RIPORTANDO TUTTO A CASA 2 – Milan-Lazio

RIPORTANDO TUTTO A CASA 2

12 Settembre 2021
Milan –Lazio 2-0
45′ Leao, 67′ Ibrahimovic

Che roba eh? Pazzesco. Erano dieci anni che non vedevo il Milan giocare così. Esagero? Non credo proprio. Ma lasciatemi fare un passo indietro.
Non so se vi ricordate Ibou Ba. Ecco, io sì purtroppo. No aspetta, mi è uscita male. Povero Ibou, che mi stava pure simpatico (oltretutto aveva un coro dedicato bellissimo sull’aria della Addams Family: lui ha il capello biondo, il passo da pantera, la maglia rossonera, si chiama Ibouba’). Insomma, diciamo che c’è stato un tempo, prima di diventare una specie di portafortuna vivente -che mestiere incredibile a pensarci- in cui Ba era una nostra grande speranza, ahimè non esattamente ben riposta. Soprattutto, c’è stato un momento preciso in cui la sua carriera poteva prender il volo, e con lui tutta una stagione del Milan.
Anno del Signore 1997-8: dopo un campionato disastroso ripartiamo carichi di entusiasmo. In panca torna Capello, arrivano (tra gli altri) Taibi, Ziege, Kluivert, Cruz e appunto Ba. Con il senno di poi, non esattamente la campagna acquisti migliore di sempre, va detto. Per la verità, alla prima strappiamo uno striminzito pareggino a Piacenza, una partita di una noia mortale sotto un sole assassino. Una settimana dopo, davanti a quasi 70mila spettatori, a San Siro chi ti arriva? Esatto, la Lazio. Non è ancora quella dello scudetto, ma ci sono già Nesta (ovviamente), Pancaro (eh eh), Almeyda, Nedved, Mancini, Boksic, Jugovic, c’è ancora Signori. Insomma, mica quattro scappati di casa. Beh, il primo tempo praticamente li annulliamo, finché al 35esimo proprio Ibou triangola con Giorgione Weah, entra in area e con la sua zazzeretta bionda ossigenata uccella Marcheggiani.
Vantaggio più che meritato, che nel secondo tempo manteniamo senza troppo soffrire, sprecando più di una volta il 2-0. Al 95esimo però Desailly contrasta Nedved, che si lancia in un carpiato che non avrebbe sfigurato alle Olimpiadi. Rigore. Signori la mette: 1-1. Era solo la seconda giornata ma quel pareggio immeritato ci segherà le gambe. Da lì in poi il resto del Campionato sarà una lunga e interminabile seduta da un dentista sadico.

Ecco, quando al 45esimo e rotti il Presidente ha sparato sulla traversa il 2-0 che poteva sotterrarli ho detto ‘eccoci’. Stai a vedere che adesso caliamo e quelli prendono coraggio. E invece. Invece nulla. Come se niente fosse continuiamo a fare gioco, a ragionare, a non concedere nessuno spazio.
Io, Colo e Mirko lì al Primo Blu ci grattiamo gli occhi e ci tiriamo i pizzicotti. Capiteci, abbiamo sofferto tanto. Certo, erano capitate ottime partite nel passato- soprattutto negli ultimi due anni- ma raramente avevamo una squadra così organizzata, così dominante, nettamente superiore all’altra, e con tutto il rispetto la Lazio appariva decisamente più insidiosa rispetto al molliccio Cagliari di due settimane fa. Nulla, eravamo inchiodati al nostro posto, che manco ci è venuto in mente di andare a prendere delle birrette, rendetevi conto, un evento straordinario. San Siro sarà stato pieno per metà, ma non è sembrato. C’era da festeggiare e l’abbiamo fatto nel modo più rumoroso possibile. Ora, sappiamo tutti che non bisogna illudersi, che siamo appena all’inizio, che arriveranno i momenti difficili. E’ tutto verissimo, ci mancherebbe. Piedi ben piantati per terra, ma suvvia, lasciateci godere.

Perché non è solo la vittoria, è che sembra cambiato qualcosa, che sia arrivata ad un livello superiore una crescita cominciata da tempo. Se ci pensate, per forza di cose non eravamo più abituati a considerarci una grande squadra. Stanno riacquisendo questa consapevolezza per primi i giocatori, e noi con loro. Otto anni di miserie avevano piallato la nostra grandeur, che finalmente stiamo ricominciando a recuperare: non siamo solo il Milan sette volte campione d’Europa (sì ma ormai quasi 15 anni fa), ma anche il Milan che domina in campo una diretta concorrente per la Champions. Adesso, ora, oggi.

Una giornata perfetta, che non poteva finire che in modo solo. Entra Ibra e azzanna la partita, lotta, domina e alla fine segna, proprio sotto la Sud piena, dopo quanti mesi nemmeno riesco più a ricordarlo. Allarga le braccia e ci benedice, come per dire. Ragazzi è tutto vero, non è un sogno.
Come un Tony Montana svedese su cui splende un’immensa scritta al neon: The world is yours. Fidatevi di Ibra. Se lo dice lui, volete metterlo in dubbio?

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