Cesena-Milan: le pagelle che non lo erano

Di Franco Causio, il barone – un campione del mondo, uno che ha giocato a scopone con Pertini, nonché uno dei pochi juventini dai quali si poteva accettare di prendere il gol – si ricorda una gaffe: arrivato a Cesena, chiese una stanza con vista sul mare. Ora: quanti di voi hanno sempre saputo che la cittade romagnola, anche lei peraltro abbondantemente gobba, NON è sul mare – a differenza di Cesenatico? L’equivoco, irritante per i cesenati, è abbastanza diffuso. Ma orbene: essendo noi oggi indispettiti dalla partita, per fomentare un dispetto globale paragoneremo i nostri giocatori a località romagnole dotate di bagnasciuga. Tiè.
ABBIATI – Il solito parco dei divertimenti: venghino, venghino, a Savio di Ravenna c’è Mirabilandia. Che in autunno chiude – mentre lui non chiude MAI.
ABATE – Nel primo tempo, per il nostro infinito ancorché compiaciuto basimento, sprinta, piega e ripiega come sul circuito di Misano Adriatico. Nel secondo, si trasforma in uno scquacquerone.
ZAPATA – A tratti, incredibilmente, sembra un Pascià – poi, quelli davanti a lui se ne vanno al Cocoricò, e lui va sott’acqua tipo al Delphinarium: da lì in poi, è puro StrizzaCool (…oh, questa è scema quanto facile; dai che ci siete arrivati).
RAMI – Come spesso succede, la vita con lui è una gita a Cattolica: in attacco esaudisce le nostre preghiere, ma in difesa istiga alla bestemmia.
DE SCIGLIO – Primo tempo, sembra rimasto a Milano; nella ripresa si avvicina alla partita – o quanto meno, lo segnalano a Milano Marittima.
DE JONG – Oggi la rocca è presa d’assalto, ma si vede da subito che, come San Marino non ha accesso al mare. E se gli venisse applicata una fiscalità più sensata, non finirebbe la partita.
BONAVENTURA – Alto livello, forse persino più di quanto sperassimo: inappuntabile e pulito, forse ha persino l’approvazione di Legambiente come Lido di Classe.
POLI – Porta in campo quella carica di adrenalina ed eccitazione che ha reso celebre Gatteo Mare.
HONDA – A parte un paio di punizioni, rilassato come i Lidi Ferraresi. “Ohi, mo guarda che non sono mica in Romagna, vè”. Giusto. Nemmeno lui.
TORRES – Storico e dispendioso, ma anche pesante e un po’ pacchiano proprio come il Grand Hotel di Rimini – e oggi, nemmeno così vistoso.
MENEZ – Direttamente dalle Saline di Cervia con il suo calcio salatissimo. A volte francamente anche troppo.
ALEXPinarella. Ovvero: una frazione. Quella in cui soffriamo di più; lui si adegua e soffre anche lui (attività del resto piuttosto diffusa a Pinarella).
PAZZINI – Vero che entra, di nuovo, in una fase tutt’altro che agevole, ma la sensazione è che i giorni da ariete siano finiti: non più vitellone, non più cacciatore della notte, non più a castigare le straniere e i portieri – ma pronto per una paciosa Cesenatico a giocare coi bimbi. E anche lì, annasperebbe un po’.
ESSIEN – Con tutte le pensioni che ci sono a Gabicce, doveva proprio venire in pensione a Milanello.

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