Una Stagione all’Inferno 20. Milan-SportingSquinzi 2-1

18 maggio 2014

Una volta un mio amico raccontandomi come avesse passato l’estate, ha così sentenziato: “Ho fatto un giro meraviglioso dell’Asia: Thailandia e Malesia!” “Ah maddai, che figata. E dove sei stato in Malesia?” ‘Mah, ho fatto scalo per tre ore all’aeroporto di Kuala Lumpur”. “Ah”.

Ecco, anche noi siamo stati in Europa: per cinque minuti filati. Ma che soddisfazione, vuoi mettere? Sembrava tutto perfetto. Toro in svantaggio, Pavma che incredibilmente pareggia in casa contro il megaretrocesso Livorno e noi già stabilmente sul 2 a 0. Prima che qualcuno possa sogghignare: tranquilli, non ci ha mai creduto nessuno. Ci eravamo messi l’anima in pace dopo il terno ‘traversa-palo-fuori’ estratto dal bambino Balo sulla ruota di Bergamo e quindi abbiamo affrontato l’ultima partita in casa con lo spirito della festa aziendale di fine anno. Uè carissimo, oi grande, ma prego, dopo di te, vai vai fai pure. Pacche sulle spalle e grandi sorrisi. Dai che ce l’abbiamo fatta a sopravvivere anche a quest’annata infame.

E del resto come poteva finire un campionato mediocre come questo? Con una mega sfida come Barca-Atleti? Quasi.

Il Sassuolo, io non ce la faccio. Già dobbiamo arrenderci all’idea di sopportare per l’ennesimo anno consecutivo l’InutileChievo, ma adesso anche questi. E allora non so, la Virtus Entella no? Il Lanciano, che c’ha quei bei colori? Che poi, fino cinque anni fa, per me Sassuolo era un posto con un nome buffo da cui arrivava Nek, lo Stinghi dell’Appennino. E invece. Ci hanno pure battuto all’andata. Sconfitta benedetta eh, perché sono stati costretti a cacciare la sciagura di Livorno, che altrimenti ci saremmo trascinati fino a ieri. Speravo tornassero giustamente di filato in B. E un po’, quando avevano tirato fuori dal freezer quello specialista in catastrofi che è Malesani, ci avevo creduto pure. Ma vuoi il suicidio del Bologna, vuoi che alla fine, se hai in squadra Cannavaro JR, Biondini, Zigo Ziegler, Sansone, Floro Flores e ¾ delle offerte discount della Serie A, alla fine magari te la cavi pure… Infatti. E qui esce il mio vero fastidio verso questi qua.

Squinzi. Fa il milanista. Dice che è cresciuto nel mito di Rivera. Si fa fotografare con la cover del telefono rossonera pagata 9 euri agli arabi davanti all’Esselunga. Dice che aspetta la partita con le Merde come se fosse il suo personale derby. Ma brutto pagliaccio. Sei pieno di soldi. C’avrai un conto in banca che in confronto Zio Paperone abita nelle case popolari di Via Tracia. Ma allora caccia la lira e compraci se ci tieni tanto, al posto di fare il brillante. Riportami a casa Thiago Silva invece di aver cacato dal nulla questa squadra senza senso la cui giusta dimensione dovrebbe essere la cara vecchia C2, ma proprio ad essere generosi. E invece alla fine me li trovo a San Siro, con la loro orrenda maglia nero verde come manco il vecchio Tirol Innsbruck di Toni Polster (non ci ha mai giocato, ho già controllato, state calmi).

Comunque. Ti adagi comodo e cerchi qualche insulso motivo d’interesse in questa inutile partita. Ad esempio, la segreta e tenue speranza di non rivedere mai più certa gente. Da qualche parte avevo letto che Robinho sognava in cuor suo di essere utilizzato almeno in uno spezzone di partita per salutare i suoi tifosi. Cioè noi. A posto così Sbiru! Mandaci pure la classica cartolina da Ipanema con i culi di fuori che non ti serberemo rancore. Perché noi, oltre al Milan, tifiamo per la felicità – e la tua, lo sentiamo, sta di casa solo a molti molti kilometri da Milanello.

…Constant.

Non ti credere, non ci dimenticheremo.

Andare in Europa League era da poveracci, ma ci hai pensato tu a tenerci fuori con il più stupido fallo da rigore che mi sia capitato di vedere da anni. Ahimè, non ci sono voci di mercato che lo riguardano. E del resto chi mai potrebbe essere interessato. Forse solo l’impresario di un Circo Barnum in cerca di nasoni. Posso solo sperare che su di te scenda lo stesso oblio grazie al quale misteriosamente sono scomparsi nel nulla gente come Guadenzi, Carobbi, Smoje e Blomqvist, meteore che sono sfrecciate nel nostro cielo come una provocazione surrealista di Andè Breton.

E invece rischiamo di non rivedere Rami. Ragazzi, io ci esco pazzo. Come si possa anche solo rischiare di perderlo uno così, non lo so. Occhei, non è nemmeno paragonabile alle meraviglie che abbiamo avuto in quel ruolo. Ma provate a pensarci: ripartire di nuovo a settembre con la Philippa e Zapata. Bonera e Zaccardo. Fa paura eh? Lo penso io e lo pensa tutto lo stadio, che si spella per lui e per De Jong, uno a cui la fascia dovrebbe essere consegnata su un cuscino di piume, per la personalità che ci mette in mezzo al campo. 

Insomma, il clima è da festa delle medie: un po’ di scazzo, un po’ di malinconia. Sporadici applausi e qualche sbadiglio. Dai sù, muoviamoci a farla finita. Rivediamo Il Faraone ci rendiamo conto di quanto ci sia mancato e di come la prospettiva di ammirarlo l’anno prossimo con Taraabt (bisogna dire qualcosa anche sul SUO di riscatto? Siamo seri) sia una delle poche motivazioni per cui rifare l’abbonamento non sia solo un gesto di ottuso fideismo… Che comunque compiremmo senza dubbio alcuno.

La curva chiama Clarence, lui saluta e lo stadio applaude. Molto probabilmente a settembre non ci sarà più. O forse sì, chissà. La sensazione è che nessuno ci abbia capito niente di cosa stia succedendo e che fondamentalmente si sia tutti un po’ esausti e sfiduciati delle beghe interne, delle guerre sottobanco, della mancanza di progetti e di ambizione, delle maglie brutte e che poco c’entrano con la nostra storia. Al fischio finale ci alziamo e ce ne andiamo come se niente fosse, un po’ come le coppie in cui le cose vanno un po’ così così che decidono di fare le vacanze separate per prendersi una pausa. No amore, non siamo in crisi, ma ognuno ha bisogno dei suoi spazi.

Meglio se non ci rivediamo per un po’, Milan. Che ci prendiamo qualche mese per pensare. Staremo meglio tutti e due. Senza sentirsi e vedersi per un po’. 

Anche se poi quando rivedo da lontano le torri illuminate che si stanno lentamente spegnendo e la gente che sfolla mi si stringe lo stomaco. Perché per nove mesi litighiamo e mi fai disperare, ma tanto lo so fra una settimana inizierai già a mancarmi da morire.

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