Bologna-Milan 1-1: le Pagelle Che Non Lo Erano

Bologna-Milan era stata annunciata come la partita delle riserve e in parte lo è stata (Adli avrebbe da ridire). Ragion per cui, le nostre Pagelle Senza Voti sono dedicate a sostituti o scudieri che hanno fatto la Storia.

Maignan – PAUL McCARTNEY
Notoriamente nel novembre 1966, poco dopo aver inciso Revolver con gli amici, il bassista dei Beatles morì in un incidente e fu sostituito di nascosto da uno così bravo e somigliante che i compagni gli diedero subito fiducia, tanto da fargli impostare il gioco nei dischi successivi. Con buona pace di Thiago Motta, che essendo di stirpe dominatrice ha visto la sua squadra dominare, non è quasi mai impegnato dagli avversari ma si limita a dar sicurezza alla band e a provare ogni tanto a lanciare lungo per attaccanti che litigano con la palla quando è vicina, e polemizzano con lei quando è lontana.
Florenzi – CLAUDIO LIPPI
Come il compassato presentatore che si ritrovò al posto di Teo Teocoli in Mai Dire Gol, benché arrugginito riesce a mettere sapiente mestiere nella partita; cerca di incidere in avanti mettendo dentro palloni, cercando di saltare l’uomo e scaldando i guanti di Skorupski su punizione.
Thiaw – ANTONIO TAJANI
All’ombra di Berlusconi puoi anche essere nominato Ministro, o Presidente del Parlamento Europeo o Commissario dell’Unione Europea – ma nessuno ti prenderà mai sul serio (e non solo perché negli anni 80 eri nel partito monarchico). Malick non è ancora totalmente sicuro di sé (un po’ timidino, per esempio, sull’ingresso di Rebischer in area al primo minuto), ma osserva la circospezione necessaria a stare a galla in politica. Cosa che non è sempre sufficiente quando si ha un leader pirotecnico nella stanza dei bottoni: per provare a vincere la partita Pioli lo sostituisce negli ultimi 10 minuti con Gabbia, idea visionaria che avrebbe potuto consacrarlo Unto del Signore. Però no.
Kalulu – MAURIZIA PARADISO
Nonostante la credibilità accumulata nel suo pacato, placido percorso di crescita personale, sbagliò l’approccio all’impegnativo cimento di Colpo Grosso, nel quale era stata preceduta da Umberto Smaila – detto anche Umberto Smaiala. Allo stesso modo, Pierre torna inaspettatamente Pierino fin dalla prima azione, quando rimane nudo al cospetto di Sansone.
Ballo-Tourè – LUDOVICO TERSIGNI
A qualcuno è piaciuto, e ne prendiamo atto, ma a prescindere dalla valutazione del fatale contrasto al 20esimo secondo della partita, non lascia realmente traccia e crediamo che nemmeno gli estimatori siano pronti a dargli fiducia per l’anno prossimo.
Vranckx – PATROCLO
Cerca di mettersi nei panni di un altro guerriero e prova a seminare scompiglio sperando che ritengano un osso duro anche lui, ma quando tutti si accorgono che non è Tonali (e non ci vuole molto) viene sopraffatto dal centrocampo bolognese; nell’ultima mezz’ora il suo ruolo è quello di salma, ruolo nel quale non sfigura – proprio come l’amico di Achille, attorno al cui cadavere si accende una mischia furiosa.
Pobega – BRIAN JOHNSON
Non è Bon Scott, ma buttalo via: si batte in AC e in DC e ad alto voltaggio, assiste i compagni, va in tour in ogni angolo del campo e Shoot to thrill ogni volta che può, cogliendo il pareggio con un ragguardevole sinistro di prima intenzione da fuori area. Migliore dei nostri e quindi, ci sentiamo di dire, migliore in campo.
Saelemaekers – RED CANZIAN dei Pooh
Non è Riccardo Fogli (cioè Krunic), ma buttalo via. In una partita che parte in salita, ha il merito di offrire la versione veemente anche se arruffona di se stesso al posto di quella fiammante vista contro il Napoli; sulla fascia che condivide con Florenzi non corriamo mai pericoli.
Origi – CATERINA GUZZANTI
Il suo nome, anzi il cognome (perché Divock è veramente inspiegabile) suscitava certe aspettative, ma il suo show alterna fasi di tedio a fasi di agonia. Non sapremmo quali scegliere.
De Ketelaere – NICOLA ZINGARETTI
A un certo punto probabilmente gli elettori del Partito Democratico hanno pensato “Ci hanno mandato il fratello moscio” – chissà, forse è successo qualcosa di simile. Non si può nemmeno dire che “giochi male”, è che non ha veramente personalità né coraggio, non azzarda nulla e si tiene prudentemente lontano dalla porta, non sia mai che poi gli tocca tirare, è molto più assennato non far niente.
Rebic – MARCO BALDINI
Come la riserva di Fiorello, sembra animato da puro spirito autodistruttivo: con la sola possibile eccezione di un colpo di testa che indirizza tra le braccia di Skorupski, si impegna a sabotare più palloni possibili, tirandosi in faccia un passaggio di Messias invece di spingerlo in rete.
Calabria – CAMILLA PARKER-BOWLES
Che poi, chi era la titolare? Lei, che a quanto pare c’era già prima, o Diana Spencer? Il capitano entra per spingere, ma non ci riesce del tutto, anzi, deve ricorrere al fallo da ammonizione quando superato – forse per il nervosismo che gli genera essere messo alla berlina da qualche buffone di corte, specie quelli col fischietto.
Messias – MASSIMO GHINI
Subentrato a Massimo Boldi nei cinepanettoni fin dall’intenso Natale a New York (e poi nel pensoso Natale a Rio, nel profondo Natale a Beverly Hills, nel coraggioso Natale in Sudafrica), più che la gloria personale ha cercato il miglior modo di far rifulgere le star presenti nel nostro cast, ma non c’è stato verso; l’ultimo avvistamento è in difesa, con un buon recupero su uno dei pochi attacchi del Bologna. Ci sarebbe mancato solo quello.
BrahimDiaz – SIGFRIDO RANUCCI
Una volta subentrava da riserva, adesso subentra da titolare, ma mostra un po’ troppa foga giustizialista, che forse è quella che lo porta a tirare male un buon pallone dal limite (non che sia la sua mattonella), e mancare sia l’aggancio su un assist di Leao che a rinunciare al tuffo di testa su un pallone indirizzato da Messias.
Leao – EMANUELA FOLLIERO
Come la vamp che ereditò sia la conduzione di OK il prezzo è giusto che di Stranamore, scuote un po’ l’ambiente ma non porta a casa i risultati sperati. Forse se avesse potuto fare da valletta a un qualche centravanti, chissà.
Gabbia – CABO CAVALLO
Il colpo di teatro nella storia dei Litfiba è paragonabile a quello operato da Pioli nell’ora segnata dal destino, l’ora delle decisioni irrevocabili (l’81esimo). Non tanto perché Thiaw abbia il carisma di un Pierone Pelù, quanto perché a distanza di anni, qualcuno lo ricorderà come un momento inspiegabile: qualunque cosa sia una Elettromacumba, sospettiamo di averla vista all’opera.

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