1) il ROSSO. Troppa roba. Troppo tutto. Freniamo la (giustificata) euforia, e facciamo che anche stavolta iniziamo da…
2) il NERO. Lo sappiamo. Là fuori un esercito di minimizzatori ha già iniziato a far presente che il RealMadrid non è nel suo momento migliore, e quindi il Milan è stato fortunato, come già aveva fatto presente per il derby il giornale color affettato, per penna di un giornalista e scrittore le cui simpatie per di Dominatori dell’Universo sono peraltro abbastanza note. Ehi, può darsi! Sè fortuna, la accettiamo. Forse anche il Borussia Dortmund era stato fortunato, prima di ritrovarsi sepolto a fine partita. È vero, il Real ha sbagliato tanto, accettiamo anche questo: dopo tutto capita spesso a noi, e anche stasera non siamo stati da meno. È altrettanto vero che Maignan è stato fondamentale – ma anche Lunin ha fatto il possibile per esasperarci.
Accettiamo poi l’idea di essere più sobri che euforici, e riconosciamo che è stata una partita anomala, anche solo per il numero clamoroso di occasioni da entrambe le parti. E che paradossalmente ci causerà qualche guaio, quando il Milan tornerà alla normalità delle tante squadre italiane che al nostro ritorno dal Bernabeu saranno pronte a chiudersi ancora di più e “giocare col cronometro” come dicono i telecronisti.
Però quello che sarà da verificare è altro. Su tutto, la capacità dei nostri di rendere all’altezza delle aspettative. Che ovviamente sono diverse da Musah ed EmersonRoyal a Leao e TheoHernandez – ma molti dei nostri guai (e molti dei #RimpiantiMilan, se ci pensate) derivano dal fatto che abbiamo visto troppa gente, qualunque fosse il suo livello autentico, dare qualcosa di meno. stutti Una squadra regge tutta una stagione solo se tutti danno qualcosa in più, e questo riguarda tutte le squadre non “galattiche” – tra le quali, rose alla mano, potremmo includere tutte le squadre italiane, anche quelle più coccolate dai media. Gli ultimi scudetti confermano che si vince quando anche i meno quotati risultano fondamentali. Quando succede il contrario e troppa gente sotto rende le legittime aspettative, si genera un delirio di sentenze di sopravvalutazione che porta praticamente tutti a una specie di plotone di esecuzione: “Via tutti!” “Indegni!” “Mi hanno tolto la passione”, eccetera.
La posizione generale di ComunqueMilan, pur tra qualche discordia interna sui valori specifici dei giocatori, è noiosamente nota: la rosa ha delle lacune, e non ha un grande ventaglio di strategie nella costruzione di gioco.
Ciò non toglie che non sia la sputacchiera che i detrattori (anche milanisti) vorrebbero.
Solo che i primi a capirlo dovrebbero essere i giocatori. E non è nemmeno un problema di autostima individuale (perché quella non sembra mancare. Per fare un esempio, EmersonRoyal sembra averne quanta Theo) quanto di squadra, di fiducia nei compagni e di voglia di giocare con loro e per loro. E se i 3 punti di stasera potranno dare un contributo in questo senso, allora ci attende…
3) il ROSSO. Forse Fonsie Fonseca è nato per far ammattire i milanisti. Tant’è vero che le sue scelte hanno fatto ammattire Ancelotti. Contando un po’ troppo sulle frustate laterali di Mbappé e Vinicius, ha raramente chiesto ai suoi bellimbusti di puntare in velocità i nostri argini centrali, e ha finito per scoprire i propri fianchi, dai quali sono venute una quantità di occasioni che a volte abbiamo persino scialacquato. Al quinto minuto c’è stato, nel giro di pochi secondi, il manifesto di come le due squadre avrebbero dovuto giocare: Leao lancia Theo a sinistra, il francese va di strapotere su due uomini ma va troppo forte per toccare indietro su Pulisic solo in mezzo all’area (come capiterà ad altri dei nostri dopo). Immediatamente Valverde mette in mezzo all’area dove #Tomori è altrove e gli altri sono in panico: Mbappé manca un tap-in da “normale” uomo d’area.
Il Rosso sta nel fatto che i nostri vedono da subito il punto debole del Real, i cui giocatori viceversa, essendo inclini a fare quello che gli piace, giocano una partita che per i loro tifosi (e anche per i tanti italiani che speravano nell’abbattersi della furia blanca su di noi) dev’essere stata frustrante quanto stupida.
Essendo la superficialità un peccato di coloro che si ritengono molto forti, i madridisti hanno commesso questo peccato molto più di noi, che ovviamente non ne siamo stati immuni (l’azione del rigore, Emerson Royal e Theo. Di chi parlavamo, prima?). Sicuramente non l’hanno commesso Reijnders, Morata, Fofana, Leao (ebbene sì), il già citato Maignan, #Pulisic. E vedendo loro, hanno cominciato a crescere anche tutti gli altri, inclusi gli altrettanto già citati Emerson Royal e Theo. Se poi dovessimo indicare un giocatore che è cresciuto nella partita grazie al lievitare di tutta la squadra, la sorpresa per tutti è stato Musah, che già in passato avevamo visto meglio a sprigionare il suo dinamismo all-american sulla fascia invece che in mezzo al campo. Il suo utilizzo ieri sera potrebbe essere occasionale, e rientrare nella vorticosa serie di “esperimenti” di Fonsie. Ma stavolta le esigenze di flessibilità del “misce” portugheise – dovute anche al fatto che ha pochi giocatori che gli danno certezze granitiche, a partire dalla difesa – hanno trovato i pianeti (e i giocatori) allineati. Perciò, ci aspettiamo nuovi piccoli colpi di scena già dalla prossima partita. Con altre esclusioni, o inclusioni, che susciteranno polemiche.
Tanto vale prepararsi. Ma da ieri, con una nuova, vivissima sfumatura di Rosso.