al primo tempo della finale mondiale, eh, Ollie? È un po’ spremuto e non sembra più trovarsi bene coi compagni di manovra (ha una sola palla pulita, e la colpisce fin troppo bene, di testa in mezzo alla porta dove trova Rui Patricio). Tuttavia in difesa il suo contributo è spesso sottovalutato, e avremmo preferito vedere il gran galletto galleggiare nel drammatico finale.
BrahimDiaz – ROCKY di Galline in Fuga
Siamo di nuovo in una di quelle fasi in cui ci viene il dubbio che l’unico modo di vederlo decollare sia spararlo con un cannone: non riesce a proporsi per l’ultimo passaggio in avanti, non impensierisce realmente il portiere quando tira da fuori, non riesce praticamente mai a saltare i grossi autoveicoli che Mourinho ha parcheggiato in difesa.
Leao – PORTO GALLO
(…d’accordo, avete ragione, ma come potevamo esimerci)
Forse anche a causa del terreno scivolone esibisce una quantità ridotta dei suoi proverbiali “strappi” anche perché l’allenatore avversario non è l’ultimo dei catenacciari (essendo il primo), tuttavia quando appare lascia il segno – soprattutto con la lettura e l’assist per il gol di Pobega.
Pobega – IL GALLO DEL RISO OMONIMO CHE NON NOMINIAMO PER NON FARE PUBB – ops. Troppo tardi
Ride bene chi ha riso ultimo, o perlomeno questo era quello che speravamo di poter dire quando molti, noi per primi (stolti, e con la bocca che abbonda di riso) abbiamo pensato che il suo ingresso fosse il modo di Pioli di barricarsi dietro. In realtà, no: primo perché Tommasone ha centrato la porta con encomiabile applicazione, e secondo perché non ci si barrica spalancando la porta.
Vranckxx – APOLLO
Da qualche tempo, il fatto che i francesi producano barzellette volte a canzonare la dabbenaggine dei belgi ci sembra dotato di qualche base razionale. Il povero Aster, un po’ poll-Aster, fa quello che tutti i nostri avevano diligentemente evitato per tutta la partita: tocca in zona pericolosa Dybala: dopo 92 minuti l’Icaro argentino può finalmente realizzare il suo sogno di volare; come se non bastasse Aster nel saltare sulla sua punizione ne cambia la traiettoria confondendo i nostri – ma non i loro, gli déi li confondano.
DeKetelaere – APOLLODORO
Voi penserete a una grassa freddura aggrappata al nome di questo antico storico ateniese – giammai! Alludiamo invece al fatto che malgrado sia ancor oggi rispettatissimo, praticamente nessun vivente ha visto le sue famose opere, andate perdute a eccezione di circa cento frammenti che non si sa nemmeno in cosa fossero inseriti. Però ci garantiscono che è esistito, che è entrato in campo, e noi abbiamo una gran fede, diremmo quasi d’oro.
Gabbia – IL PULCINO PIO
Entra per far valere i suoi centimetri contro l’avanzata dei trattori avversari, ma i trattori broom, i trattori broom, e il pulcino – oh.

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