Bologna-Milan 2-4: le Pagelle Che Non Lo Erano

Incipit vita Nove: a Bologna, nella nona di campionato, va in onda l’inverosimile sequel di una partita giocata da una squadra in undici contro una squadra in nove. E anche questa volta, come nel Bologna-Milan del 2017, la squadra in nove gioca meglio. Ma anche questa volta la portiamo a casa noi, quindi ci sentiamo di ringraziare questo esimio numero che alcuni ritengono maledetto, e risarcirlo con delle Pagelle Senza Voti dedicate al Nove e al Novismo.
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Tatarusanu – NOVE (Vicenza)
Come sapete, il 6 novembre 1796 presso il comune veneto si svolse la Battaglia del Brenta tra le truppe di Napoleone e gli austriaci. Con tremila morti francesi e duemila austriaci, gli spettatori vicentini concordarono che i secondi avevano vinto e tornarono serenamente a casa alle loro ceramiche. A parte una parata ravvicinata su Arnautovic sul 2-2, Tatone nostro sembra un po’ anche lui spettatore della battaglia di Bologna: non può fare niente sull’autogol di Ibrahimovic, non può fare niente – e infatti non lo fa – quando si ritrova davanti l’attaccante lanciato a rete.
Calabria – FALSO NUEVE
Tira una manzanilla formidabile, da consumato fromboliere, che tira giù come birilli i cinque rossoblù sulla linea di porta e ci issa sul due a zero, ah, che bella, serata serena, nel secondo tempo possiamo amministrare le forze, che bello rilassarsi un po’. Forse si illude quanto noi, perché sul gol di Musa Barrow sembra pensare già al sonnellino sul treno che porta a casa. Nei drammatici 20 minuti che precedono il pareggio si butta in avanti e prova a ripescare il jolly – non è cosa, però risulta tra i migliori.
Kjaer – NINE INCH NAILS
Mai lo avevamo visto così furioso con i compagni di squadra come in questo periodo. Intuisce la tendenza alla Downward Spiral ed è visibilmente Hurt. Suo il tracciante per Krunic in occasione della prima espulsione; anche se viene saltato dal notevole assist di Soriano in occasione del pareggio, non gliene faremmo una colpa, non è mai The Fragile della squadra.
Tomori – LE MUSE
Nel primo tempo è quasi inoperoso malgrado un incarognito Arnautovic, il quale tuttavia nel secondo tempo gli fa un sontuoso gioco delle tre carte in occasione del pareggio. Mentre lui è lì, la decima Musa, cioè Barrow, ci piazza il flauto in quel posto.
Ballo Touré – LA PROVA DEL NOVE
Come certamente sapete (…voi sapete un sacco di cose, è un piacere scrivere per voi) è il test di controllo per verificare l’esattezza del risultato di un’operazione aritmetica confrontando le radici numeriche degli operandi e del risultato. Tutti temevano che avrebbe sbagliato la partita, invece le sue radici sono ben dentro al match.
Bennacer – GRAVIDANZA
La sua partita sono ottanta minuti di doglie, e il gol arriva al termine di un parto laborioso e l’attesa è durata ben più di nove mesi – ma che gioia, che bella creatura, un dono dal cielo, ha gli occhi di suo padre, è per te, il fucco delle mele, è per te il roffo delle fragole, è per te ogni cofa che c’è ninna ooo ninna eee.
Tonali – MILANO CALIBRO 9
Finché è in campo, il centrocampo è un film poliziottesco anni ’70 in cui lui spara e ruba palloni, inducendo la gente perbene a chiudersi in casa intimorita. L’ammonizione induce Pioli a metterlo agli arresti domiciliari.
Krunic – PLUTONE
Come il nono pianeta, a un certo punto sparisce dal sistema solare, e diventa una specie di asteroide della partita. Ha un momento di gloria quando grazie al suo scatto il solito Soumaoro viene espulso, ma è l’unica meteora della sua partita.
Castillejo – ALDO NOVE
Come lo scrittore, in poco tempo passa dall’essere pulp e cannibale (contro il Verona) a essere fragile e malinconico, con lo sguardo nel vuoto mentre uno dei suoi tre muscoli lo consegna a un’altra storia senza lieto fine.
Leao – IL GATTO A NOVE CODE
Dà la frustata alla partita con il gol di apertura, che Medel ha l’intelligenza di rendere imparabile; ha il difficile compito di essere l’attaccante che ragiona e apre spazi per gli altri Phenomena; quando nel secondo tempo la nostra partita sprofonda nelle Tenebre, va un po’ a mosche – anche se di velluto grigio.
Ibrahimovic – LA NONA PORTA
Come nel libro di Arturo Pérez-Reverte (o se preferite, nel film di un regista che non nominiamo perché è molto bravo ma non è una bella persona – in pratica è l’opposto di Ferzan Ozpetek), nella sua partita compie tutto il percorso verso l’Inferno, e ogni sua scelta gli attira una dannazione da tutti noi: l’autogol che riapre la partita è solo la più vistosa. Ma alla fine, ecco che al termine del romanzo, arriva il colpo di scena (spoiler): all’ultima porta, scopriamo che il Diavolo si palesa quando non lo aspetti.
Bakayoko – NAZGUL
A quel che abbiamo capito del Signore degli Anelli – che per fortuna non abbiamo mai dovuto studiare a scuola, saremmo usciti pazzi – tutto il sistema di governo della Terra di Mezzo si basa su un gran lavoro di oreficeria: è il tipo di organizzazione sovranazionale demente dalla quale ad andarsene sarebbero stati tedeschi, belgi e forse persino gli spagnoli, mentre gli inglesi ci sarebbero rimasti tutti contenti. A quel che è dato sapere, vennero dati nove anelli agli uomini mortali che la triste morte attende (…sì, noi. Alè!). Ma come spesso succede agli uomini che mettono un anello a un dito, quei nove diventano sostanzialmente degli spettri, che iniziano ad aggirarsi per il campo un po’ grami, privi della verve che avevano un tempo. Così, l’ingresso del nostro Principe Nero è un fosco presagio che prelude al peggior momento della partita – e tuttavia, buttando in mezzo un pallone che viene respinto, Baka entra nell’azione che porta lo hobbit Bennacer a rompere l’incantesimo – il che contiene una qualche lezione sul Fato che noi non comprenderemo mai ma che ci guardiamo bene dal discutere.
Saelemaekers – IL CANALE NOVE
Come il canale che esiste sostanzialmente per trasmettere in continuazione il programma con le imitazioni di Crozza (più una ventina di episodi quotidiani di Torbidi Delitti, Delitti Sepolti e Ho Vissuto Con Un Killer), non offre uno spettacolo esaltante.
Giroud – SEI
Ha l’occasione più pulita di tutta la nostra partita, colpisce il pallone in modo fantastico, eppure segnano un po’ tutti tranne lui. E va beh, capitano le serate al contrario. Forse un po’ di maledizione del 9 bisogna sempre calcolarla.

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