Beh, facciamola breve, perché questa è una di quelle botte che ti lascia proprio male, ti svuota di energia e di cuore. Abbiamo aspettato la fine e poi ci siamo alzati e ce ne siamo andati in silenzio, senza sapere cosa dire. Solo un applauso a quei poveri Cristi del Benevento che sono retrocessi già da Settembre ed erano lì in mezzo al campo a festeggiare come se avessero vinto il Mondiale, felici a ballare sotto la loro gente che su al Terzo aveva cantato per 90 minuti, che del resto salire a San Siro quando ti ricapita, se l’anno prossimo ti tocca ancora il derby con l’Avellino e le notti in treno per andare a Vercelli o a Cittadella. E invece sono venuti qua e se ne sono tornati a casa con una di quelle giornate che racconteranno ai figli e ai nipoti, tanto noi eravamo così imbarazzati che manco è volato un insulto, uno scazzo, nulla – che gli potevi dire, del resto. Bravi. Tutto qua.
Come Milan-Cavese, leggo. Se quello rappresenta il nostro minimo storico sportivo ci può stare, anche se non so voi amici, ma io in B non ci terrei a tornare, anche se farebbe un gran bene a troppa gente che ancora oggi si stanca facilmente quando il vento gira male. Io quel giorno a San Siro non c’ero (troppo piccolo, scusate) mentre venivamo stesi da Tivelli, uno che non so manco che faccia abbia, ma ho letto mille volte il suo nome sulla foto che mostra il tabellone old style con scritto enorme 1-2. Però so che quella era una gran bella squadra, che giocava da Dio e che probabilmente si sarebbe meritata un posto in Uefa se fosse stata in A. Quella B ce la siamo mangiata massacrando tutti e perdere Serena per Blissett paradossalmente l’anno dopo ci ha pure indebolito. Avevamo lasciato l’inferno alle spalle e guardavamo al futuro. Avevamo il Capitano, il Tasso, Evani, mettici anche Battistini giovane. La rinascita, la speranza.
E un po’ ci speravamo anche noi dopo che per tre mesi abbiamo visto una vera squadra al posto di quel disastro ambulante che siamo stati da Settembre a Dicembre. Era abbastanza ovvio che non sarebbe durata quella specie di perfetta macchina da guerra che avevamo visto sbancare la Rometta all’Olimpico. Poteva starci qualche pareggio, perdere coi gobbi, sfangarla in qualche modo al derby.
Ma schiantarsi in questo modo, no dai, quello no.
Non starò a ricordare che il Benevento ha fatto con noi 4 dei suoi 17 punti. Che quasi sicuramente non avremo un attaccante in doppia cifra, non capitava dal 1985/86. Che non siamo riuscita a metterla ad una squadra che ha subito credo 77 gol. Posso solo dirvi che alla fine ci siamo guardati negli occhi e l’espressione era di chi pensa:
“Anche questa stagione è andata a puttane”.
Il problema è che mancano ancora quattro partite e una Finale di Coppa a cui arriviamo sui gomiti, senza Biglia, senza fiato, senza cure, senza testa. Vorresti fosse già Settembre per ripartire e invece Dio mio non è ancora finita.
Ma peggio ancora: tutto questo, tutta questa mediocrità, questo strazio, questa miseria ininterrotta di anni e anni abbruttenti finirà mai?
… non sarà mai che la squadra sia piena di presuntuosi (non solo giocatori) che in nome del grande passato snobbano gli avversari comuni e, con ogni avversario, cercano solo la gloria personale scordandosi che il calcio è un gioco di squadra? Con il Napoli abbiamo giocato anche benino …
perché, se di presunzione si tratta, la passione si spegne: è meglio rifondare tutto al più presto, a cominciare dalla società