Già trovare l’avvenimento della settimana quando di partite in una settimana ce n’è tre, non è semplicissimo. Ma in questi giorni è stato terribile constatare che l’argomento che ha tenuto banco sui giornali è stata la riforma elettorale. In pratica, avremmo dovuto modellare le nostre PagelleSenzaVoti su un argomento pesantissimo che nessuno capisce. Perfetto per il Milan visto a Marassi. Perciò, in attesa di vedere la Grande Riforma Milanista (il Montellum) ecco a voi le riforme che hanno fatto sognare gli italiani tutti.
G. Donnarumma – TATARELLUM
Concepito per gli enti locali in modo che finalmente le Regioni eleggessero uomini forti che si comportassero da veri maschioni coi pieni poteri sceriffosi. Come molte di loro, assistiamo invece a una prestazione che mescola la capacità di concentrazione di Vendola, le sicurezze di Bassolino, l’autorevolezza di Marrazzo. Ovviamente la morigeratezza e il disinteresse sono quelli di Formigoni.
Varato nel 1993 da Sergio Mattarella (Lui! The Prez!). Il suo aspetto più glamour era lo “scorporo”, che permetteva di assegnare una fetta di torta anche a chi pareva rimasto fuori dalla festa (come Abate), quello più astruso era il tifone di percentuali e quote proporzionali che lo tenevano in piedi, tanto da farlo soprannominare “Il Minotauro”, in omaggio alla creatura che non era un po’ uomo, un po’ bue, e tendeva a bighellonare in un suo labirinto offrendo un contributo non chiarissimo alla società, all’elettorato, alla squadra.
Non fatevi ingannare dal nome ingrato, non vogliamo unirci a chi vuole la sua testa. La verità è che lo abbiamo abbinato a una legge elettorale del 2005 che ebbe il curioso destino di essere dapprima varata, ma dopo un po’ – di fronte a risultati non compiacenti – sconfessata come “porcata” dal suo autore, Roberto Calderoli, come se pur frequentandosi da una vita pensasse realisticamente di esser capace di qualcos’altro. Ecco, allo stesso modo Zapata non è il tipo di provvedimento da cui aspettarsi un governo saggio e stabile: gli può capitare di salvare la baracca per circostanze imprevedibili come quando nel primo tempo un tiro che aveva superato Donnarumma gli sbatte addosso, ma alla fine la porcata è inevitabile.
Piaceva tantissimo ai potenti, ma – colpo di scena – è stato giudicato illegittimo dalla Corte Costituzionale. E lo stesso sta succedendo a lui, delegittimato non solo dal Movimento a Trentacinque Stelle, ostile per natura, ma anche da diversi milanisti che lo ritengono il Grande Problema Inconfessabile di tutti i possibili nuovi assetti. Anche concedendo qualche attenuante al reparto (visto che il centrocampo è franato da subito), non si può dire che stia brillando, e anche contro la Samp la sua soglia di sbarramento non è risultata ineccepibile (prima dell’assurda zuccata di Zapata, buca un pallone che è di sua pertinenza, nel primo tempo si fa soffiare una palla sanguinosa da ultimo uomo). Tenta di assolvere ai suoi doveri istituzionali buttando ballottaggi in avanti. Ma la stabilità che speravamo desse al Paese non pare dietro l’angolo.
Era un sistema in vigore per le elezioni provinciali, che all’improvviso è stato ritrovato in un baule nella soffitta di Giuliano Amato (aka “il dottor sottile”), e ha messo entusiasticamente d’accordo tutti i partiti per circa 10 minuti. È più o meno lo stesso lasso di tempo in cui noi milanisti ci fidiamo ciecamente di Romagnoli. Quel che preoccupa è soprattutto la sua fatica nell’imporre un qualche carisma, fosse anche quello di un baluardo da squadra di provincia – che ogni tanto è la dimensione che ci converrebbe simulare per sfangarla.
Sembra mettere d’accordo tutti: PD, Lega, M5S, ForzaItalia, Evoluti, NonEvoluti. E tuttavia, anche lui finisce per trovarsi senza sufficienti appoggi, e alla fine di proporzionale c’è solo un naufragio meno grave rispetto a quello degli altri.
Spettro paventato da un noto leader politico che anche di notte sogna l’ex capitano e ne vede allungarsi l’ombra sulla squadra anche quando ne parrebbe fisicamente fuori. Allo stesso modo, c’è già chi è atterrito dalla sua lentezza e allibisce per le sue prime imprecisioni, rivede in lui quello che deprecava in Montolivo e chiede l’impeachment.
In realtà non esiste, è un presunto progetto elettorale escogitato da un programma di La7 per tendere una trappola in stile Iene ai deputati, per vedere se qualche esponente di partito la beveva e si metteva a disquisirne con irresistibili conseguenze comiche e polemiche. Franck contro la Sampdoria non è esistito: inerte vittima di un rigore revocato dalla VAR nel primo tempo, fuscello spostato di forza dalla possanza di Torreira (alto 1,67) prima di battere a rete nel secondo tempo. La Sampdoria non l’ha bevuta, un nostro esponente di spicco, quello in panchina, sì.
Altro fantasma, evocato tempo fa dal perno della politica italiana, Renzi il Magnifico con una battutina in un’intervista: “Se il Porcellum lo cambi un pochino diventa un maialinum” – tanto è bastato per far provocare un po’ di scleri da parte dei social e dei politici che ne sono espressione: “STANNO PER VARARE L’ENNESIMA PORCATA!!1!”. Jack ha l’aria nervosa ed esasperata esattamente come questi commentatori, e dirgli “Stai sereno” non porterà benefici.
Il nostro tesoro, dove è finito?, si è perso, Tesoro! Dobbiamo cercarlo.
(ok, d’accordo – ma non sarebbe un nome interessante per una legge elettorale? Più di Rosatellum e Bersanellum?)
È il nostro attuale schema elettorale (lo sapevate?), compromesso sull’Italicum per sistemare anche Consultellum e ovviamente il Porcellum (…ora capite perché la gente ci mette 10 anni a laurearsi in Scienze Politiche). Siccome l’Andrésilvum (che a onor del vero non ha portato soluzioni contro la Spal) non gode di consensi, e il Cutronum è ritenuto prematuro, lui è la nostra risposta.
Certo, non tira mai in porta.
Ma non è mica da questi particolari, che si giudica un sistema elettorale.