Carpi-Milan 0-0: le Pagelle Che Non Lo Erano

Per le nostre pagelle senza voti, come sempre ispirate dagli avversari, dopo lunga riflessione abbiamo eletto a rappresentante di Carpi il prestigioso cantante e musicista Paolo Belli, in quanto residente (anche) in loco, e autore dell’inno sociale. Che poi sia gobbissimo e autore anche dell’inno della sua vera squadra del cuore, è abbastanza in linea con la schietta disponibilità del Carpi a raccattare quel che c’è, compresi un Borriello e uno Zaccardo. E contro questa squadra dotata di tanta buona volontà, i nostri hanno brillato giustappunto quanto le canzoni di Paolo Belli in un festival rock.

Donnarumma – SOTTO QUESTO SOLE
Il maggiore successo sia di Mihajlovic che di Belli è un’operazione giovanile. Poi a ben guardare non fa niente di veramente memorabile, ma ci si può costruire sopra qualcosa: Belli ci ha appoggiato la sua carriera, noi potremmo appoggiarci la squadra del prossimo decennio. Oppure venderlo a una squadra veramente forte, e col ricavato comprare tre scarti del Genoa.
Abate – CIAO
Un’altra di mille prestazioni blande, insipide, stupide, squallide, pallide, putride, rigide, sordide. Eppure, amici, ne vedremo altre mille, perché anche se la cosa è inspiegabile, lui è intoccabile, indispensabile, implacabile, inesorabile. Perciò come il sempre accattivante Belli cantiamo allegramente: “Ciao! Ci rivediamo tra una settimana! Questo nostro viaggio non si ferma mica qui”.
Alex – UN TIPO NORMALE
Lo puntano spesso, specialmente Lasagna ma anche se un po’ scompostamente, riesce a non farsi buggerare (…anche se alla fine del primo tempo, sono i 90 kg di Donnarumma a causare il carpiato del carpense). Un po’ di clean sheet lo si deve anche a lui, e alla sua partita da giocatore normale. “Penso al mio fegato grosso all’aumento che c’è di criminalità Alla nuova smart in vetrina alla figlia del capo alla mia dignità”.
Romagnoli – IO SONO UNA SPERANZA
Con moltissime sbavature anche da cartellino giallo, specialmente nella metrica, resta uno dei pezzi più piacevoli del repertorio. “Io sono una speranza – e sono disperato”.
De Sciglio – UNA PICCOLA BESTIA DI RAZZA DI CANE
Canzone intrisa nello strazio, dedicata a un esserino patetico e commiserevole. Come si può voler così male a una creaturina capace di tanto amore, ovvero il tifoso milanista, brutalizzandola anche quest’anno con De Sciglio? Intendiamoci, non è la sua partita peggiore, ma solo partendo dal presupposto che la sua ambizione è ormai è non far danni. La verità è che qualcosa non ha funzionato, e sono mesi, anni che aspettiamo una prestazione da ammirare. Chiedetelo ai fantacalcisti: persino Bovo, persino Diakite, Santon, Cacciatore – persino MESBAH a volte imbrocca la partita. Se c’è un Cesena, un Vicenza, un Novara disposto a farlo crescere in serie B, forse non è troppo tardi. Quel che è certo è che a Milanello non ci sono riusciti. E a Coverciano neppure.
Kucka – SAI CHE COSA C’E’
C’è stato un momento in cui lo abbiamo guardato e abbiamo pensato che fosse Hamsik? Ovviamente no. C’è stato un momento in cui abbiamo guardato Paolo Belli e abbiamo pensato che fosse Vasco? Ovviamente no, eppure lui ci ha provato, con questo pezzo. Ma il risultato è una canzone che dice “Vorrei dirti tante cose ma non trovo le parole… A volte stiamo qui a parlare a volte che parliamo a fare”. Ecco.
Montolivo – UOMINI E CAPORALI
Un paio di giocate decenti, qualche recupero nella nostra area, dove sembra chiamato a far da difensore aggiunto – ma poco altro. Più che un capitano, sembra un caporale – e questo ci offre la gradita chance di citare un’ispirata strofa dell’intenso artista emiliano: “Uomini o caporali, che gran genio Totò! Non è vero che siamo tutti uguali, c’è chi è uno stronzo e chi no. Ahi la vida, costa lacrime sangue e sudor!” Ah, quando uno è poeta.
Bonaventura – COSI’ COSI’
Siamo così abituati a vederlo una spanna sopra gli altri, che quando si presenta in ciabatte anche lui ci rimaniamo male il doppio. Nel secondo tempo obiettivamente meglio, ma complessivamente, così così.
Cerci – JUVE (STORIA DI UN GRANDE AMORE)
La mente fatica a concepire qualcosa di più fastidioso – sia di questa canzone, che della partita del nostro Robben. Persino difficile decidere se l’apice della broccaggine venga raggiunto quando, pescato solo in area, sventa il possibile 1-0 (per noi) oppure quando, lanciato verso Belec, decide di non umiliarlo allungandosi il pallone di un metro e mezzo. Ringrazi che non si giocava a San Siro.
Bacca – MA QUANDO NON SEI QUI
Quando manca, ci manca. Ma quando c’è, evoca i versi del Maestro: “Sai che quando tu sei qui le mani vogliono stringerti; sai che vivo d’amore guardandoti, respiro con gli occhi tuoi”. Insulso? Eh, insomma, un pochino.
Niang – SENTI CHE ROMBOMBOM
La versione scrausa di una hit internazionale (Hot, hot, hot). La dimensione di Niang ora come ora resta questa, anche se dopo una settimana di lodi, si presenta spavaldamente intenzionato a prendersi la squadra sulle spalle. Apprezziamo lo slancio, ma dopo il buon tiro (centrale, vero) del primo tempo, vuole strafare. Accanto a un’entrata irresistibile in area sulla sinistra, emblematici un corner battuto in modo insensato e una punizione con la quale punisce tutte le nostre speranze.
Luiz Adriano – L’OPPORTUNITA’
La canzone di scottante rilevanza sociale che l’artista, affiancato da Pupo e Youssou N’Dour, portò a Sanremo qualche anno (per farci riflettere) (…soprattutto sulle condizioni economiche di Youssou N’Dour): “Caro amico sconosciuto, io mi sento combattuto tra la voglia di aiutare e i problemi da affrontare”. Anche se ogni volta che Luigi entra in campo, là davanti qualcosa si muove, Sinisa evidentemente è più propenso ad aiutarlo a casa sua.

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