Il ROSSO & il NERO di Milan-Sassuolo 6-1 (Coppitalia)

1) il ROSSO. Se per il Milan fosse normale, fare la squadra seria e autorevole che schianta le piccole squadre in 20 minuti, non staremmo nemmeno qui a disturbarci e a disturbarvi alla mattina presto. Ma noi e voi sappiamo che non lo è. Persino contro una squadra di serie B venuta a SanSiro esclusivamente per fare turismo, la nostra squadra avrebbe potuto sfoderare una di quelle performance sconcertanti che tante volte in questi anni ci hanno lasciati attoniti, con l’occhio pallato e un rantolo in gola, in cerca di parole da dire o meglio di nomi da maledire.
Invece, poche ore dopo averlo fatto con l’Empoli, i ragazzoni di Fonsie Fonseca lo hanno fatto di nuovo. Sono scesi in campo contro un avversario – sulla carta – facile. E con quella carta, non si sono incartati.
 
A questo punto della nostra rubrica abbiamo ormai l’abitudine di dare la parola al nostro alter ego, Bastiano – che è Comunque Contrario. Ogni giorno ci rinfaccia di accontentarci della mediocrità, con cadenza bisettimanale ci accusa di essere complici della dirigenza, a inizio settimana ci irride per la nostra dabbenaggine ma nel fine settimana sospetta che la nostra non sia buona fede tontolona, bensì una torbida fascinazione per il declino. E guardate, noi lo ascoltiamo sempre, qualunque cosa dica: è lui che ci permette di mettere tutto in prospettiva e convenire che sì, non possiamo gongolare per un 6-1 a una squadra di serie B (che non ci ha nemmeno scatenato contro il vecchio babau Berardi!) nel primissimo turno di Coppitalia a San Siro.
 
E infatti non gongoliamo, veh.
Però non possiamo non approvare un nuovo piccolo passo verso un Milan che somiglia vagamente al Milan – sapete di cosa stiamo parlando, vero? Di una squadra che fa quanto ci si aspetta da lei, con giocatori che sanno (in linea di massima) il fatto loro, e che oltre a vincere fanno cose piacevoli da vedere. Nel Rosso, ancora prima dei sei gol al Sassuolo, mettiamo il fatto che se questi giocatori prendono sempre più fiducia nei propri mezzi, individuali e di squadra, e se iniziano pure a divertirsi, allora forse possiamo divertirci un po’ anche noi. Sapendo benissimo che tra poche ore, contro l’Atalanta, la musica sarà diversa.
Però ci sono musiche che sentite una volta, fanno venir voglia di risentirle, e di fare l’impossibile per non risentire le canzoni brutte e sceme che ci hanno ammorbato per troppo tempo.
 
Detto questo, accanto ai gol di Reijnders, Leao, Abraham, Calabria e la doppietta di Chukwueze (per tacere degli assist, per i quali chiamiamo in causa il solo Fofana per non dilungarci), andiamo a vedere se c’è stato anche qualcosa, ieri sera, da mettere nel…
 
2) il NERO. Poca roba, davvero: dei microinterrogativi che probabilmente non significano molto. Come la staffetta SportielloTorriani in porta, l’utilizzo continuativo degli spremutissimi Fofana e Reijnders, gli ingressi, a risultato acquisito, di gente che aveva giocato già due giorni fa con l’Empoli e giocherà tra due giorni a Bergamo invece che mettere in campo – tanto per fare IL nome – Franceschino Camarda, che il pubblico vede sempre volentieri. Qui si entra nel territorio inesplorato della mente di Fonsie Fonseca, che non siamo ancora riusciti a mappare – ma d’altro canto, ne è passato di tempo da quando il Milan ha avuto un allenatore facile da decifrare.
 
Poi, volendo, potremmo anche preoccuparci di certe leggerezze viste ieri sera, una delle quali ci è costata il clean sheet. Ma se si ridimensiona il Rosso, forse possiamo ridimensionare anche il Nero. Non lo facciamo volentieri, perché poter dire “Noi lo avevamo detto” è una delle grandi gioie della vita, ed è difficile rinunciare a farlo. Lo facciamo esclusivamente per un motivo: per essere la Coppitalia, abbiamo già scritto fin troppo, e può bastare. Buona giornata.

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