Il Rosso & il Nero di Milan-Roma 3-1 (Coppitalia)

1) il ROSSO. Dopo due mesi rilassanti quanto una versione prolungata dell’inizio di Salvate il Soldato Ryan, il #Milan trova una serata serena in una partita in cui le premesse per complicarsi per l’ennesima volta la vita c’erano tutte. Per una Roma gasata dopo il corpo a corpo col Napoli capolista, per il tifone di un calciomercato davvero senza precedenti, ma soprattutto, fondamentalmente, per la strana natura lunatica del Milan post-Ancelotti, un paio d’ore di relativa tranquillità sembrano un sogno per i dannati del Diavolo, abituati a chiedersi da dove arriverà la prossima colata di guano.
 
Non tutta la serata è stata profumata, se vogliamo essere onesti fino in fondo. Ma il cauto sorriso che avevamo ieri sera al fischio finale è diverso dall’euforia provata dopo le (nemmeno poche) prestazioni elettrizzanti di questa stagione, puntualmente seguite da delusioni e accese schermaglie tra milanisti su chi imbarcare al più presto per Timbuktu.
A mettere la gara sulla strada di quel cauto sorriso sono stati un giocatore da cacciare, TheoHernandez, con due assist, e un bidone da rimandare al mittente, Tammy Abraham, che ha fatto due gol finalmente convincenti proprio alla squadra in cui milita (forse a Milanello c’è un master che insegna l’arte di irritare i propri tifosi).
 
A tenerla su quella strada è stato, soprattutto, #Tomori, giocatore che tanti avrebbero messo su un aereo a calcioni, accompagnato dallo stesso rancore riservato alla maggior parte dei protagonisti dello scudetto di 2 anni e mezzo fa. Certo, magari gli è più semplice recuperare la spavalderia perduta con di fianco Walker e un Pavlovic in crescita. Ma prima che gli Absolute Beginners Gimenez e JoaoFelix chiudessero la pratica allargando il cauto sorriso, in questa serata all’insegna di gente che era da buttare, e gente che era da prendere, la barca ha vacillato – sì, è vero. Ma non è sembrato che i marinai avessero il mal di mare.
Però è vero che si è ballato per un po’. E questo è – serenamente – da inserire ne…
 
2) il NERO. Alla Roma è completamente mancata la freddezza e il cinismo che (oooh, stupore!) hanno mostrato i nostri, sottoporta ma anche a centrocampo – tanto che uno dei più menati è stato il nostro tesserato Saelemaekers, amico fraterno di alcuni dei nostri (quelli che si ricordano di lui, beninteso). Sì, ci sono state fasi di assedio che hanno esaltato Maignan, che poi in compenso si è bellamente messo in difficoltà più volte da solo (che sia anche il terreno di SanSiro che inizia a pagare dazio come i viali della circonvalla?). Ma i ragazzoni di Ranieri sembravano privi di vero mordente, e quando Dovbyk è entrato a far capire che differenza fa un attaccante, era già troppo tardi.
 
Tuttavia il punteggio di 3-1 mette in ombra le ombre di una difesa che rischia sempre tanto, come avevamo già ben visto in #MilanInter, quando la palla si alza da terra (gol di Dovbyk, autogol revocato di Reijnders, traversa di Pisilli).
Forse è il caso di lavorarci, su questa cosuccia. Con calma, però, finalmente, non più digrignando i denti – ma con un cauto sorriso.

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