Milan-Inter: coming out

Se avessi i soldi di Doha e dell’Isis, e la loro voglia di dominare il mondo, col cavolo che li spenderei per training militare, video promozionali e armi, attentati ‘alla vecchia’ con le bombe e i mitra. Pagherei un sub per starsene sotto l’oceano a segare uno dei nodi che connettono internet, oppure recluterei due nerd e li schiererei contro i nerd di sistema. Arruolerei anche un motivatore, magari Cantona, oppure Lapo Elkann e farei briefing con queste proposte: è possibile per voi annullare il costo del denaro con dei virus? Eliminare i crediti? ; E’ possibile, chessò, entrare nell’iphone o nel Mac di Buffon e cambiargli il salva schermo con una bella gif del gol di Muntari o del rigore di Sheva a Manchester?; Che ne dite di hackerare i social della Chiesa Cattolica e fargli dire: ‘I ghei vogliono amarsi fin che morte non li separi e procreare, per gli etero è necessario che una delle due parti si amputi, allora pace ai ghei di buona volontà in nome di Cristo nostro Signore, amen?’ Perché come ha fatto mio padre negli anni sessanta, avrei disprezzato i figli dei fiori e avrei fatto il tifo per la rivoluzione informatica: i primi rivendicavano il diritto di (espressione scatologica) ****** nudi, come nel Neolitico, i secondi truffavano compagnie telefoniche. Solo una questione di stile. Lo stile è importante. Questo lo dico perché un uccellino si è poggiato sul mio davanzale e mi ha raccontato che il nuovo coro della Curva Sud contro Mancini è:

“Che umiliazione Vi allena un culattone Sempre abbronzato E tutto effemminato Più che allenare Lui pensa a sculettare E’ un vero amore Il vostro allenatore” (da cantare sull’aria di ‘Che confusione’) (ovvero, Sarà perché ti amo) 

e l’ho trovato sbagliato da morire. Non è solo per il contenuto omofobo, a me i cori da stadio trucidi piacciono un casino, compresi quelli contro, ‘E’ arrivato Weah’, ( Capitano perdonami, ma tuo figlio è Rijkard obeso, e sono convinta che non sia colpa tua) e ‘Non è brasiliano perooo, è zingarooo’ nonostante io a Sheva abbia consacrato la mia virtù etica. Tanto sono realistici, celebrativi, commemorativi, gossippari e ignoranti, tanto meglio. Volete mettere la bellezza immortale di un ‘Napoli colera’?. Non c’è il colera a Napoli, non c’è Maradona. Se potessi scegliere una track list per il derby, non mancherebbero di sicuro ‘Sun semper chi’, ‘Ogni anno a inizio stagione’, poi ’11 maggio’ e un ‘Luglio-Agosto’ ‘Pippo Baudo e la Carrà’. Poi passerei ai cori consolatori. Magari Eto’o con le rose nel metrò, ricorda lo scudetto del 2011. Era fuori con me eran quasi le tre, Pippo Pancaro alè. Basta avere l’umbrela, segna Bierhoff di testa. Mi piacerebbe restituire il Milan alle sue radici, cioè, la squadra nata da una serata all’osteria, tanto che manco si ricorda bene il giorno. Sarebbe un atto rivoluzionario. E le farei giocare il derby con questo spirito: ‘li vedete quelli? Nati dopo nati male, in un bigio scantinato, da dei rancorosi firmatari di un manifesto di pesantezza rara, che sono blu come le palle di un Chlorocebus e neri come la Sfiga Nera.’ Obbligherei i calciatori e l’allenatore a un silenzio stampa scaramantico, ad abluzioni di acqua santa, a preghiere, ai rosari. Ma figuriamoci non son tempi. Così come, a mio modesto parere, non sono tempi per sfottere l’eterosessualità certa di Mancini, rischiando di offendere la femminilità di Mexes. Ma tempi di consolatio e tifosi rossoneri, tifosi milanisti, teniamoci per mano in questi giorni tristi. Sia che vinca sia che perda, quello va da se.

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