Una Stagione all’Inferno: Milan-Bologna 1-0

14  Febbraio 2014

Che praticamente nel primo tempo è successo questo:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Divertente no? Il mio personale highlight dei 45 minuti è stato quando mi sono alzato per andare a pisciare. Non che sia stato costretto a scavalcare fiumane di gente, visto che in confronto alla desolazione di San Siro, la Valle della Morte è popolata come Gardaland nel weekend di Pasqua. Che giustamente in settimana ho letto parole appassionate contro l’idea di costruire un nuovo stadio a Rho. S.Siro è casa nostra! Mai via da S.Siro! A Rho non ci andiamo! Bravi, bene, bis. Peccato che non ci venite manco qua, su questi simpatici gradoni che ospitano ininterrottamente le partite casalinghe del glorioso AC Milan 1899 dagli anni 20 fino ad oggi.

E uno dice. Eh ma sai, il freddo, è Febbraio, oggi è un giorno lavorativo, non ce la faccio a staccare presto dall’ufficio, ho un gomito che mi fa contatto con il ginocchio. Ah sì? Vi voglio vedere MERDE se non vi presenterete mercoledì contro l’Atletico Madrid per quello che, molto presumibilmente, sarà il nostro saluto alla cara amica Champions League almeno fino all’anno di grazia 2015-2016 (se va bene).

Eh hai ragione, ma sai, ieri era San Valentino. Ora, lasciatemi dire due cose. Non ho nulla contro Radio Italia di per sé. Cioè mi fa rabbrividire che in una democrazia costituzionale come si definisce la nostra, sia concepibile l’idea di una radio che possa trasmettere così, come se nulla fosse, che ne so, Mengoni o Ligabue, ma tanto non la ascolto, quindi per me può anche continuare ad irradiare per i cieli la sua paciosa frequenza. Però.

Già questa cosa insopportabile degli idioti che fanno i cori stonati fuori dallo stadio per cui auspico una visita senza ritorno ai Killing Fields di Pol Pot. Poi ieri la Kiss Cam. Cioè i fidanzatini che si baciavano ripresi nel tabellone. Bene. Alla fine di un primo tempo di Milan-Bologna in cui la cosa più interessante è stata una parata di Abbiati. Se avessero inquadrato ME, la sequela di bestemmie avrebbe mandato in corto la regia. A voi, voi uomini che salutavate con fare idiota le camera, auguro solo un giorno di tornare a casa e trovare la vostra donna impegnata in un threesome con due idraulici  che indossano la maglia di Aronica del Palermo (sì, tutti e due) e che si danno il cinque come nei porno degli anni 80. Vedrete, succederà. E non ve la pigliate con il nasone di Constant quel giorno, ma con voi stessi.

…Occhei, ero, eravamo leggermente nervosi. Quindi andiamo subito al dunque: Clarence, ma perché non metti il Pazzo fin dall’inizio? Non lo vedi che Balo prima punta non funziona? Che cazzo, ce ne siamo accorti tutti, possibile tu no? C’hai anche la panchina rialzata!  Meno male che si è rotto Robinho, altrimenti il sospetto è che ce l’avrebbe propinato ancora. Va bene che vuoi fare gli esperimenti, però qua stiamo giocando una partita uguale all’altra là davanti, suscitando spirali di noia che salgono fin sopra il Terzo Anello, dove se ne stavano i (pochi) bolognesi. Unici motivi di vago buon umore, le serpentine di Taarabt (a cui però qualcuno dovrebbe spiegare che ad un certo punto deve darla) e soprattutto i sani, elementari, rassicuranti rinvii di Adil Rami. Ragazzo mio, all’inizio avevo dubitato di te, lo ammetto. Lento, impacciato, macchinoso. E il bello è che non ho cambiato idea! Sei proprio così. Ma appena hai capito come gira il fumo qua da noi ti sei piazzato lì dietro e hai detto “Oh ragazzi, io questo so fare eh? Patti chiari amicizia lunga”. Un vero e proprio stopper dei bei tempi andati. Sempre la cosa meno rischiosa. L’appoggio al difensore vicino, il retropassaggio al portiere. Il falletto a centrocampo che non è da giallo ma blocca la ripartenza. Le piccole certezze della vita, come l’arrosto a casa dei tuoi la domenica mattina prima di andare allo stadio o Gianni Vasino a 90esimo minuto che manda affanculo Luigi Necco. Dopo aver visto imbecilli che provano a fare le veroniche in difesa con l’attaccante ad un metro o a saltare Messi in dribbling al Camp Nou (credi che me ne sia dimenticato Philippa?), ecco uno che sta attaccato al culo dell’attaccante, fa a sportellate e porta la croce, ti fa pensare che magari, forse, chissà, diolovolesse, un centrale di ruolo l’abbiamo trovato. Non è Thiago Silva, va bene. Non è Stam. Non è Costacurta e manco Filippo Galli. Però è già qualcosa.

Chiaramente se uno è costretto a dire che la cosa migliore di una partita è vedere Rami che non fa cazzate, significa che sta messo molto male. E infatti stavamo scivolando verso uno 0 a 0 persino ingeneroso verso il Bologna, che due o tre azioni le aveva fatte. Poi dal nulla, a cinque dalla fine, ho visto partire un siluro terra-aria che Adam Kadmon, o come cazzo si chiama, di Mistero sta ancora cercando di capire se sia stato un drone mandato dagli Illuminati. Balo si è inventato un gol che un giorno, davanti alle fiamme del camino, racconterò ai miei nipoti Pietro e Paolo, mentre di nascosto gli brucio le figurine Panini dei gobbi e delle merde. Bene, prendiamo i tre punti e mettiamoceli in tasca, che è un gran lusso di questi tempi. Ma preparate l’elmetto, che mi sa che mercoledì contro l’Atletico Madrid, come diceva Ken Loach, pioveranno pietre.

14 Risposte a “Una Stagione all’Inferno: Milan-Bologna 1-0”

  1. Mi auguro almeno che la nuova direzione marketing regali a noi pochi presenti almeno un abbonamento ATM extraurbano per arrivare fino a Rho.

  2. Non sparate sempre a zero contro chi non viene a San Siro ma poi si presenta in Champions. Non tutti quelli che vi seguono vivono vicino Milano, eppure nelle sere di Champions si fanno 10 ore di pulman per venire in curva a cantare, tornando a casa alle 5 e andando a lavorare alle 8. E non vogliamo entrare nella Sud col timore di non essere considerati milanisti veri. Anche se non siamo lì ogni partita, ci incazziamo lo stesso da casa, a 500 km da voi.

  3. …….ancora ” l’incubo Rho”, nella mia vita. Ho avuto la fortuna di avere entrambi i genitori nati a Milano, e già questo da bambino era un distintivo che portavo con orgoglio rispetto agli altri compagni di scuola, sebbene avessero i genitori , comunque molto milanesizzati. Orbene, i due fenomeni, con troppa leggerezza, commisero la più grande puttanata della loro vita, decidendo di far partorire mia mamma all’ospedale di Rho, invece che nella canonica Mangiagalli…”.eh, sai, il medico che mi seguiva era primario lì! ” , mi ha risposto tutta la vita mia madre, ogni volta che le ho rinfacciato la inconcepibile scelta. Così, da sempre, sulla mia carta d’identità, sulla patente, sui documenti non c’è scritto NATO A MILANO, come mio padre, come mia nonna, come i miei figli, come i miei bisnonni…no. C’è scritto NATO A RHO. E sul codice fiscale campeggia un triste 204Q…anziché il 205 meneghino. Addirittura , quando mi sposai, dovetti andare a ritirare l’atto di nascita in quel banalissimo palazzo comunale ( non brutto , per la verità..) dove il logo cittadino raffigurava una stupidissima ruota dentata…RHODENS, appunto…
    Non perdonerò mai i miei genitori per la superficialità con cui scelsero il mio luogo di nascita, pur volendo loro un bene infinito ( soprattutto per i geni rossoneri trasmessi..) : vorrei solo che il comune dell’hinterland , maledetto, non dovesse darmi un ulteriore dolore. Quello di doverci vedere giocare le mie maglie rossonere.

  4. cazzo che sfiga potsy……..un qualsiasi mezzosangue come me può di diritto sentirsi più milanese di te…….ma poteva andarti peggio, milanese di Rho ma interista…….

  5. …guarda..Tu non sai che crisi esistenziali! e anche ancora dopo così tanti anni!!! …non puoi capire quando poi, da bambino, vedevo quell’immondo striscione merdazzurro ” i bombardieri rho”…..me se rìscen i busecc anca incoeu al penser!

  6. caro Frank, ci mancherebbe. Massimo rispetto per i milanisti che arrivano da fuori città e che si fanno gli sbattimenti per seguire la squadra (che poi sia in curva o meno, poco cambia). Mi riferivo ovviamente a tanti che abitano qui in città e che si stracciano le vesti per il cambio di stadio e poi se ne stanno a casa a vederla su Sky. Quando andavo io in curva, i ragazzi delle nostre sezioni erano considerati una risorsa indispensabile, gente di Savona, Pesaro, Bologna, Roma, della Svizzera, che certo non consideravamo meno milanista di noi

  7. caro sudiungradino, ma come la sai lunga. ahimè condivido lo stessodramma di Potsy. nato da due genitori milanesi, da parte materna addirittura dalla notte di tempi, sono stato partorito a Lecco, città in cui i miei hanno vissuto per sei anni per motivi di lavoro di mio padre. A 3 mesi ero già tornato a Milano. Ovviamente, come Potsy, ai miei non gliel’ho mai perdonata.

  8. …ma almeno i Tuoi hanno una minima giustificazione…si erano trasferiti lì…Certo, al loro posto, sarei corso a partorire sotto la Madonnina…Ma i miei sono stati ancora più autolesionisti!!!! E per non fare un torto a me e perchè gli ero venuto benissimo (…son qui da vedere! ) replicarono la puttanata con mio fratello!!!….imperdonabili!

    Per quanto riguarda il tifo fatto da casa o sul campo…andare allo stadio è diventato tristissimo, ti rompi i coglioni e l’ambiente è davvero poco invitante. Per cui non biasimo chi non fa più lo sforzo di venirci. però, allora, questa scelta, questo scoglionamento, deve valere al di là del tipo di partita. A me sta deprimendo allo stesso modo sia che si giochi contro il Barcelona, sia che si giochi contro lo Spezia….Se ci vado è perchè sono malato, ma allora vado ad entrambe, o meglio, non SCELGO, se non vado perchè ho gettato la spugna, non torno nemmeno per la partita di cartello. Capisco, comunque, che chi viene da fuori abbia ulteriori mille problematiche: soldi, tempo, orari, lavoro , mogli, stracazzi etc etc …io da Lorenteggio ci metto 10 minuti…

  9. io che sono di San Siro ho sempre avuto una forma di rispetto speciale per chi arrivava allo stadio da lontano, per me è semplice, birra al baretto una volta e ora sotto casa e poi stadio in 5 minuti……..facile così ……
    conte la prossima volta che c’è la kiss cam ti infilo la lingua in bocca così facciamo incazzare l’amico Putin……

  10. Il problema non sono quelli che fanno 5 ore di pullman per venire a San Siro (hanno tutto il mio rispetto), il problema sono quelli che non fanno più nemmeno 2 fermate di metro.
    Lo stadio vuoto è lo specchio della crisi del milanismo inteso come voglia di soffrire ed esserci comunque.
    Oggi a Milan-Cavese quanti sarebbero i paganti?

  11. ma il problema non sono quei 7-8 mila che (giustamente) abitando a 150 km da Milano (o di più, tipo quelli che salgon dalla puglia) devono selezionare le partite, magari programmando viaggi con 3 mesi di anticipo, e finiscono per scegliere la champions.

    il dramma è che la città di Milano, oggi, non riesce a portare più di 15-20 mila cristiani a san siro a vedere il campionato del Milan, e parliamo di uno stadio tutto sommato centrale, ben servito dai mezzi ed economico (200 euro l’abbonamento secondo blu\verde, 230 credo l’arancio: su 20 partite direi che ci siamo).

    di sto passo, chi andrà – dovessimo costruire lo stadio – a rho, ben fuori milano, pagando il biglietto extraurbano, in uno stadio certamente più caro a vedere una squadra probabilmente comparabile a questa?

  12. ma sai, io credo che la costruzione di un nuovo stadio sia legato al rilancio anche del club, altrimenti è un assurdo proprio come investimento economico, in termini di incasso, indotto e interesse degli sponsor. Personalmente, ed è la linea che sto seguendo anche nei pezzi che scrivo, sono arrivato alla conclusione è che bisognerebbe spingere la Presidenza ad uscire allo scoperto, anche perchè possa mettere in vendita il club. Certo, ci vorrebbe una voce collettiva, soprattutto da parte della curva, chiaramente indirizzata verso questo. Nei modi, molto limitati,che in questo momento offre la repressione.

  13. si concordo. in credo che prima ancora della possibilità tecnica, manchi la volontà “politica” di mettere con le spalle al muro proprietà e dirigenza.

    (politica evidentemente in senso lato)

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