Per quest’anno non ci sentiamo più in grado di pagellare i nostri giocatori mediante aspetti eminenti della città degli avversari: ci spiace per Ferrara e Benevento, ma un altro anno con l’incubo di Sassuolo e Udine non ce lo meritiamo. Perciò avevamo pensato a PagelleSenzaVoti ispirate ai fatti più importanti della settimana. Beh, non siamo partiti bene da quel punto di vista lì. Abbiamo pertanto ripiegato su un anniversario che è stato un pochino rimbalzato dai media, i 40 anni dalla morte del RE DEL ROCK’n’ROLL! (per i ventenni: no, non è il biondo che si è sparato col fucile) (per i trentenni: no, non è il Gabibbo) (per i quarantenni: no, non è “Coso, Quello Di Fast & Furious Che È Morto”) (per i cinquantenni: no, non è Fonzie) (per i sessantenni: no, non è Little Tony – però quasi! Insomma, è The King! Elvis!) (perché qualunque cosa dicano gli uomini saggi, non possiamo evitare di innamorarci di questo Milan…)
La incontrò che andava ancora a scuola, la coprì di regali, la sposò col consenso dei genitori e del procuratore Parker, ma eccetto due-tre occasioni in cui si fece trovare pronta (per esempio, rimanendo incinta la notte delle nozze) non venne particolarmente sollecitata. Comunque diede al mondo un’altra Presley esattamente come lui ha dato al Milan un altro Donnarumma.
Rodriguez – L’ED SULLIVAN SHOW
Anche se nelle immagini lo si vede solo dalla cintola in su, cioè nella metà campo avversaria, basta per farci gridare come ragazzine davanti alla tv.
Non è un terzino, è un secondino: tutti i prigionieri ballano alla musica che vuole lui.
Bonucci – MILIARDARIO MA… BAGNINO
Un paragone tra il re del rock’n’roll e Massimo Ceccherini potrebbe far rigirare Elvis nella tomba – se fosse davvero morto, chiaro. Tuttavia, come per il prelibato comico toscano, la sua filmografia consta di 25 film che sono un oltraggio al cinema, e 5-6 film guardabili (ma giusto se avete solo una tv col digitaleterrestre in cui 99 frequenze sono misteriosamente occupate dal canale “Amici di Medjugorje”) (non ridete: chi scrive sa cosa significa). Questo film, che non fa parte dei 5-6, ha un titolo che si adatta alla prestazione del nostro capitano: probabilmente è ancora balneare. Ma se dovesse continuare a distrarsi così in area, ci toccherà darlo in prestito e cercare qualcuno di più forte.
Conti – IL JET PRIVATO
Kessiè – GRACELAND
Quest’uomo è una villa con ventitre stanze, una delle quali ci ha dentro una cascata.
Locatelli – LISA MARIE
L’erede universale non ha ancora le idee chiare su cosa vuol fare – nel frattempo butta via un po’ di palloni, fa un po’ di falli, sposa un po’ Michael Jackson, un po’ Nicolas Cage. Se non altro non fa danni; però si trovi un progetto, non si possono avere 49 anni tutta la vita.
Al di là di quello che effettivamente produce, rimarremmo incantati per ore a guardarlo.
Suso – L’ULTIMO SPUNTINO
Ovvero, la megaporzione di gelato e i biscotti al cioccolato che furono l’assist e la stilettata da centroarea coi quali la partita di Elvis si concluse; non si trattò, anche se è più intrigante da raccontare, dell’abituale, ghiottissimo paninazzo a base di burro d’arachidi, banana e pancetta, cionondimeno il Suso visto a Crotone avrebbe potuto mangiarsene uno intanto che saltava l’uomo.
Cutrone – KAY
Per il suo 11mo compleanno, Elvis Aaron avrebbe desiderato una bicicletta o un fucile (giocattolo, riteniamo. Non aveva ancora un televisore cui sparare, né tantomeno presentatrici di Sky a irritarlo). Sua madre però non poteva permetterseli, e dovette accontentarsi di una chitarra dell’oscura marca Kay, acquistata al Tupelo Hardware Store per un pugno di dollari (non più di 12). Qualche tempo dopo, con quella chitarrina il giovane camionista sarebbe andato a incidere il suo primo gol (onestamente non sapremmo essere più metaforici di così).
Borini – L’IMPERSONATOR
Si dice che l’anno della sua morte ci fossero in giro 170 imitatori, e oggi siano 250mila. Non sappiamo chi li abbia contati (…non venite a dire che voi fate un lavoro più complicato) ma abbiamo la sensazione che Borini stia cercando di imitare ben DUE re del rock’n’roll che non sono più tra noi: Lapadula e Poli. Non è artisticamente eccelso ma strappa sempre un complice applauso.
Andrè Silva – LAS VEGAS
La parte finale, un po’ malinconica, dello show, con vani tentativi di essere rilevante ma senza riuscire a fare vero rock’n’roll. Ma l’importante è che sia vivo – ehi, come Elvis del resto.