Il Rosso & il Nero di Juventus-Milan 1-2 di SuperChiappa

1) il ROSSO. Chi tifa da un po’ di tempo sa che 3 secondi dopo una vittoria che scalda un po’ l’ambiente, arriva puntuale qualche soggetto con una pompa da bicicletta – necessaria per darsi tante arie – che col fare sprezzante di Chi Vede Più Lontano, stronca gli entusiasmi altrui, tacciando gli altri di essere dei poveri illusi e aggiungendo emoticon di risate estasiate 😂🤣😂🤣 (dimostrazione della propria indiscussa superiorità sul volgo).

Ecco, il debutto di Conceicao sulla panchina del Milan non corre questo rischio.

Perché nessuno si illude di nulla. Ma lo stesso siamo contenti, anzi quasi divertiti. Abbiamo battuto una rivale storica senza praticamente tirare in porta, con una delle nostre partite più confuse e preoccupanti. Stavolta ci ritroviamo nella condizione di chi raccoglie i frutti degli errori altrui (Locatelli, Vlahovic, ThiagoMotta su tutti) invece che pagare implacabilmente per i propri sbagli (TheoHernandez, Bennacer, Maignan su tutti).

E sarebbe un errore sentirsi migliori perché gli altri sono stati tonti, sì… Però, ehi! Così va la vita. Rimaniamo qualche giorno in più in questa coppa-giocattolo, faremo qualche soldino di non limpida provenienza in più, daremo al nuovo allenatore altri 90 minuti per cercare di capire questa strana rosa. Quasi certamente in finale saremo masticati dalla squadra più stupenda, strapotente, simpatica e onesta che il calcio abbia mai visto negli ultimi duecento anni. Ma intanto, iniziamo il 2025 con questo inaspettato brodone. Che non nasconde tutto ciò che ci ha lasciato sconfortati fino al rigore di Pulisic, questo è ovvio, e Conceicao lo sa anche meglio di noi. Però può avere quel peso simbolico che a volte aiuta a cambiare rotta. Sapete, se si vince la prima partita di un anno nuovo, con l’allenatore nuovo, grazie a due giocatori americani come la contestatissima proprietà (è il colmo, eh?).

Grazie a un rigore e a un autogol: mancava solo il rimpallo di nuca su rinvio del portiere.

Il fatto è che il calcio è un gioco – non uno sport, un gioco – unico, geniale ma un po’ scemo, legato ad alchimie imperscrutabili ed equilibri che talvolta si rivelano fragilissimi pure se sei il magno Manchester City, e talvolta invece, senza premesse attendibili, iniziano a mettere in circolo una fiducia irrazionale che trasforma Musah in un match-winner osannato dalla folla (stessa fiducia che prima aveva esaltato i giovani bianconeri che ThiagoMotta ci aveva mandato contro, contando sulla loro freschezza e incoscienza). E magari quella fiducia dilaga, e ti toglie di dosso un po’…

2) il NERO. Perché in certi periodi, e i milanisti con qualche anno in più (in genere, i più sentenziosi e pieni di pompe di bicicletta) dovrebbero saperlo, si entra in una spirale di sfiducia che paralizza anche gente che sa il fatto suo – e dire “Ma con gli stipendi che prendono non dovrebbero fare certi errori” è una banalità da bar, rubata alla politica. Per capirci: il pallone che TheoHernandez davanti a una porta semispalancata ha colpito come un SuperTele con un colpo di sandalo lascia interdetti, perché non ha a che fare col chiacchieratissimo stato di forma fisica del nostro smargiasso. No, è un errore che non ne rispecchia la deploratissima tracotanza. L’errore di Theo e la sua prestazione in generale stava peraltro facendo qualcosa di più che affossare semplicemente la partita: avrebbe attirato tutti i comprensibili insulti dei tifosi (e dei suoi haters di altre squadre, che gongolano del suo momento) facendo da pericoloso parafulmine per le prestazioni sconcertanti di altri compagni. Al netto degli alibi di chi come Bennacer è (di nuovo) costretto a riprendere confidenza col calcio, anche tanti, troppi altri sembravano essere stati lontani dal calcio per mesi. Certi giocatori sono un’incognita dall’inizio dell’anno (serve dirlo? EmersonRoyal, Tomori), altri lo sono a fasi alterne (Morata, ma a volte per stanchezza anche i pur imprescindibili Reijnders e Fofana, o l’ancora un po’ imballato, convalescente Pulisic). Ma ieri sera è sembrato a lungo che la separazione da Fonsie Fonseca avesse causato ancora più confusione di quanto facevano le sue istruzioni.

Però poi…

3) il ROSSO. Però poi, il Destino o gli Déi hanno deciso che sì, quando siamo sotto schiaffo noi milanisti siamo interessanti, ma alla fine, dare ragione a quelli che avrebbero detto “Abbiamo perso perché siamo scarsi” o “Se giochi male, perdi”, aggiungendo faccine piene di gaia sicumera 😂🤣😂🤣 non sarebbe stato divertente. Il calcio non è mai ovvio. E non possiamo farci niente. Perciò prepariamoci a questa partita della Befana, coi Befani in persona: senza troppe illusioni, ma con la speranza di vedere qualche progresso. In fondo, se giocando male e sottoritmo riusciamo a battere la Juventus, magari giocando quasi (vagamente, a sprazzi, non tutti insieme per carità) benino potremmo fare un’impresa.

Oppure no. 😂🤣😂🤣 Ma intanto, buon anno nuovo.

 

 

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