Qualcosa è cambiato

Bene con la Fiorentina. Completamente sottomessi in casa. Nonostante un rigore generoso. Fallito da Pato. Vabbeh.

Bene con l’Anderlecht. Primo tempo da dare di stomaco Senza una mezza idea di gioco, senza un singolo tiro, contro una delle peggiori squadre di Champions degli ultimi 5 anni. Poi, al primo attacco, il fulmine a ciel Shaarawy. Quindi il numero di Mexes (che a voler essere feroci, è semplice applicazione dei propri limiti: incapace di mettere giù il pallone, controllarlo, guardarsi intorno e passarlo, ha pescato il jolly). Poi ovviamente anche ridotto in dieci l’Anderlecht ci fa gol, si trema, però dalla Valle dei Re si alza sempre Lui – che fa segnare Pato.

Bene con la Juve. Volenterosa partita da squadra che lotta per la salvezza. Schema 5-5-0. Diventato 5-4-0 quando è entrato Pazzini (che zero rimane). Abbiamo anche fatto un tiro, nel primo tempo, e, spavaldi, un altro nel secondo tempo. Durante il quale riusciamo a lasciare un tipo libero di colpire in area (ok, era Giovinco) e veniamo salvati da una scivolatona di Constant. Quindi, si vince. Wheee! Il rigore non c’era, ma loro sono loro, e poi i ragazzi hanno giocato col cuore.

Bene con il Catania. Primo tempo da automutilazioni, ma ormai non chiediamo nemmeno più che si tiri. Cosa che infatti non avviene. Loro segnano con uno che era nostro, uno scarso come Acerbi e probabilmente più intelligente di lui. Che comunque a differenza di Acerbi segnava. E infatti puntualmente segna. Su palla inattiva, per dare continuità. Nel secondo tempo, il capolavoro tattico: Barrientos, dopo aver preso un giallo da perfetto imbecille, ne prende uno da perfetto idiota. In superiorità numerica, rubiamo il pareggio grazie a un fuorigioco lampeggiante.

Insomma, bene. Abbiamo passato il turno di Champions e fatto 6 punti in campionato senza nemmeno dover troppo giocare a pallone o tirare in porta. Nel frattempo, continuano i piccoli innamoramenti e disamoramenti della teenager livornese in panchina: mesi fa Emanuelson era il suo profeta, oggi è in disgrazia; Pazzini, per avere il quale abbiamo dato un titolare e bei soldi all’Inde, è sparito; Bojan dopo una fiammata (Palermo) lo deve aver deluso ed è tornato nel limbo; Robinho, ancorché con un piede sull’aereo per casa, viene messo in campo libero di predicare il suo fùtbol stronzão. E nel mentre, il nulla – aka De Jong – avanza.

Però, bene. Potremmo persino chiudere la giornata al settimo posto, con vista sul sesto.

E allora, dove siete adesso, voi disfattisti?

Era solo questione di fiducia, di continuare a credere nella completa mancanza di gioco e personalità, e applicarle con costanza. E di aggrapparsi – Ra lo benedica – al ragazzo d’oro. Ma anche a un rigore dubbio (Fiorentina), un’espulsione (Anderlecht), un rigore dubbio (Juventus), un’espulsione (Catania), un gol da annullare (Catania).

Occhio però, che queste cose si compensano a fine stagione… Dehehihohu.

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