Una Stagione all’Inferno, ep.1. Milan-Malloreddus 3-1

01 Settembre 2013

Milan- Cagliari- 3-1

Abbiamo preso Kakà, è ufficiale. Mannò mannò stanno ancora litigando sui bonus. Ragazzi, Kakà è un finto obiettivo: il vero botto è Ozil, date retta ad un cretino. Ma se l’Arsenal ha offerto 47 milioni! Al massimo noi c’abbiamo la lira avanzata dall’ingaggio di Antonini, dove cazzo vuoi che andiamo. E il Boa? Alzi la mano chi pensa che abbiamo fatto bene a venderlo. Oh, non tutti insieme ragazzi, che Balo sta per tirare una punizia. Fermi tutti mi è arrivato un sms: Kakà potrebbe saltare. Pare che Bosco Leite si sia impuntato sui ticket restaurant e l’abbonamento gratis dell’ATM per tutta la famiglia.

Insomma, scorreva placido un Milan Cagliari d’inizio settembre, ma invece di essere concentrato sull’avvincente match che si dipanava davanti ai suoi occhi, il popolo rossonero vociava come nemmeno durante la proiezione della Corazzata Potemkin.

Diciamocelo fra di noi, facciamo una seduta di auto-coscienza collettiva milanista: siamo felici del ritorno di Riccardino I belong to money? L’avevamo lasciato che sventolava la magliettina dal balcone, lo ritroviamo che ne agita un’altra appena arrivato a Linate. Deve essere proprio un vizio, allora. Nel mezzo, quattro stagioni da riserva a Madrid. Come ha scritto giustamente qualcuno, è come se una tua ex fidanzata che ti ha mollato per uno più ricco, tornasse da te dopo quattro anni e un matrimonio fallimentare dicendo: “ci ho ripensato, riprendimi amore. Però dammi dei soldi, grazie”.

Non suona bene, no? Mica tanto.

Suona ancora peggio l’eterna minaccia, per fortuna sventata anche a questo giro, che grava su ElSha, spedito in panca senza un se e un ma, nonostante una degnissima partita contro il Peesvè. Stephan, ma che gli hai fatto ad Allegri? Gli hai messo l’Attack nella serratura dell’armadietto? La schiuma da barba nelle lenzuola? Gli hai trombato una delle millecinquecento fidanzate? Ma perché ogni tre per due si parla di una sua cessione?

Sta di fatto che là in avanti ci troviamo Robinho. Santa Madonna, Robinho. Per tutta l’estate abbiamo aspettato l’arrivo di Lijaic (o come cazzo si scrive). Tranquilli, è nostro. Vuole solo il Milan. La Viola sarà costretto a darcelo, per non prendersi la stessa fregatura di Montolivo. Uh, si è visto, si è visto. Esco di casa per andare verso S.Siro e Ljiaicic (o come cazzo si scrive) ha appena piazzato una pera fumantina al Verona pochi minuti dopo essere entrato in campo con quell’espressione del tipo: “Vabbè ragazzi, credevo di debuttare a S.Siro, ma già che siamo qua..”. Diventerà un fenomeno. Mi ci gioco la mano destra del mio socio Fabrizio, che smadonna perché ogni volta che attacco la pezza dell’Herbert Kilpin faccio i nodi così stretti che per scioglierli a fine partita usciamo insieme ai guardiani notturni e i filippini delle pulizie. Ma dicevamo, Robinho. Siamo riusciti a cedere per un sacco di soldi Boateng, possibile che lui non lo voglia nessuno? Manco il tempo di infamarlo però, che trac, SuperMario piazza un assist, Monto fa un velo involontario e Binho non può esimersi dal buttare dentro un gol veramente impossibile da sbagliare, anche se in altre occasioni è riuscito persino fare peggio.

Mi ricordo l’anno scorso che il Cagliari aveva offerto uno degli spettacoli più indecorosi mai visti a S.Siro. Giusto per non essere scortese, quest’anno la resistenza è ancora più blanda, visto che dopo appena mezz’ora è sotto di due, con tanto di gol di Mexes, che garrulo del suo essere il figo di Parigi, appena pochi minuti dopo si addormenta davanti a Sau, che con precisione chirurgica la piazze alle spalle di Abbiati. I malloreddus dovrebbero partire a testa bassa alla ricerca del pareggio e invece il resto del match prosegue all’insegna di un ritmo che definire pacato è poco. Sembra una di quelle partite a calcetto fatte in spiaggia poco prima del tramonto. Chi segna il prossimo vince e poi tutti a scolarsi Peroni ghiacciate. 

Travolti dal mal di vivere di Pavesiana memoria, una volta esaurito il filone del calciomercato, il nuovo gioco collettivo diventa: “ma tu hai capito con che modulo stiamo giocando?”

Ad esempio: Montolivo parte da trequartista dietro alle punte, poi ritorna indietro, poi sta sulla sinistra, poi torna in mezzo, alla fine va un po’ dove cazzo gli pare. La gente si divide. Acciuga è tornato allo schema ad albero. No, sta usando il rombo, il WM della grande Ungheria di Puskas, il 4-4-2. Un 3-4-1-2 sporco, un 4-1-2-3-1 con zona mista. Combinazioni alfanumeriche che ricordano il prefisso per chiamare una squillo a Bangkok. In ogni caso, l’effetto è una noia mortale, rischiarata solo delle scientifiche botte che molla in giro De Jong, indiscutibilmente titolare fisso, e dal terrore che Zapata suscita in tutto il pubblico sugli spalti (poco, comunque) e ai giocatori in campo, visto che almeno un paio di volte, va ad un nulla dalla cazzata irrimediabile.

Quando scende il silenzio e la palpebra s’abbassa, eccolo qua, è il momento del nostro Top Player dell’anno. Arriva Matri, accolto con un boato davvero surreale da una Curva che fino a pochi giorni fa- con educazione, va riconosciuto- ha sollevato più di un dubbio sul suo acquisto. Hanno emendato con un comunicato, mi dicono. Pazienza. Beddamatri entra e partono i paragoni. Mi ricorda Maxi Lopez dice qualcuno, semmai Jennifer Lopez, visto le meches bionde che si agitano di qua e di là, precisa sempre Fabrizio. Impatto sulla partita? Nullo. Ma chiedere di più mi sa che non si poteva.

A chiudere questa noiossima faccenda ci pensa l’hombre del partido, ovviamente Marione, che raccoglie una respinta insensata della difesa del Cagliari e la tocca piano, incendiando con un cannonata a mille all’ora la porta avversaria. Chiuso, a casa tutti.

Mi sveglio il mattino di lunedì: Kakà è ufficiale: “è una scelta di cuore, i soldi non sono mai stati un problema fra me e il Milan”. Mezza Milano legge queste sagace perle di saggezza ridacchiando all’unisono. La corsa all’oro delle ultime 24 ore diventa così Astori. Ora: Astori. Ma da quanti anni è che sta a Cagliari? Cos’ha firmato un contratto o c’ha il mutuo, che non va mai in scadenza? Non è possibile che il suo nome salti fuori solo durante le sessioni di calciomercato, in cui tutti si gettano ad offrire cifre iperboliche che puntualmente Cellino rifiuta (come questa volta). Inizio a pensare che durante il resto dell’anno se ne stia dentro una teca nascosta sul Gennargentu. Man mano che il pomeriggio passa volano indiscrezioni sempre più surreali. Zaccardo lo diamo via per una casa di palloni per l’allenamento e un bancale di Gatorade.  Puntiamo Cannavaro. Ma non aveva smesso? No è il fratello. Ah, ha anche un fratello? Poi Burdisso, definito da un caro amico di fede avversa, come la più grande sciagura con la maglia delle merde dai tempi di Sorondo.  E ricordiamoci che abbiamo pure Silvestre. E Bonera. Insomma siamo in piena bagarre per il Premio Simic d’Oro.

Allo scoccare della mezzanotte si chiude il Calciomercato. A fare in conti della serva, gran parte dei soldi della Champions sono rimasti nel forziere di Via Turati, mentre fra difesa e porta, rimangono dei limiti strutturali davvero imbarazzanti. Ma chi se ne frega, no? Nella serata il pueblo accoglie festoso Kakà, che manco lui si aspettava di venir trattato così bene. Come quando la donna ti tradisce. La prendi male, la maledici, poi le torna e alla fine te la tieni e ti sta pure simpatica *.

Contenti loro, cioè noi, contenti tutti.

Mangiamoci almeno dei Ringo, va.

*1) per chi mai se ne accorgesse, è una frase rubata pari pari ad Andrea Pazienza 2) no, non mi è mai successo, pettegoli che non siete altro.

 

4 Risposte a “Una Stagione all’Inferno, ep.1. Milan-Malloreddus 3-1”

  1. Guarda che i palloni ed il gatorade erano per Costant….per Zaccardo Preziosi, come ti dicevo ieri, si è limitato ad 1 cicciobello fa la cacca e ad un triciclo Hello Kitty fallato e nulla più….

  2. hai dimenticato antonini al genoa. solo per questo mercato sontuoso, con tutto l’affetto per il ragazzo cuorerossonero ma non se ne poteva più.

    p.s.
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    se serve aiuto sono qua a gratis

  3. Comunque meglio Kakà morto che Kevin Prince in piena forma. La cosa migliore che ha fatto é l’imitazione di Michael Jackson per festeggiare il campionato. La vera tragedia é la difesa, Mexes e Zapata andrebbero bene per squadrette che lottano per la salvezza mica come titolari del più grande club della storia del calcio.

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