Il Rosso & il Nero di Milan-Parma 3-2

1) il ROSSO. Noi di ComunqueMilan vorremmo una vita tranquilla, come cantava l’intenso poeta Tony Effe.

Invece ci tocca una vita di quelle che non dormi mai, una vita piena di guai, come intonava Lazza in una delle sue mille immortali opere d’arte.

Guardate, vogliamo confessarlo una volta per tutte. Ci piacerebbe, accontentarci della mediocrità. Ci piacerebbe DAVVERO.

Godere di facili, prevedibili vittorie in casa contro una neopromossa a fondo classifica, in un turno favorevole.

Mediocri come siamo, vorremmo piccole, borghesi vittorie banali, da accogliere con parole educate e pure un po’ woke. “Un 4-1! Ne siamo civilmente lieti, anche se ciò incoraggia nei milanisti la mascolinità tossica – femmine incluse, viva l’inclusività. Vabbè, ci auguriamo che il prato sia stato rispettato come tutto l’ambiente nel complesso, se il presidente Scaroni ha preso i mezzi pubblici per andare a casa prima”.

Ma non va così. Perché lo abbiamo capito. Che questi giocatori. E questa società. E pure, iniziamo a sospettare, questo allenatore, hanno fatto un patto con Sua Maestà Infernale.

E in quel contratto con Lucifero è scritto: “Faremo felici più tifosi possibili.

  • Quelli che odiano Cardinale e Furlani e Moncada e Ibrahimovic.
  • Quelli che schifano TheoHernandez e Leao, perché appena sono usciti abbiamo spezzato le reni al Parma di Pecchia (ok, magari non subito). In ogni caso, la vittoria è arrivata anche senza Fofana in campo, quindi pensiamoci su, prima di farlo giocare. Anzi, ha fatto bene Conceicao a farlo giocare, era talmente ovvio che si sarebbe beccato il giallo, che deve averlo fatto di proposito. E a proposito di Consie: felici…
  • Quelli che odiano Calabria perché Sergiao gli ha ringhiato al fischio finale. Ma anche…
  • Quelli che odiano EmersonRoyal perché sì, non vede più il campo ma 1) non è più vendibile e 2) ci costringe a giocare con Calabria. Saranno entusiasti
  • Quelli che sono hater di Tomori, perché senza di lui la difesa ha preso solo 2 gol, nonostante gli attacchi del Parma. E…
  • Quelli che considerano sopravvalutato Gabbia: visto come ha ballato, e che gol ha sbagliato nel primo tempo? Ha ragione a non farlo giocare. C’è soddisfazione per tutti: euforici anche…
  • Quelli che deprecano Chukwueze, perché è incredibile come complichi ogni cosa – pure metterla in porta di adduttore, al 95°, solo davanti al portiere. E brinderanno…
  • Quelli che considerano sopravvalutato Reijnders, perché aveva i riflessi dell’altro ieri – ma al coolingbreak si uniranno anche i suoi estimatori, perché comunque al 92° ha avuto la freddezza di calibrare il tocco per il pareggio in un corridoio angusto. Hanno ragione…
  • Quelli che incitavano a vendere Pavlovic, perché, ehi: visto? Come il famoso cane di Pavlovic, ha risposto agli stimolic. E saranno festanti…
  • Quelli che pensano che chiunque potrebbe fare meglio di Morata – anzi, forse no, Jovic e Abraham hanno fatto pure peggio, anzi!, che ostinato Conceicao, perché non ha voluto dare una nuova possibilità a Camarda, o addirittura a Okafor per attirare acquirenti? E che dire di Pulisic, inappuntabile dal dischetto ma incapace di produrre un tiro in porta (ma pure fuori porta, osteria) che per un attaccante non è il massimo. O di Bennacer, tornato a balbettare palloni dopo che avevamo sperato fosse tornato il nostro perno? Però, fermi: con Bennacer in campo abbiamo vinto, vendiamo subito Fofana… Come? Noo!, non ci stiamo dimenticando di…
  • Quelli che ben pensano che Fonseca sia un martire, e che Conceicao sia soltanto più fortunato: entrambi hanno fatto fare un figurone al Parma di Pecchia, però Consie, rispetto a Fonsie, ha trovato l’assurdo rusòne di Suzuki su Pavlovic, e la cosciata del sempre comico Chukwu in zona Cesarini.

Insomma, lo vedete anche voi. È stata una grande giornata per TUTTI i milanisti. Ognuno ha visto la sua tesi confermata. Con uno sforzo di squadra, oltre ad acciuffare per i capelli i fatidici 3 punti grazie a un colpo di coscia e a un calcio-caos negli ultimi 7 minuti, ci ritroviamo con ogni corrente di pensiero trionfante. Chiunque odia qualcuno e lo ritiene il principale colpevole di tutto ciò che non va, ha una luce negli occhi. E gli altri, pure.

Ma nel contratto con Mefistofele (se non vi garba Lucifero) c’è indicato il prezzo da pagare, per tutti questi trionfi e per queste convinzioni personali premiate. Ed è…

2) il NERO. Siccome hanno ragione tutti, perché la colpa è della società, e poi dei giocatori forti ma anche dei giocatori sopravvalutati ma anche dei giocatori scarsi ma anche dell’allenatore ma anche dei tifosi che si accontentano ma poi anche dei tifosi complici che pagano il biglietto e tifano ma poi anche dei tifosi che vanno allo stadio ma non cantano perché la politica societaria li colpisce al cuore o al core-business – allora non può essere realmente colpa di qualcuno. Non c’è niente a cui aggrapparci. Siamo soli, nell’immenso vuoto che c’è, come cantava l’artista totale Tony Boy, o Baby Kid, o Bimbo Mix.

E il Nero è che come dice quella leggenda metropolitana sul calabrone, questa squadra non è strutturata per volare, ma svolazza lo stesso. E ora, come dicono del salmone, sta faticosamente risalendo la corrente sia in ChampionsLeague che in Campionato, e scorge (da lontano) il posto da dove viene.

Solo che se si rendono conto che non possono farcela, che giocando così è logicamente impossibile che non cadano giù in picchiata, smetteranno di svolazzare – o di tenersi a galla. La stagione è in uno snodo cruciale, fare tabula rasa e ricominciare da capo come chiedono gli Apocalittici, sempre ispirati, non è un’opzione.

E questo è un po’ Nero. Che invece di una riposante mediocrità, tocca vivere questa vita balorda.

Oh, anche questo è nel contratto. Sem semper chì, ci dàn dei rembambì, e amici, è proprio la verità. Ma nel frattempo, sshhh, nessuno dica niente: nessuno disturbi il calabrone con altre verità.

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