Le Pagelle Che Non Lo Erano: Milan-Fiorentina 2-0

L’evento della settimana è stato naturalmente l’addio a Diego Armando Maradona, ma con un tributo all’interno di una partita come Milan-Fiorentina ci pareva un po’ di sminuirlo. Tuttavia, la sola ipotesi ci ha portato a considerare la curiosa idiosincrasia tra noi e il suo Paese, che ha dato al mondo e all’Italia una quantità enorme di giocatori che hanno portato gloria a parecchie squadre italiane – ma non a noi, che pure, se permettete, siamo in giro da 120 anni e abbiamo fatto dato un po’ di lustro a tante bandiere. Però, misteriosamente, con gli argentini è sempre successo qualcosa di balzano (Coloccini, Biglia, Higuain – o il più meritevole di tutti, il tifoso milanista Hernan Crespo). Persino quelli che hanno scritto il loro nome nella nostra Storia, lo hanno fatto in modo un po’ accidentato (come Combin o Guglielminpietro… o Claudio Borghi). Così, forse per interrompere questo sortilegio – o per consolarci – per le nostre Pagelle Senza Voti renderemo omaggio all’Argentina e ai suoi più grandi talenti non calcistici.
 
Donnarumma – GUILLERMO VILAS
Come l’implacabile tennista, dalla linea di fondo ribatte semplicemente ogni cosa con le sue racchettone: capolavoro di reattività la volée con cui neutralizza la bordata di Vlahovic (grazie anche al palo, legnoso ma affidabile compagno di doppio), magistrale per lettura della situazione il diritto con cui rintuzza la palla-break di Ribery, sicura la schiacciata a terra sul tentativo finale di Pezzella. Preferiremmo sapere che ha una relazione con una principessa monegasca invece che con Raiola, ma non si può avere tutto (…anche se ovviamente, non è quello che pensa Raiola).
Calabria – EVITA PERON
C’era una volta una giovane attrice di quart’ordine, considerata troppo scarsa per palcoscenici scarsi – dopo averla odiata, un popolo finì per chiederle di diventare vicepresidente. Davidito stavolta non si limita a riportare in campo un furore pasionario che ci era sicuramente mancato a Lille, ma con Salsaemerengue – al quale serve l’incredibile filtrante che porta al primo rigore – costituisce una nuova Destra alla quale nessun ideologo sano di mente avrebbe mai pensato qualche mese fa, ma che annichilisce l’opposizione.
Romagnoli – BELEN RODRIGUEZ
Un suo filmato provocante fa un po’ discutere, ma il suo guizzo cambia la partita, e ci piace pensare che cambi anche la sua stagione: ha bisogno che i milanisti ricomincino a trovarlo sexy, e bisogna dire che tornare dopo tanto tempo ad avere delle fantasie proibite sui calci d’angolo potrebbe essere un primo passo.
Kjaer – MARTIN CASTROGIOVANNI
È il nostro pilone, ma proprio nel senso edilizio: regge imperturbabile l’edificio difensivo, e anche se si capisce che un po’ gli dia fastidio non andare in meta, per ora ci basta che dissuada gli avversari dal farlo.
Theo Hernandez – JUAN MANUEL FANGIO
Sulla sua pista c’è Callejon, ma quasi nessuno se ne accorge: non si fa mai superare, e quando spinge sull’acceleratore qualcosa lo porta sempre a casa. Per esempio, quando sgomma su Caceres, il secondo rigore – che naturalmente non c’era, così come non c’era il primo, così come non ci sono i nostri proprietari e non c’è coviddi, è tutta un’epoca di non esserci.
Tonali – DANIEL BAREMBOIM
Inizia a prendere confidenza con l’orchestra: ogni tanto sbaglia, ma il piano (ehm) è proprio quello di fargli prendere dimestichezza con lo spartito. Kessié e Calhanoglu lo aiutano a tenere il ritmo, poi quando rientrerà in campo Wagner, ci penserà lui a dargli quell’impeto che un po’ sembra mancargli.
Kessié – JORGE MARIO BERGOGLIO
Questa cosa in quanto musulmano sembrerà indelicata, ma la Presidenza non ci basta più, in lui riconosciamo un’autorità superiore: è la guida pastorale delle nostre pecorelle, il vicario di Desailly in terra. Occupa ogni casella del tabellino, dall’assist per Romagnoli al gol su rigore; e ci sono anche il rigore sbagliato e un’ammonizione un po’ fastidiosa verso la fine, che comunque sottintende che non stava abbassando la guardia (né il braccio).
Saelemaekers – ASTOR PIAZZOLLA
Si esibisce in un tango furioso sulla fascia ma anche nell’area avversaria, esibendo movenze che forse nemmeno lui sapeva di possedere; peccato che venga sbilanciato al momento del tiro nel primo dei due rigori che non c’erano, perché si era inserito così bene da meritare il gol.
Calhanoglu – JORGE LUIS BORGES
Si muove solenne tra specchi e labirinti con rapidi, affascinanti racconti, ma non c’è verso che ottenga il premio Nobel, né su un tiro fantastico nel primo tempo, né su una conclusione che impatta il palo e poi su un altro buon destro da fuori, ben indirizzato ma deviato in angolo. Speriamo che, come il mirabile scrittore, sia superiore a queste basse soddisfazioni: son cose per svedesi.
Brahim Diaz – MARTINA STOESSEL
Come la piccola star della Disney, è il baby-prodigio che fa l’audizione per misurarsi con la viola, ed evidenzia che è un po’ una Violetta; non sembra piacere ai pochi adulti attorno a lui, da Rebic a Calhanoglu, ma quando mette sulla testa di Kessié il calcio d’angolo che porta al vantaggio ottiene la sua decisiva benedizione; da lì in poi trova modo di infliggere qualche ritornello ai malcapitati avversari, ma è possibile che come tanti bimbi si trovi meglio giocando con nonno Ibra.
Rebic – ERNESTO GUEVARA detto CHE
Formalmente non entra in nessuna delle azioni che rovesciano il governo avversario, ma a ben guardare lotta continuamente per 90 minuti in ogni zona del campo come un guerrillero, pressando e menando, perché “Al nemico non bisogna lasciare un minuto di tranquillità, bisogna farlo sentire come una belva braccata”. AdelANTE!
Krunic – Joaquin Salvador Lavado detto QUINO
È da un po’ che il suo ingresso in campo equivale a un comando “Freeze!” da parte della nostra panchina, contenta del risultato: lui entra e come Mafalda, cui somiglia anche per carica agonistica, suscita un sorriso rilassato e bonario in compagni e avversari – come se fosse la vignetta conclusiva della partita, che suscita l’ammirazione per il finissimo umorismo dei nostri disegnatori.
Hauge – GUILLERMO MORDILLO
Per lui solo una vignetta senza parole, ma sicuramente seguita da un sorriso tondo come un due a zero, rotondo come tre punti, rotondissimo come un primo posto. 

3 Risposte a “Le Pagelle Che Non Lo Erano: Milan-Fiorentina 2-0”

  1. Con voi si vola alto sempre,leggervi è un piacere intellettuale
    Krunic/Mafalda mi ha entusiasmato, Diaz/Stoessel una finezza che purtroppo non so quanti possano cogliere
    Per apprezzare le vostre pagelle appieno ci vuole una cultura enciclopedica alta/bassa alla Umberto Eco che è ormai patrimonio di pochi..

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