Il complotto mediatico: Milan-Inter visto dalla stampa prezzolata

Gianni Mura, Repubblica 

Al di là della buona volontà, il Milan non ha un solo reparto che funziona. Anche in superiorità numerica.

Massimo De Luca, Corriere della Sera

Se a una (ex) grande squadra non bastano 87′ per recuperare un gol di svantaggio, c’è poco da argomentare. Milan (soprattutto) e Inter (in misura minore) arrancano, faticano, stentano a trovare la via del gol. Non ha deciso El Shaarawy, non ha deciso Cassano e nemmeno Milito. Ha deciso Samuel, il “muro”, in proiezione offensiva: e tanto (cioè poco) è bastato. Ha deciso, anche, il folto gruppo di arbitri e guardalinee perché più si riguardano le immagini del gol annullato a Montolivo, e meno si capisce la decisione. Ma la sostanza non cambia , perché anche un pari, in fondo, non avrebbe migliorato la fallimentare classifica milanista. Juve e Napoli sono 12 punti più su. Fossero 11, non cambierebbe il giudizio.

Mario Sconcerti, Corriere della Sera

Il Milan continua a non capirsi e a far fatica su tutto, difendersi, giocare, concludere. Il Milan è stato davvero poca cosa, senza un giocatore di personalità, senza uno slancio di fantasia, tutta la partita a inseguire quasi senza crederci.

Stramaccioni si è impaurito e si è rifiutato di restare in partita, si è difeso soltanto. Il Milan è messo peggio, anche su ritmi bassi non ha risorse. È difficile dare molte colpe ad Allegri, il Milan non è messo male in campo, ma è proprio modesto. È incredibile come il Milan si sia sbiadito, come ci sia sul fondo un dilettantismo sconosciuto. Per quel che costa in stipendi, questo è ancora un Milan fuori equilibrio. Non è una squadra di quel valore. Questo è il vero errore: il risparmio è stato pagato troppo. È scomparsa qualunque competitività della squadra. L’Inter ha almeno gli ingredienti della buona squadra. Una difesa stretta, un centrocampo di forza, qualche grande attaccante. Il Milan no, è solo assenza. Il dubbio è se adesso avrà la forza di gestire l’acqua sporca o la subirà. Togliendo giocatori a livello industriale, si è rimasti anche senza esperienza. Sta salendo in superficie il problema di fondo del Milan. Non si può scomparire in silenzio, qualcosa di grosso è destinato a succedere.

Fabrizio Bocca, Repubblica

Stramaccioni alla fine si è gettato sotto la curva urlando “è vostro, è vostro” ai tifosi: un comportamento da novello Mourinho. Paragone decisamente prematuro, ma un filo conduttore proveniente dal recente passato comunque esiste. L’Inter ha retto soprattutto in difesa, il Milan soprattutto in difesa ha sbagliato, come gli capita troppo spesso in questo campionato. Al di là dei singoli episodi – in cui il Milan non ha tutti i torti, ma su entrambi si può discutere  – mi sembra che giocare in vantaggio di un uomo per metà partita e non cavarne un ragno dal buco, sia il sintomo di parecchi problemi che il Milan non ha ancora risolto. Se per una volta non fa gol El Shaarawy il Milan resta all’asciutto. E 7 punti in 7 giornate sono veramente troppo pochi, stanno deprimendo il campionato e il Milan stesso. Lo scorso anno la squadra di Allegri, pur non in fase brillantissima già allora, aveva almeno quattro punti di più. Considerato che sono stati dati via Ibrahimovic e Thiago Silva non sono nemmeno troppi, ma insomma non ci si può fermare troppo ancora su queste “assenze”.

Marca.com

El Inter no brilla pero, al menos, saca sus partidos adelante a base de saber estar; el Milan dista mucho en calidad al equipo que no hace tanto tiempo estaba en lo más alto. En Milán, el derbi de la “madonnina” se lo llevó un Inter que supo rentabilizar al máximo el temprano tanto de Samuel (m.4), en remate cabeza tras saque de falta a cargo de su compatriota Esteban Cambiasso, y sacó los colores a un rival que tiene voluntad pero poco más. Y eso que el Milan, tras el gol, dominó y atacó a un rival cerrado, que plantó un muro y que buscó matar al contragolpe. Pero el conjunto milanista adoleció de remate y también de un poco de fortuna en algunas acciones.

Paolo Bandini, The Guardian

The Milan goalkeeper Christian Abbiati informed reporters on Saturday that his arms were still sore from parrying Hulk’s ferocious shots during their midweek Champions League win over Zenit – yet while his saves from the Brazilian were indeed remarkable, the goalkeeper had also in that game reminded observers of his greatest weakness: an inconsistency in dealing with crosses. Just as he had misjudged the flight of the Hulk corner which led to Roman Shirokov’s temporary equaliser for Zenit, so he made a similar error on Sunday, losing track of Esteban Cambiasso’s free-kick as it arced across his area. Samuel’s header became the seventh goal Milan had conceded from a set-piece this season. Abbiati was guilty of a more blatant blunder moments later, passing the ball straight to Diego Milito on the edge of the 18-yard box only for Philippe Mexès to rescue him with a vital sliding challenge before the striker fluffed the rebound. If that was an individual error, then Abbiati might be excused at least some mistakes on the grounds of an inconsistent supporting cast. This was Milan’s ninth different back four in as many games.

If Inter seemed the more settled in their system then it was Milan who began to take charge as they grew into the game. In the 39th minute Riccardo Montolivo volleyed home an equaliser from outside the box, only to discover that the whistle had already gone for a nonexistent foul by Emanuelson on the Inter goalkeeper Samir Handanovic. Moments into the second half, Inter’s Yuto Nagatomo was sent off for a second booking. Inter, having retreated into a 4-4-1 following the red card, clung on with great determination but not without lapses.

In truth, the Rossoneri were awful. No invention, no shape, no real plan to break Inter down either faced with 10 men or 11, too many players who simply aren’t up to the standard set by the club over the years. In particular, Bojan looks a player sadly destined to drift away from the top echelons of the game. The front four were incredibly average for a group of attacking players wearing the black and red.

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