Il Rosso & il Nero di Milan-Juventus 0-0

1) il ROSSO. Questo non è “giocare male”. Nah! #GiocareMale lo abbiamo pur visto, un sacco di volte. Porta con sé tutta una serie di criteri sui quali tutti più o meno concordiamo.
Tipo: sbagliare molte giocate, interpretare male la partita, essere messi in campo in modo infelice, insistere con negligenze di vario tipo, non capire cosa fare, peccare di superficialità o magari pure di presunzione. Trascinarsi con sciatteria lungo il campo… Dimentichiamo qualcosa, sicuramente.
Però ci pare che il Milan contro la Juventus non abbia fatto niente del genere.
Il Milan, contro la Juventus, non ha fatto NIENTE.

No, va bene, qualcosa ha fatto. È entrato in campo.
Una volta in campo, ha guardato gli altri.
Ha aspettato che il tempo passasse, tipo quegli scolari che sono in classe e guardano l’orologio – anzi, lo smartphone – ogni due minuti, per vedere quanto manca alla campanella. Sono presenti, il registro fa fede. E sul registro dei giocatori visti ieri sera, non ci sono dei 4. Anzi, c’è anche gente sufficiente. A Gabbia, Thiaw, Fofana, Maignan, mica vorrai dare un’insufficienza.
Quelli visti in classe ieri sera non erano totalmente impreparati: se qualcuno gli avesse domandato di dare un contributo alla lezione, avrebbero saputo cosa dire per non prendere un’insufficienza.
Solo che non hanno voglia.

Occhio, non siamo precisamente in un classico caso di “Potrebbe fare molto meglio, ma non s’impegna”.
No, ieri sera il Milan si è impegnato esattamente per quello 0-0 tremendamente incolore.
Non si è realmente preso dei rischi, non si è esposto. Ha dato un saggio supremo del comandamento di Dustin Hoffman in Eroe per caso: volare basso.
Tanto basso.

Qualcuno avrà da ridire, ma il punto è che allo studente rossonero, la scuola non interessa, e l’università, ha! Buona per i merli. Lui ha un amico nel giro giusto, e sa che ci sono altri modi per ottenere il massimo dalla vita. Si possono portare via i Rolex alle celebrities, tipo Real Madrid o quei milanesi che hanno tutti quegli amici in alto in alto in alto. O si può fare gli influencer, facendo 10 secondi di mossette per TikTok, oppure dicendo alla gente come vestirsi bene, ovvero indossando capi brutti e ridicoli ma con nomi molto pubblicizzati. Oppure, che cavolo, si può anche spacciare droga, e dire a se stessi che se la gente è scema tanto vale approfittarne.
E comunque, oh. Droga di altissima qualità, potreste darla ai vostri bambini.

Quindi il ROSSO è questo. Il Milan non è una squadra stupida. Ha dei suoi progetti. E ogni tanto ci stupirà. E continueremo a pensare che dovrebbe avere altre ambizioni. Ma lui ne ha. Non sono le nostre, che trova patetiche.
Poi, ogni tanto per dimostrare che è più furbo di noi, come Matt Damon in Good Will Hunting risolve equazioni di centesimo grado, per puro sfizio. Ma guai a chiederglielo. E infatti…

2) …il NERO sta nel fatto che nessuno glielo chiede. Non glielo chiede il professor Fonseca, che ha da pagare il mutuo, lasciatelo stare proprio. Non glielo chiedono i genitori americani, che pensano a costruire la casa nuova. Non glielo chiediamo più neanche noi che siamo suoi amici. E d’altra parte, cosa vuoi fare? Tenergli il muso e stare tutti in silenzio? Già fatto. Mettergli gli striscioni con scritto “BASTA!” fuori dalla cameretta? Stabilire che è tutta colpa di qualcuno che lo porta sulla cattiva strada, e riempire i social con l’hashtag #QualcunoOUT?
Ignorarlo, così impara?

No, forse l’unico possibile cambio di rotta sta in una serie di fortunati eventi. Metti che incontra per strada qualcuno che può avere una buona influenza su di lui – un professore strambo di cui tutti ridevano, tipo Pioli. Un preside che molti credevano incapace, tipo Maldini. Qualche nuovo amico magari non di buonissima famiglia, qualcuno che non ha il pedigree da aristocratico dei soliti vecchi nomi che continuiamo a ripetere, anzi, magari che è persino stato scartato da altre scuole – però sveglio, che gli possa far capire che a giocare a pallone ci si può divertire.

Può ancora succedere, che si raddrizzi e cresca, questo giovinastro privo di stimoli veri – perché se pensate che i soldi siano uno stimolo sufficiente a dare il meglio, non conoscete i ragazzi (e nemmeno molto gli adulti – ma in questa squadra e in questa società, non ce ne sono più).
Ma il Nero è che per tutto questo ci vorrebbe un allineamento di stelle.
Se non che le nostre stelle, e stelline, oppure semplicemente, in milanese, stelàsse, stanno a guardare.

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