Il Rosso & il Nero di Milan-Bologna 3-1

1) il ROSSO. Nell’America della Corsa all’Oro, l’espressione “Fool’s Gold” (l’oro dello scemo) indicava un minerale birichino, la pirite, che sfruttava la somiglianza con il lontano parente per illudere i malaccorti. Ma più spesso a ingannarli erano i proprietari terrieri che piazzavano granelli d’oro in terreni invendibili, aspettando l’incauto che li stravalutasse, segretamente convinto di aver davanti un futuro da miliardario da far invidia a Fabio Caressa.

Questo per dire che per noi il ROSSO è la consapevolezza che con una squadra come la nostra, con una stagione come quella che abbiamo visto, serve molta (ma molta) cautela prima di esaltarci vedendo qualcosa che luccica.

2) il NERO. Gli aspetti opachi della partita di ieri sera sono davvero tanti, e non ce li siamo dimenticati al fischio finale. Non siamo di quelli che pensano, sprezzanti, che sia stata una vittoria inutile: nessuna vittoria lo è, e una vittoria del Milan è *sempre* bella – scusateci ma è così, è un Comandamento. Che deve valere per i tifosi e per i giocatori, per la dirigenza e per gli allenatori.

Ed è anche per questo che non capiamo come mai i nostri si accorgano della bellezza di vincere una partita solo costringendosi a iniziarla abbastanza male da ritrovarsi ben presto a perderla, con l’ormai abituale vantaggio degli avversari.

3) il ROSSO. Perché sì, la vittoria che fa morale. Contro l’avversaria con cui ci giocheremo la coppina (e l’Europa League) mercoledì.

Sì, la rimonta. Sì, l’impatto dei cambi (Gimenez e Chukwueze, ma anche Walker) (e Pulisic, che nel secondo tempo si è sostituito con il vero Pulisic – quello cui ci ha abituato)

Sì, la prima, tardiva, striscetta positiva di 4 vittorie, deogratias.

Sì, la prima, tardiva vittoria con una delle tante squadre che ci precedono in classifica. (…ce ne sarebbe un’altra, di squadra, ma ci dicono che per 5 volte ce l’hanno regalata, e si sa che non bisogna contraddirli mai – forse un giorno, farlo sarà illegale)

Sì, la vittoria contro una squadra che di sicuro aveva motivazioni che noi non abbiamo: si stavano giocando la Champions League e tutti i soldi che porterà. A qualcun altro.

4) il NERO. Però il risultato che luccica non cancella i 70 minuti di fatica a costruire occasioni, o semplicemente a costruire una specie di gioco, quasi del tutto in balia di un non trascendentale Bologna. Gli stessi 70 minuti di poco o nulla visti la settimana scorsa con gli altri rossoblu del Genoa. Stessa maglia ma il Bologna ha giocatori un pochino migliori, un allenatore un pochino più scafato, e Orsolini che da qualche anno decide le partite da solo. E non molto di più, a dire il vero. Perché delle due, l’una:

– o hanno giocato col freno a mano tirato pensando che il Milan fosse anche più scarso di quanto sembrava,

– oppure hanno deciso di mollare la Champions per fare all-in sulla partita di mercoledì. Cosa che intendiamoci, magari vale anche per noi, e forse dopo un anno di partitacce, rivedremo il Milan visto col Real Madrid.

– c’è anche una terza possibilità. Se ricordate, anche il Milan di Pioli spesso aspettava l’ultimo quarto per provarci. Forse è un caso, forse è indolenza, forse una strategia tipo Mohamed Alì a Kinshasa: esporsi ai cartoni altrui fin quasi al KO, per poi attaccare, sbalordendo l’avversario che si stava già beando della propria superiorità.

Va da sé che in tutti e tre i casi, ora Italiano e il Bologna saranno anche loro un po’ più accorti prima di credere nuovamente di essere seduti su una miniera d’oro.

5) il ROSSO. Non è tutto oro, quello che brilla. Però intanto qualcosina brilla, dai. La vittoria di ieri sera non ci restituisce il sorriso per questa stagione, ma va interpretata in ottica futura. Per il futuro imminente di mercoledì, col minimissimo obiettivo che ci è rimasto, ma anche per il futuro prossimo, quello della ricostruzione di questa squadra, che è il progetto che per quanto ci riguarda DEVE essere già in atto, senza aspettare – cosa che forse Conceicao ha capito meglio dei dirigenti. Ma sono supposizioni: l’acMilan del 2025 rimane un enigma, dal campo alla panchina alle poltrone.

6) il ROSSO, o il NERO… CHI LO SA. La partita di ieri non dà una vera risposta a uno dei temi su cui i milanisti si scannano tra loro. Ovvero: questo Milan, con questi giocatori, è più forte della sua posizione in classifica? Per 70 minuti è stato persino peggio. Da 13mo, 14mo posto. Poi però, per venti minuti, ha avuto ragione chi pensa che possa essere molto più forte di così e si arrabbiano per le troppe volte in cui non si sforza di esserlo.

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