Il Rosso & il Nero di Milan-Atalanta

1) il ROSSO. Ah… No, ecco. Uh, era – sì, era qui da qualche parte. Davvero, eh. Era su un foglio – qualcuno l’ha visto? Era appoggiato lì. Come, cosa? Ma sì che è la verità, c’erano tutti gli spunti positivi, di un bel rosso vivace, che si potevano ricavare dalla partita – sul nostro onore: dopo la diretta post-partita di SeVeniamoDiLì abbiamo preparato la cartella, e c’era il foglio di protocollo pieno di osservazioni costruttive che sicuramente… Che mistero! Eppure c’era. Ma no, non c’è bisogno di – ma come il Preside? Ma come, l’avviso ai genitori? Ma non è proprio il caso di farne un gigantesco…

2) il NERO. Tra le tante esperienze tragicomiche di quest’anno, era inevitabile che spuntasse un MilanBeffato vintage, grazie a un’Atalanta che dopo aver combinato poco o nulla nel primo tempo (Maignan letteralmente inoperoso, al di là delle esasperanti costruzioni dal basso) decide di diventare passivo-aggressiva, e si chiude nella sua area per i primi 15 minuti del secondo tempo. Per poi infilzarci maramalda al primo contropiede come faceva ai tempi di Mondonico con Bonacina e Aparecido Evair.

Intendiamoci. In quel quarto d’ora, al di là di un po’ di calci d’angolo (che sono decisamente la specialità di un’altra squadra) e di un po’ di uscite ansiose di Carnesecchi, non avevamo fatto niente che fosse meritevole degli highlights. Al contrario del primo tempo, quando due filtranti drittissimi avevano messo prima Leao e poi Jovic in condizione di deporre l’uovo.

Ma sinceramente, quello del Milan era un dominio territoriale privo di vere idee, e per questo non lo avevamo annotato in quel foglio che conteneva il ROSSO – e se ora ci permettete di cercare nella tasca interna dello zaino, forse riusciremo a non scrivere solo…

3) il NERO. Il gol di Ederson, che peraltro a lungo è sembrato – come si diceva una volta – “uno grande tra i bambini”, è stato una mazzata più di tanti gol presi dal Milan quest’anno. La squadra che per mesi era parsa cercare di andare in svantaggio per poi avere la confusa reazione di orgoglio, è andata sott’acqua senza nemmeno annaspare per salvarsi la vita. Viceversa l’Atalanta, che aveva tenuto in panchina DeKetelaere, Daniel Maldini e Brescianini come se Gasperini cercasse pragmatismo più che talentismo, si è gonfiata tutta come non le capitava da un bel po’, e ha iniziato a fenomeneggiare come spesso le capita quando ha l’assoluta certezza che non vincerà il campionato.

4) il NERO. Il Milan, che il campionato lo guarda come i più gnucchi di noi guardano quei film scelti dal partner di cui fin dall’inizio (essendo gnucchi) non capiamo niente, è affondato in un modo verticale e spedito che va al di là della mestizia della squadra e dei cambi di Conceicao (ispirati agli Imprevisti del Monopoli: cinque passi indietro con tanti auguri). Ci sentiamo di gettare un salvagente solo a uno dei presenti in campo, Mike Maignan, che ha tenuto aperto il risultato. Per niente, visto che là davanti non c’era proprio verso. L’unica cosa che ogni tanto ci strappava un sorriso sincero era l’arbitro Piccinini: lui e i guardalinee sono stati così scarsi che ci è venuto un sospetto – sta a vedere che li abbiamo comprati. O magari presi in prestito, come JoaoFelix.

5) il ROSSO. Sapete, avevamo davvero scritto delle cose in quell’elenco misteriosamente sparito. Ma erano più improvvisate delle azioni del Milan. C’era l’ipotesi che forse la squadra si è risparmiata (LOL) per la partita in arrivo dopodomani. Che non volevano infortunarsi. Che in fondo per un’ora non hanno rischiato niente. Che era il secondo test per il nuovo modulo: il primo era andato pure troppo bene, ma proprio per questo non era stato utile: un test in cui fai degli errori, invece, ti permette di vederli e rimediare.

6) il ROSSO. …e quindi, è stato un test trionfale, non credete? Dai, su col morale. Oggi non si va a scuola.

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