(ah, no, guardate, NON È GIORNATA. Quelli che “Troppo lungho non lo leggho”, vadano pure sulle pagine con le fotone e le scrittone grosse. Perché oggi abbiamo TANTE cose da dire)
1) il ROSSO. Non siamo soliti sentenziare, sentenziosi: “il ROSSO? I 3 punti. Stop. Punto. Basta. Fine. Also Spracht KomunkueMilan”. Anche perché in fondo,
2) il ROSSO: abbiamo visto due bei gol. Anzi, tre. Due erano nostri. Due grandi giocate che hanno coinvolto Tammy Abraham. Che poi, infastidito dal gol troppo facile che lo SlovanBratislava ha voluto fargli fare, ha provato a non farlo, segno di grande levatura morale. E nel Rosso entrano giocoforza gli altri protagonisti dei due bei gol: Pulisic che in contropiede è corso, napoleonico (“la controffensiva di Bratislava”) a piantare la bandiera nella porta slovacca, e Fofana, che ha lanciato, complice il velo di Abraham, il pallone su cui Leao è planato rapace, salvo poi toccarlo dentro in guisa di colombella. Le nostre due azioni migliori hanno portato a due gol. Qualcuno potrebbe dire “Sono state le nostre due azioni. Stop. Punto. Basta. Fine. Also Spracht KomunkueMiilan. Hey hey hey, that’s what we say”. Ecco, in questo caso, purtroppo…
3) il NERO: …non siamo lontani dal vero. S’era detto che contro la Juventus il Milan non aveva “giocato male” – casomai non aveva giocato. Ebbene, sul Danubio la squadra ci ha dato satisfaction, e ha giocato male.
4) il ROSSO: (e ha vinto) (vero) (però)
5) il NERO: lo Slvn Brtslv, con tutta la simpatia per una squadra che schiera Kucka, è una squadra da Conference invitata al banchetto cui Ceferin e la UEFA, come tutti i ricchi più corrotti, hanno voluto anche gente che lavora veramente per convincere gli adulatori che loro credono davvero nel sogno di una possibilità per tutti.
6) il NERO: il problema è che tra i pochi che ci credono, c’è il Milan. Che una possibilità a tutti la concede, e più di una. Mentre noi attaccavamo (o così diceva la telecronaca. Ma non hanno avvisato il loro portiere) lo Slovan ha sfiorato il gol più di noi: Pavlovic ci ha ripresi per la collottola. Poi, dopo il nostro gol in contropiede, mentre provavamo di nuovo ad attaccare (magari ora ci riusciva meglio) non abbiamo difeso. E qui, partono tesi e controtesi. Ovvero:
7) il NERO: se una squadra prende gol su corner (a favore), lasciando tutta la metà campo spianata all’attaccante avversario, ha colpa l’allenatore? O chi due partite a pallone le ha pur giocate, e un pensierino a quanto accade tra sé e il suo portiere, dovrebbe sempre farlo?
Il secondo gol bratislavo invece è una fatalità: capita, in Italia come in Europa, che un arbitro esperto e quindi un po’ borioso, in preda alla propria sicumera non veda falli pantagruelici – magari anche perché lo avevi irritato con tuffetti e proteste un po’ poveraccisti. Ma scusate se ancora più dei gol presi, e quelli fatti, è il caso di stare su quelli NON fatti, o meglio…
8) il NERO: …su quelli non tentati. La manovra d’attacco del Milan è stata incerta quanto la fase difensiva. E se questa ha scusanti (Fonsie le sta provando tutte, e ieri sera Davidino Calabria con abnegazione di capitano ha cercato spesso di dimostrare che EmersonRoyal non gli sta rubando il posto). Ma là davanti, in teoria c’è gente che sa giocare a pallone. Sì, glielo abbiamo visto fare. Anche ieri sera. Purtroppo, la sensazione è che nessuno di loro, nemmeno i più intelligenti, abbiano capito cosa fare una volta in campo. Poi…
9) il ROSSO: …magari si vince lo stesso. Perché diversi giocatori bravi e intelligenti li abbiamo, anche se non sono affidabili al 100% e nemmeno al 75%, e ogni tanto li lasci in panca per vedere se gli altri compensano con la voglia di emergere. Solo che…
10) il NERO: …non sta succedendo. Speriamo di sbagliarci, ma il Milan attuale non ha un problema di spogliatoio diviso come dicono quei giornalisti che campano impuzzolendo l’ambiente. No, al massimo il nostro spogliatoio consta di due parti: un allenatore che parla davanti a giocatori che non capiscono bene. E se non ci fosse ANCHE una carenza di leadership e di personalità, qualcuno dei leader avrebbe già messo in pratica un’autogestione in stile Sampdoria di Mancini: non per ostilità verso l’allenatore (a Boskov tutti volevano bene) ma perché qualcuno allenava già in campo.
Gli “allenatori in campo” il Milan li ha pure avuti, in questi ultimi anni, magari anche in reparti diversi. Ora non sembra averne nemmeno uno. Lasciamo a voi, e alle vostre preferenze personali, le indicazioni su chi nel Milan attuale a) in campo b) in panchina c) in società, abbia una qualche idea di gioco. Noi non sapremmo dire.