Benvenuti al primo numero delle Pagelle di ComunqueMilan. Le uniche pagelle senza voti, che tanto, dai, non vogliono dir niente: tanto cosa ne fate, li usate al Fantacalcio? E non solo: ce la tiriamo così tanto che oltre a non dare i voti, per ogni partita seguiremo un diverso filo conduttore. E ad aprire le danze, trovandoci ad affrontare la Lazio, il tema è dato dal più importante e rappresentativo esponente della Lazialità: un uomo che riempie il nostro immaginario fino a traboccare! Amici, siamo fortunati ad essere italiani, perché la cosa ci costringe con le cattive (…con le cattivissime) ad ascoltare, ogni due per tre, PINO INSEGNO. Che non è solo l’uomo che ha costruito la sua gloria sull’umorismo un po’ piscione de La Premiata Ditta (e prima di lei, L’Allegra Brigata) (che nomi sanguinosamente divertenti, vero?), NON È solo il protagonista di show che hanno umiliato Letterman e il Saturday Night Live, programmi folgoranti come Telematti o Tutti a Squola, NON È solo il mattatore di pellicole come Vita da paparazzo o Ti stramo, del quale (alcuni lo ignorano) è attore, soggettista e regista; NON È solo il re incontrastato dello Zecchino d’Oro, NON È solo l’istrione che ha incantato dai palcoscenici teatrali con Non solo Bbiutiful, ma è anche la voce di personaggi come Nelson Mandela, Obelix, Vito Corleone, Ned Flanders dei Simpson, Aragorn, Borat, Sigmund Freud, tutti personaggi alla fin fine simili, tutti invariabilmente Pininsegni, e tutti un po’ d’aa Làzzie. Ed è per questo, che ci è sembrato giusto omaggiare i nostri avversari con un tributo a chi dà voce a loro, e a tutti gli eroi del mondo – e quindi, per forza di cose, anche agli eroi in rossonero. Ecco quali personaggi dell’impareggiabile artista ci hanno ricordato i milanisti ieri in campo:
Diego Lopez – Mulina le mani ma usa anche i piedi, spruzza autorevolezza come fosse insetticida (non è una metafora. È un fatto: l’insetticida si spruzza. In genere). Pino entra in lui come è entrato in Will Smith in Alì, mentre guarda Candreva e pensa: “Se quel ragazzo si è mai sognato di battermi è meglio che si svegli e mi chieda scusa”.
Bonera – Obelix in Asterix e i vichinghi. Perché quello grosso e goffo che fa ridere è la più collaudata tra le spalle comiche.
Abate –Vede Muntari in area e sentenzia: “Per quanto riguarda chi sia tra noi il nevrotico, penso che possiamo concordare che di un po’ di nevrosi non ci si deve vergognare”. (Sigmund Freud in A Dangerous Method)
Alex – Forse non lo avete visto, ma dopo l’autogol è andato verso Bonera: “Mi hai detto: Questo è il mio mondo, e nel mio mondo ti devi sporcare. Sto facendo questo: mi sto sporcando”. (Django in Django Unchained)
Zapata – Irradia l’autorevolezza di Moe dei Simpson. Che poi, Pino ha iniziato a doppiarlo dall’ottava stagione. Perché Pino si insinua nelle cose che ci piacciono, come il più dolce dei veleni. Ah, a margine, in italiano Moe è Boe. Perché a Roma – non stiamo inventando, eh – qualcuno ha pensato “Ahò, anvedi ch’a’ ggente penza che je dicono sempre Mo’, mo’, mo’ – e mo’ ha rotto li cosi”.
Poli – Non spiacevole, ma sostanzialmente decorativo come Lenny Kravitz in Hunger Games.
De Jong – Il Pinoinsegno/MarkWahlberg di The Departed. “Non vedo l’ora di levarti quella smorfia del cazzo dalla faccia”.
Muntari – Nessun dubbio: “Gamba d’oro” Fong di Shaolin Soccer. S’intende, non per il personaggio, che ce lo siamo dimenticati otto secondi dopo i titoli di coda: per il nome.
Honda – Sacha Baron Cohen in Borat. Sì, ha fatto gol e due bei numerini – li abbiamo visti anche noi. Il suo umorismo resta comunque un po’ troppo indecifrabile – e siamo tutti d’accordo che non dovrebbe portare QUEL capo d’abbigliamento.
Menez – Louis l’alligatore de La principessa e il ranocchio. Come lui, comprimarieggia fino a quando entra in area – allorché, di colpo affonda come in una palude.
Essien – Harrison Ford in Indiana Jones e i predatori dell’arca perduta. Ridoppiaggio 2009 per il dvd e blu-ray. Grazie al quale anche Indiana Jones adesso è Pinoinsegnato. Come è giusto che sia. Ma veniamo a noi. Perché questo personaggio? Eh, c’è la battuta. Pronti? Ora arriva. Eccola. “Ehi, ma perché Indiana Jones?” “Per l’archeologia”. (…era questa, la battuta) (non fate quella faccia, il posto di GeneGnocchi è vacante, è a quello che miriamo da sempre)
Niang – Nelson Mandela in Goodbye Bafana. Perché la Storia gli darà ragione. Magari a 70 anni, però gente, cos’è, avete fretta?
Armero – L’Uomo Sabbia di Spiderman. Indimenticabile il commento di quest’ultimo dopo averlo affrontato: “Ma da dove escono certi personaggi?”
El Shaarawy – Aragorn nel Signore degli Anelli. Prima della partita cammina davanti ai tifosi milanisti e li arringa: “Figli di San Siro! Fratelli miei! Vedo nei vostri occhi la stessa paura che potrebbe afferrare il mio cuore! Ci sarà un giorno in cui il coraggio dei milanisti cederà, in cui abbandoneremo gli amici e spezzeremo ogni legame di fratellanza, ma non è questo il giorno! Ci sarà l’ora degli interisti e degli scudi frantumati quando l’era degli uomini arriverà al crollo, ma non è questo il giorno! Quest’oggi combattiamo! Per tutto ciò che ritenete caro su questa bella terra, v’invito a resistere!” Ehi, QUESTO è parlare.
Agazzi – Buddy in Elf: un elfo di nome Buddy. Okay, non lo avete visto. Così come non avete visto Agazzi. Certo che vi perdete proprio delle gran belle cose.
Pippo Inzaghi – Vito Corleone ne Il Padrino II. Anche in questo caso parliamo della versione del dvd, che è stata ridoppiata appositamente per includere Pininsegno, perché come cavolo si sono permessi di girare un capolavoro senza coinvolgerlo. Ma detto questo – perché Il Padrino?
Perché diciamoci la verità, Pippo è l’offerta che non potevamo rifiutare.