(…mettetevi comodi) (Cosa? Ma CERTO, che è lungo. Ne abbiamo per 15 giorni) (ok, per la precisione, 13)
1) il ROSSO. Perché qualcosa e qualcuno da non coprire di insulti c’è stato. Il che peraltro aumenta il veleno per una serata che ci ricorda una cosa: i nostri psicodrammi sono sempre un menu completo, che consentono a tutti noi milanisti di indicare il nostro colpevole preferito – e ognuno è certo che sia uno solo. Eccetto chi incolpa la maggioranza dei tifosi milanisti, stolidi e tonti, che si fanno abbindolare.
Se qualcuno guida questo piccolo corteo, è di certo Pulisic. Ancora in gol, e che gol. E in fin dei conti #Maignan ha parato un rigore, e #Morata ha cercato ancora di fare da trequartista e pure da mediano avanzato, beccandosi un giallo per la foga. Ricordiamo male, o anche a #Gabbia e #Fofana è difficile rimproverare qualcosa in particolare? Su #Reijnders abbiamo notato pareri contrastanti: nell’opinione di chi scrive ha fatto una buona partita – non buonissima, eh: chi sarebbe così abbindolato da scriverlo? Ma il principale errore che ci viene in mente è quando dopo un fallo che non aveva commesso, ha mormorato sommessamente qualcosa a un intellettuale fiorentino che lo insultava, e Pairetto, uomo tutto di un pezzo di qualcosa, lo ha prontamente ammonito per aver provocato persone civilissime. Va detto che con la stessa arroganzina che fu del suo emerito padre, l’arbitro ha punito Palladino che maltrattava la sua giacca.
2) il ROSSO o il NERO. Forse il termometro della squadra è, tanto per cambiare, Rafa Leao. È arduo parlarne serenamente, visto che suscita da anni sentenze tranchant. Ma pur sapendo di andare incontro a insulti e furore di chi è convinto che sia il male del Milan, chi scrive non ha molto da obiettare alla sua partita, tranne forse la conclusione centrale di un’occasione che si era costruito andandosi a prendere il pallone in difesa. Non ha giocato isolato, ha provato il tiro violento (DeGea ha salvato sopra la traversa), ha quasi messo in porta Pulisic con un assist sventato all’ultimo istante da un eroico Ranieri, ha cercato di creare superiorità per mettere in mezzo per i compagni. Poi sull’1-1 è uscito, per una scelta che non migliorerà i suoi rapporti con Fonseca, e nel contempo non ha migliorato la squadra.
Le domande sono due.
Poteva dare di più, Leao? Ma anche: la squadra era migliorabile?
3) Il NERO. La risposta è, temiamo, la stessa. No. In questo periodo il #Milan, come Leao, può fare benino, avere fiammate (come col Lecce, e forse potremmo metterci anche il Venezia, con il risultato chiuso in solo un terzo di partita). Ma ancora non riesce a prendere in mano realmente la squadra così come il Milan di Fonsie non riesce a prendere in mano le partite.
4) Il NERO (il sequel) (…credevate che ci fosse troppo Rosso, vero?) E per la nostra esasperazione, possiamo persino prendere atto che se il Milan avesse sfruttato meglio le sue occasioni, avrebbe potuto persino vincerla, la partita. In avanti non è stato detestabile come in altri match di quest’anno, e si è imbattuto in un portiere che ha vissuto una delle serate più memorabili della sua peraltro eccellente carriera.
Solo che il Milan non è mai stato realmente superiore alla #Fiorentina.
Così come non è mai stato superiore al BayerLeverkusen, pur dando la sensazione di poterla pareggiare, prendendo una traversa e forse c’era un rigore (ops) eccetera. Questione di episodi?
5) Il NERO (intenso). Non è stata una partita decisa da episodi. Ci sono stati 3 rigori sbagliati (o parati? Come preferite), sì – però non si sono rivelati decisivi per il risultato: la Fiorentina ha segnato dopo aver fallito il suo, il Milan ha pareggiato dopo aver fallito i suoi. Paradossalmente il re degli episodi della serata, TheoHernandez (che compleanno! ☹ ), dopo aver fatto tutto quello che non va fatto in un campo di calcio (a ritroso: espulsione a partita finita, rigore sbagliato, fallo da rigore, ancorché estremamente #rigorino – come quello su Gabbia, eh) ha finito per influire sul tabelino solo con la cosa migliore della sua partita: l’assist con cui ha pescato Pulisic, sbucato alle spalle di Adli.
Cosa che ci dà il pretesto di affrontare il gol del nostro RimpiantoMilan di giornata: ne aveva mai fatti di simili? Ovviamente no, avendone fatto uno. Aveva mai affrontato difese così approssimative? Ecco, forse quello no. Ma che perfetta, diabolica scelta dello psicodramma, nel piazzare la stoccata che i suoi tanti tifosi hanno sperato di vedere in 30 delle sue 39 presenze col Milan. Ricordiamo, per completezza: non è della Fiorentina, è ancora nostro, a meno che Commisso non ci versi 10,5 milioni. Una cifra interessante. Staremo a vedere.
Nel momento della bagarre, comunque, Palladino lo ha tolto. E Paulo Fonseca, che faceva?
6) Il NERO (ma salendo di livello). Da un lato potrebbe aver ragione chi dice che i cambi di Fonseca hanno tolto due giocatori che creavano problemi agli avversari. Ma forse, anche chi fa notare che sia Chukwueze che Okafor nei minuti in cui sono stati in campo hanno sbagliato diverse cose, ok, eppure hanno anche creato opportunità per il pareggio, vedasi il miracolo di DeGea sul nigeriano, autore anche di un cross che non ha trovato per pochissimo la spizzata giusta, e la serpentina dello svizzero per servire in area Abraham, forse il più in difficoltà di tutta la squadra insieme all’altro inglese, un disastroso Tomori – e ci spiace sottolineare la provenienza di entrambi, è ingeneroso da parte nostra, tanto più che stasera l’altrettanto inglese LoftusCheek è stato finalmente esente da critiche, bravo Ruben.
…No, non stiamo dimenticando un beniamino degli esasperati, EmersonRoyal. Che forse sarebbe stato utile cambiare.
Ma con chi, di grazia?
Il fatto è che Fonseca, come tutti noi, può solo sperare che Emerson Royal migliori. E lo lascia in campo nella speranza che succeda. Perché non c’era nessuno con cui sostituirlo.
E quindi, eccoci di nuovo a quel punto. Quello in cui scopriamo che i giocatori hanno le loro colpe. Che Fonseca ha le sue – perché il Milan, eccetto il derby, scende in campo allo stesso modo in ogni partita: come se si fosse appena svegliato.
Come ne usciamo? Cacciando Fonseca? Boh. In effetti può anche darsi che si vada in quella direzione, tanto più che il “Why?” verso la panchina del quieto e determinante Pulisic è molto più pesante degli sguardi laconici del lezioso (eccetera) Leao. Ma poi? I difensori difenderanno, gli attaccanti segneranno, i centrocampisti centrocamperanno? La proprietà colmerà le voragini in rosa? Il sostituto di #Fonsie forse (ce lo auguriamo) darà alla squadra un approccio molto meno compassato di quello attuale – limite peraltro anche dei Milan di Pioli, Montella, e altri prima di loro. Ma chiunque sia, anche se si dimostrasse uno di quei ducetti che gli italiani tanto amano, dovrà essere in grado di fare le nozze coi fichi secchi della società, e far diventare fichissimi quei nostri giocatori che lo sembrano sempre meno.