Inter-Milan 2-2, le Pagelle Che Non Lo Erano

Come forse avete inteso dire, se siete gente ben informata, è stato il primo derby cinese. Forse avete anche letto o sentito prestigiose battute in cui la letttera elle sostituiva la lettera erre, anche da parte di scintillanti giornalisti pronti a sfoderare amenità che curiosamente non si sognavano di sussurrare quando Gheddafi aveva una bella percentuale di quote di una certa squadra – ed era peraltro il meno delinquente del mazzo. Così, tanto per portare un po’ di musica nuova, eccoci qui a portare un po’ di musica, appunto, contenente accenni al Celeste Impero: su, cantate con noi qualche canzonCina – ahaha.
Donnarumma – David Bowie: China Girl
“Non dovresti aver a che fare con noi, rovineremo tutto quel che sei”. Ovvero: BASTA retropassaggi a quest’uomo. Quanto al primo gol, stupisce più che non vada istintivamente a proteggersi la faccia (cosa che poteva esserci utile) che non una eventuale mancata uscita su Candreva scortato fino in area piccola dal solerte capitano. Per il resto non è chiamato in causa praticamente mai dagli strepitosi guerrieri che a ogni mossetta eccitano l’eccitabile pubblico di casa.
Calabria – Ella Fitzgerald: Slow boat to China
Un passo indietro rispetto alla prova col Palermo: paga la tassa Perisic, ma poteva andare anche peggio. Più che altro, quando sale ha il dinamismo di una nave diretta verso la Cina – e una lenta, per di più.
Romagnoli – Club Dogo: In discoteca (Chi se ne frega)
Con l’ignoranza greve del trio che proclama che “La vita è corta come il pistulino dei cinesi” (cosa che non ne aumenta granché la popolarità in via Paolo Sarpi) entra quasi a gamba tesa su quello snobissimo pallone che fino a quel momento stava stupidamente premiando i nostri avversari.
Zapata – The Doobie Brothers: China Grove
A volte tocca constatare con stupore che il vecchio rock’n’roll più crapone risulta più esaltante delle mirabilie technodancepop prodotte da quegli stupidi nerd svedesi. È il migliore in campo (insieme al loro leader di giornata, Handanovic) e questo già prima del momento di umoristica coordinazione finale che solo gli déi possono aver guidato.
De Sciglio – Paolo Conte: Lo zio
“Shoe shiner, shiner, shiner, come back to my Chinatown”. Sono anni che ci speriamo, sono anni che ci vogliamo credere, ma non c’è nulla da fare: sarà sempre e solo degno, al massimo, di lustrare le scarpe ai nostri difensori di una volta, specie quelli diventati capitani.
Mati Fernandez – Franco Battiato: Centro di gravità permanente
“Per le strade di Pechino erano giorni di maggio. tra noi si scherzava a raccogliere ortiche”. Ecco, è quel che sembra fare lui. Non è inerte, si dà da fare, ma ci sfugge un po’ il reale contributo al benessere generale di quell’indefesso raccattare ortiche.
Sosa – Ivano Fossati: La cinese
Versione per i fan di Fossati: fondamentale straordinario capolavoro solo impercettibilmente al di sotto altre opere titaniche e ancora più irrinunciabili del gigantesco maestro. Versione per noi buzzurri: sarà anche maestro e pure professore, ma che impressionante schifezza.
Kucka – Amanda Lear: Queen of Chinatown
Malgrado un riconosciuto carisma e storia personale, ne ha fatte di boiate. Gioca la partita di Pasalic, senza rivelarsi inspiegabilmente rapace come capita a Pasalic. Così, quando come l’Amandona si accomoda lontano dalle luci dei riflettori, capita che il credito di cui gode aumenti.
Suso – Guns’n’Roses: Chinese Democracy
La sua partenza è un riff di quelli che squassano, ma poi si perde via: ci prova sempre, ma nel secondo tempo a ogni movimento si ritrova attorno tanti interisti più o meno quanti sono i chitarristi ingaggiati da Axl Rose per sostituire Slash.
Deulofeu – Coldplay, Rihanna: Princess of China
Brilla di puro glamour, ma I risultati non arrivano: ci si mette il palo, ci si mette Handanovic (il migliore di quei dominatori nati dei nostri avversari), ci si mette pure lui che a volte è francamente cincischioso, ci si mette Orsato che non abbocca alle sue pantomime barcelloniche – che detto tra noi, stanno diventando un po’ stucchevoli. Peccato perché la partita a un certo punto sembrava fatta apposta per lui.
Bacca – Van Halen: China Town
Oggi mette malinconia ma ha conosciuto tempi in cui era irresistibile. Più o meno negli anni Ottanta.
Lapadula – Litfiba: Il vento
“Col mio cuore in quella piazza tieni a mente Tienanmen”. Come sempre porta a casa l’ammirazione retorica per essersi battuto generosamente. Però diventa sempre più improbabile l’ipotesi di vederlo portare a casa il pallone.
Locatelli – Lily Allen: Chinese
La canzone inneggia al cibo cinese, e al suo grande mistero: non è buono, ma ci piace. Quando entra in scena, i nostri avversari lo capiscono dall’odore, che c’è qualcosa di speziato nell’aria: quelli che non randella, si buttano in terra spontaneamente, anche in spregio alla supervirilità maschiona che da sempre decantano.
Ocampos – Sfera Ebbasta: Ciny
Ma no, ma si parla di Cinisello Balsamo, non di Cina, ma che c’entra, che c’entra??? CHE C’ENTRA?????

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