Songs Of Faith And Devotion – Cap. I

E una ce la siamo levata.  Occhei, quando torni al Tempio dopo un bei tre mesi di assenza forzata dovrebbe essere tutto un uuuh che bello, non vedevo l’ora, pacche sulle spalle, sorrisi, birrette come se piovesse, grandi aspettative per i nuovi acquisti (?), quell’entusiasmo incosciente che ti faceva sperare bene anche in annate palesemente partite male, come quella di Inzaghi sulla panca, quando eravamo tutti esaltati per Menez e Alex l’ariete presi a prezzi di saldo alla Lidl.

Invece sabato il clima era da sala d’attesa dal dentista, quando si che qualcosa ti tocca, c’è poco da fare. Sarà stata la sconfitta imbarazzante con l’Udine, sarà che pronti e via si è diffusa subito la voce che al posto di Piatek, al cui posto a Udine potevano anche mettere un cartello dei lavori in corso, ci sarebbe stata la ballerina portugeisa Andre Silva, poverino, sottratto per 90 minuti alla sua attività principale, consistente nel farsi i selfie da postare su Instagram.

Il tutto mentre attorno c’erano bresciani, bresciani, bresciani ovunque. Che voglio dire, è stata solo che cosa gradita, che un’amicizia così è rara, ed è bello vedere che vengono a bere al baretto in massima tranquillità. Erano amici nostri nel 1986 quando mi sono abbonato per la prima volta e loro sono ancora adesso, mi ricordo da loro a inizio anni 90, baci e abbracci e noi che facciamo una coreo con i rotoli di carta igienica e successive torce, con un incendio immediato tipo Notre Dame che ha fatto temere il peggio a molti di noi. Oppure quando sono venuti in diecimila all’ultima di Baggio. Tutto lo stadio che applaudiva e io a dire che nel cuore ho solo Dejan e quello ce l’ha messa pure con la maglia delle Merde. L’ultima volta in assoluto in cui sono stato (ahimè) a Brescia ho vinto un eurogol di Pippo Pancaro alè eran quasi le tre. Allora i bresciani erano divisi, robe loro eh, adesso non so, domenica erano così tanti in zona baretto che potevano direttamente fondare un partito.

Come quello degli scettici in rossonero. Meno male pronti e via che qualcosa di buono in fondo si vede, un Bennacer che già sembra a casa sua, Suso riportato sulla sua mattonella, Calha che si fa trovare nel posto giusto al momento giusto e la schiaccia in porta per un 1-0 tuto sommato meritato per quel che si è visto nel Primo Tempo. Non è molto, ma è già qualcosa. San Siro, partito un filino insofferente, si ammorbidisce un po’ e tira un sospiro di sollievo.

Il secondo tempo invece è una specie di lunga passeggiata nell’ansia, se almeno nel primo tempo eravamo alti, riusciamo a farci schiacciare dal Brescia, a cui ovviamente auguriamo tutti una serena e veloce salvezza, ma davvero ieri pochissima roba, a parte la netta superiorità di Tonali, ragazzo notoriamente rossonero che gradiremmo moto un dì tornasse a casa. Insomma, siamo lì che ci tocca pure di ansiogenarci quando a stretto giro entrano Parquetà e Piatek. Ora, sarà il caso e sarà che di sicuro quegli altri saranno calati, ma in 5 minuti creiamo credo 5 palle gol pulite che per sfiga dabbenaggine e bravura del loro portiere finiscono in nulla. Sarebbe il classico schema della beffa finale, invece Dio mio, teniamo e portiamo a casa i tre punti. Sarà un brodino caldo, un minimo di incoraggiamento per affrontare una lunga e dura annata che per ora non promette esattamente benissimo. Ne abbiamo affrontate tante, supereremo anche questa. Ma che fatica. Coraggio Milan!

PS- arriva Domenica la quasi certezza dello scambio Rebic-Silva. Giusto, sbagliato. Forse un filo improvvisato. Vedremo. Intanto è qualcosa. Che pazienza che ci vuole Ma del resto, che altro potremmo fare? Avete alternative?

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