GenoaMilan 1-0: le Pagelle Che Non Lo Erano

Fabrizio De André, tifoso del Genoa, è stato notoriamente il cantautore dei vinti. E chi più vinto di noi? Ecco perché, per il consueto omaggio ai nostri avversari di giornata che caratterizza queste Pagelle Senza Voti, abbiamo scelto tra le sue canzoni che hanno visto protagonisti tanti perdenti, umili, infelici, illusi, meschini, perseguitati dalla Storia, scarsi, maledetti imbecilli (d’accordo: ai maledetti imbecilli forse non si è ispirato in senso stretto) per valutare le prestazioni dei nostri; e a tutti loro dedichiamo il suo sguardo pieno di compassione e umanità. Invece che il nostro, pieno di kerosene. 

Diego Lopez: STORIE DI IERI. “Il bambino nel cortile si è fermato. Si è stancato di seguire gli aquiloni. Si è seduto tra i ricordi vicini e i rumori lontani; guarda il muro e si guarda le mani”.

De Sciglio: CANZONE PER L’ESTATE. “Col tuo freddo di montagna e il divieto di sudare e più niente per poterti vergognare. Com’è che non riesci più a volare? Com’è che non riesci più a volare?”.

Romagnoli: AMICO FRAGILE. “Evaporato in una nuvola rossa, in una delle molte feritoie della notte”.

Zapata: DOLCENERA. “Nera di malasorte che ammazza e passa oltre. Nera come la sfortuna che si fa la tana dove non c’è luna. Nera di falde amare, che passano le bare”.

Calabria: GEORDIE. “Salvate le sue labbra, salvate il suo sorriso, non ha vent’anni ancora. Cadrà l’inverno anche sopra il suo viso: potrete impiccarlo allora”.

De Jong: CANZONE DELL’AMORE PERDUTO. “Ricordi, sbocciavan le viole. Con le nostre parole: non ci lasceremo mai, mai e poi mai. Vorrei dirti ora le stesse cose. Ma come fan presto, amore, ad appassire le rose”.

Montolivo: IL FANNULLONE. “Non si sdegni la brava gente, se nella vita non riesco a far niente. Ho anche provato a lavorare, senza risparmio mi diedi da fare, ma il sol risultato dell’esperimento, fu della fame un tragico aumento. Non si risenta, la gente per bene, se non mi adatto a portar le catene”.

Bertolacci: ANDREA. “Andrea s’è perso. E non sa tornare. Raccoglieva violette ai bordi del pozzo. Gettava riccioli neri nel cerchio del pozzo. Il secchio gli disse: signore, il pozzo è profondo; più fondo del fondo degli occhi della Notte del Pianto. Lui disse: mi basta, mi basta che sia più profondo di me… Andrea s’è perso. E non sa tornare”.

Luiz Adriano: CANTO DEL SERVO PASTORE. “Qual è la direzione, nessuno me lo imparò. Qual è il mio vero nome, ancora non lo so”.

Balotelli: IL BOMBAROLO. “Intellettuali d’oggi, idioti di domani, ridatemi il cervello che basta alle mie mani; profeti molto acrobati della rivoluzione, oggi farò da me, senza lezione”.

Bonaventura: QUELLO CHE NON HO. “Quello che non ho è un orologio avanti per correre più in fretta e avervi più distanti. Quello che non ho è un treno arrugginito che mi riporti indietro da dove sono partito”.

Rodrigo Ely: S’I FOSSE FOCO. “S’i’ fosse foco, arderei ‘l mondo; s’i’ fosse vento, lo tempesterei; s’i’ fosse acqua, ì’ l’annegherei; s’i’ fosse Dio, mandereil ‘en profondo”.

Kucka: UN MATTO. “Tu prova ad avere un mondo nel cuore – e non riesci ad esprimerlo con le parole”.

Bacca: LA BALLATA DEL MICHE’. “Quando hanno aperto la cella era già tardi – perché con una corda al collo, freddo pendeva Mihajl… Ehm, Miché”.

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