Gente! Ma cosa abbiamo noi contro gli allenatori?
Che poi la domanda dovrebbe essere: cos’ha Silvio, contro gli allenatori?
Lezione di Storia. (accomodatevi)
Tanti tanti anni fa, qualche anno dopo il Medioevo della serie B – ma dopo il gol di Hateley – ebbe inizio il Milan del Silvio. E cominciò con Liedholm. Ma forse, a ben guardare, cominciò con l’esonero di Liedholm.
A partire dall’allenatore della decima stella, gli allenatori di questi quasi trent’anni del Silvio si possono suddividere in tre categorie.
1. Categoria: allenatori normali. Bravi, qualcuno anche molto, eh. Qualcuno mica tanto. Eccoli: Liedholm, Tabarez, Zaccheroni, Terim, Allegri. E Cesare Maldini, toh. Domanda: che risultati hanno ottenuto? Risposta: due scudetti (anche Liedholm ne aveva ottenuto uno, ma pre-Silvio). E un 6-0 in un derby. Altra domanda: quanto li ha amati Silvio? Risposta: zero.
2. Categoria: figliocci. Un nome, fondamentalmente. Ancelotti. Domanda: che risultati ha ottenuto? Risposta: uno scudetto, due Champions League. Una Coppa Italia, che sarebbe quella roba che ci fa stranamente schifo, e non solo a noi – ma adesso serve all’Europa League, e non solo a chi vuol metter in piedi la fanfara del triplete. Altra domanda: quanto lo ha amato Silvio? Abbastanza da volerlo fortissimamente dopo che, con tre secondi posti (uno a Parma, due a Moggilandia, con una finale di Champions sfiorata e un diluvio a Perugia) si era ritrovato addosso una fama che in Italia è peggiore di quella di incompetente: quella di perdente.
3. Categoria: conigli dal cappello. Sacchi, Capello, Leonardo. Domanda: che risultati hanno ottenuto? Cinque scudetti. Tre Coppe dei Campioni. Altra domanda: quanto li ha amati Silvio? I primi due, tanto. Il terzo, boh. In quel periodo lì più che da Leonardo era preso dalla mona lisa. Il minuscolo è intenzionale, sì.
Ora. Notate come i risultati degli allenatori normali sono inferiori a quelli delle altre categorie. Anche se loro sono in maggioranza.
(se volete, potete anche tener conto del fatto che gli allenatori normali, comparativamente, hanno ottenuto meno regali in sede di mercato) (fin dal principio! Ben sei rossoneri di quelli che ottennero sul campo la partecipazione alla Coppa Uefa nello spareggio contro la Sampdoria del 1987 furono liquidati quell’estate stessa. I vecchi Wilkins, Di Bartolomei, l’eroe Mark Hateley avevano fatto il loro tempo. Come dire che Liedholm non aveva avuto tutto ‘sto materiale umano) (la scommessa-Sacchi fu gratificata invece di Gullit, Van Basten, Ancelotti, Angelino Colombo, la legione parmigiana Mussi-Bianchi-Bortolazzi e un Claudio Borghi non utilizzabile – per fortuna – causa tetto agli stranieri)
Insomma, l’atteggiamento sembra essere di diffidenza verso chi è ovunque considerato un allenatore, chi ha ottenuto qualche risultato da qualche parte. Silvio li subisce così come subisce i presidenti della Repubblica. Non li ha inventati lui (né gli allenatori, né i presidenti). Pare di vederlo, mentre con una smorfia sentenzia: “Visto che dalla vecchia politica sei considerato un allenatore, beh, allora taci e allena”.
Al contrario, per quelli su cui ha scommesso ci ha messo la faccia: della loro brutta figura risponde direttamente. Quindi, alé, ecco aprirsi senza risparmio il portafogli (in pelle) (liftata). Gli allenatori che si inventa sono le sue Mare Carfagna. Gli allenatori già affermati sono come i leader di partito con cui si è alleato in passato. Sono dei Gianfranchi Fini.
A questo punto: che cos’è Seedorf? Categoria 2 più categoria 3.
Un figlioccio dal cappello.
Si sa, Clarenzio è nato pronto (en passant: citazione da Grosso Guaio a Chinatown, film storicamente in heavy rotation sulle reti Mediaset). Ma le sue credenziali di allenatore sono persino inferiori a quelle di Leonardo, cui era stato dato il tempo di studiare, dopo aver lavorato da manager. Seedorf è stato piazzato in panchina (e forse un domani dietro una panchina con scrivania, alla Ferguson) che aveva ancora su i bragoni da giocatore.
Cosa possiamo aspettarci visti i precedenti? Normalmente, qualche acquisto importante, in linea col trattamento riservato ai non allenatori. Certo, senza esagerare, si sa che i bei tempi sono finiti. E per un bel po’.
Inoltre, se la tradizione di cui sopra non mente, potrebbero pure arrivare risultati. Come per gli altri non allenatori (…sperando non si ripeta il disastro leonardiano. Ma forse certe cose sono irripetibili).
Quindi normalmente saremmo fiduciosi.
Però.
Guardiamoci in faccia.
In politica, il nostro uomo non ha più il fiuto di un tempo. Con Angelino Alfano, il suo ultimo figlioccio, non è finita benissimo.
Forse per questo sta passando direttamente dai figliocci ai figli, come dimostra Barbara al Milan, e l’ipotesi Marina leader di Forza Italia.
Domanda. Non è che dopo Seedorf – un domani – anzi, preferibilmente, un dopodomani – lo vedremo finalmente affidare la panchina a uno dei due figli ancora senza una vera occupazione, Eleonora e Luigi? Se pensate che sia troppo anche per Berlusconi, fate mente locale: quante volte in questi anni avete pensato “No, questo è troppo anche per Berlusconi?”
Altra domanda. Voi chi preferite? Noi siamo per Luigi. Non per maschilismo, ma perché Eleonora, 27 anni, ha avuto un figlio dal modello inglese Guy Binns, dopo una relazione col modello brasiliano Fernando Machado.
E non vorremmo che nuove vicende di cuore di una figlia del Silvio spezzassero il cuore a noi. Perché anche se Robinho non è precisamente un modello, il giorno in cui qualcuno dovesse mai fare un’offerta per lui, non vogliamo correre rischi, non si gioca coi sentimenti. Non i suoi, i nostri.