Il Rosso & il Nero di Bologna-Milan

1) il ROSSO. Bene: ci siamo tolti l’asterisco. E ora sappiamo. Siamo a tutti gli effetti ottavi. Nel senso che ci sono sette squadre davanti a noi. E non c’è niente da eccepire. Non prendiamoci in giro: tutte e sette, ivi incluso il #Bologna, sanno meglio del #Milan come si sta in campo e come si fanno i punti nel calcio.

2) il NERO. Poi, visto che è importante non prendersi in giro, togliamoci subito di dosso quel prurito irritante che si chiama alibi. Ora che non ha senso lamentarsi, possiamo concordare che quasi in ogni partita succede qualcosa di buffo. Ma il punto non è che l’acMilan sia danneggiato da qualche complotto – sapete, tutto può essere, può anche darsi che sia così, qui tra interventi a martello cui “manca la velocità” o falli di mano che “non sono nell’immediatezza” o trattenute da ultimo uomo che il nostro giocatore “avrebbe dovuto accentuare” (testuale, telecronaca @Dazn), ogni tre giorni entriamo in un mondo metafisico in cui l’unica cosa che abbiamo capito è che…

Il Milan è uno zerbino.

Lo calpestano gli avversari furbi, lo calpestano gli arbitri e il VAR, lo calpestano con immenso piacere opinionisti e media. Ma come dargli torto, viene da dire, quando a calpestarlo è gente che dovrebbe tenerci?

Dirigenti che pensano ai propri guadagni, non troppo diversi da tifosi che pensano ai propri guadagni, non troppo diversi da calciatori e procuratori e allenatori con procuratori in comune coi calciatori – che pensano ai propri guadagni.

Anche se poi – gonzi che siamo – non crediamo sia il loro unico pensiero. Certo che pensano ai soldi – se non lo facessero sarebbero ancora più tonti di quello che sono in campo. Dove in realtà spesso non pensano.

Una cosa che ci sentiamo di dire però è che quando staccano il cervello, non lo fanno tutti insieme, lo fanno a turno.

Per esempio, ieri sera #Leao, #TheoHernandez e #Maignan non ci hanno nemmeno dato la soddisfazione di poterli additare come traditori. #Calabria era di là (come peraltro #Pobega – perlomeno non ha segnato lui perché ci mancava solo il solito #RimpiantoMilan). E non c’era #EmersonRoyal – come (non ridete) Loftus Cheek. O #Tomori, toh. #Musah si è impegnato (povero coso, ha un voodoo addosso: non segna nemmeno quando segue a menadito le istruzioni). E insomma, con chi ce la prendiamo a ‘sto giro? I gol sono un pochino sulle spalle di due ragazzi che hanno dato l’anima – #Pavlovic non precisamente una roccia in marcatura (il suo forte è il recupero sull’uomo che gli è sfuggito) e #Jimenez con la J, sulla rimessa contesa. Potremmo prendercela con #Pulisic che non è entrato in partita? O con #Jovic (ahaha! Jovic. Dai, non prendiamoci in giro)? Potremmo anche prendercela con #JoaoFelix ma obiettivamente, lui è solo il sintomo di tanta, tanta improvvisazione, di un progetto che ha meno serietà di una delle nostre stagioni a Football Manager o a FIFa o a Fantacalcio.

3) il NERO è che alcuni di questi giocatori, come alcuni di noi (non tutti, eh. Qualche milanista è veramente scemo col botto) meriterebbero un Milan migliore, ma forse ora come ora sono tentati di andare a fare i #RimpiantiMilan come tanti altri loro amici.

4) il NERO è che spesso, guardando le loro facce a fine partita, vediamo il nostro stesso sincero sconforto. Ora che sappiamo che anche il sergente di ferro #Conceicao non si raccapezza, l’unica nostra speranza, piaccia o no, sono i giocatori. Solo loro. Non un altro allenatore. Non un DS, non un AD, non un CEO. E che in quel che resta di questa stagione,

Quelli che hanno più cuore che testa, e

quelli che hanno più testa che cuore, e

quelli che hanno più ego che piedi, e

quelli che hanno più orgoglio che intelligenza calcistica, e

quelli che votano scheda bianca per non sporcare, e

quelli che fanno i boss, che compran Class,

ci provino tutti insieme, non per la classifica, o per la Coppitalia, ma per un’ultima difesa della propria dignità, a risparmiarsi e risparmiarci altre figure penose. Solo questo. Perché è tutto ciò che resta. Perlomeno per noi.

Che siamo quelli che sperano e sbagliano. Quelli che non pensano.

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