BPM (Beats Per Matches) – Milan-Napoli UCL ovvero: Just like us

(di Max Bondino)

Avete presente le cloud tag? Ovvero quelle rappresentazioni grafiche delle parole più utilizzate in un testo che spesso raccontano molto bene la vera anima di qualcosa che abbiamo letto. Dovessi ricavarne una dai 38 BPM scritti sinora, la parola che farebbe bella mostra di sé, al centro, in grassetto, “bullandosi” con le altre delle dimensioni del suo carattere, non sarebbe “goal”, “partita”, forse nemmeno “Milan” ma “amore”. Non è romanticismo spiccio ma un riflesso incondizionato, d’altronde tutto ciò che ci muove con forza cieca senza capirne davvero la motivazione, si spiega così, coi sentimenti. In questi giorni, due cose hanno rimbalzato nella mia testa con la stessa frequenza, l’attesa di un’altra notte di Champions a San Siro e il nuovo album di Elderbrook, “Little Love” (era inevitabile finissero assieme qui dentro). Non si tratta di un amore ridimensionato, anzi. È un “little” vezzeggiativo, usato per raccontare la nascita della sua bambina.

D’altronde, Il Milan è come un figlio, no? Anche se a volte sembra esser mio padre…ecco, questo devo ancora capirlo bene, ma poco importa.

“Just like us, there’s a million more
Kinda lost like us, lookin’ up like us
Tryna fight like us, there’s a million more
Kinda lost like us, kinda lost in love”

Siamo 74.742 ma sembriamo milioni, uniti nell’ennesima colossale coreografia con cui la nostra tifoseria si sta regalando agli occhi del mondo. Nel momento più difficile della sua storia, il nostro stadio non è mai stato così affascinante. Ci sarà da combattere, forse un po’ smarriti ma innamorati persi.
Per quanto abbiano voluto sminuirlo, lo 0-4 al Maradona ha lasciato parecchi lividi, lo dimostra la comprensibile rabbia con cui il Napoli approccia il primo quarto d’ora del match, già dopo 40 secondi, una palla in mezzo un po’ sporca di Anguissa viene trasformata in occasione clamorosa da Krunic che anziché spazzare, la prolunga sui piedi di Kvara che tira a colpo sicuro ma è proprio Rade a rattoppare sé stesso. San Siro ansima, sbuffa e ricomincia a cantare.

Il loro pressing altissimo mette in difficoltà soprattutto Tomori che inizialmente corre qualche rischio di troppo ma il resto della squadra sembra accettarlo con consapevolezza. È stata chiaramente preparata in questo modo ed anche se la mia salute non è affatto d’accordo scopriremo che stanotte, andava vinta così. Sventolando loro davanti il nostro drappo rossonero, facendoci caricare a testa bassa per poi fargli male, in maniera crudele, come nelle corride. Dopo lo spavento iniziale, è solo all’undicesimo che Zielinski impegna Maignan con un tiro da fuori e un po’ come per il famoso adagio “non è il caldo, è l’umidità…”, qui non sono tanto i pericoli quanto la sensazione di assedio che il Napoli è bravissimo a generare, forse più in noi sugli spalti che nella squadra, capace di reagire come il piano prevede. Leao riceve palla nella nostra metà campo e con lo stop vola via a Rrahmani, ad Anguissa e a tutte le leggi dell’attrito, 50 metri da imprendibile e conclusione rivedibile che esce di poco. Rafa non ci porta in vantaggio ma il goal di Brahim Diaz nasce qui, perché il Napoli accusa il colpo, si innervosisce e dopo un paio di gialli pesanti ne approfittiamo al minuto 39.

“You’re the reason that my head spins ‘round
Do you need me like I need you now?”

Ho le prove. Avevo già fatto outing in occasione dello scialbo Milan – Empoli, sottolineando quanto Brahim stia diventando imprescindibile. Fa ciò che vuole, quando vuole, da far girar la testa, non solo a noi. Su una nostra uscita dalla difesa, viene triplicato, accerchiato ma mica solo Archimede sapeva cosa fare con un punto d’appoggio. La giocata con cui Diaz si scrolla il Napoli di dosso è come un “drop” al Tomorrowland, crea il vuoto per un istante ed esplode l’attimo dopo, libero, nel fragore della folla. Palla incollata al piede, scarico su Leao (insolitamente a destra) che incrocia sul lato opposto per Bennacer in corsa, sinistro al volo ed eccoci: sconosciuti si abbracciano come fratelli. 1-0 per l’AC Milan.

Rischiamo di raddoppiare due volte nel recupero. Prima con Tonali che sfrutta un appoggio in area di un monumentale Giroud ma Kim devia in angolo e poi con una terrificante traversa di Kjaer che rimbalza di un palmo dalla parte meno festosa della linea di porta.

“We can talk it over anytime you want
We can talk it over till wе both can see the sun and I say
We can talk it over anytimе you want”

Non ci stancheremo mai di parlare di questa squadra, delle sue contraddizioni e delle gioie che ci sa regalare. D’altronde, è quando non si ha più nulla da dire, che le storie finiscono.
La ripresa ha un nome: Mike Maignan. Se il Napoli riparte a testa bassa, il Milan, forte di quell’eroe Marvel che si ritrova in porta, difende con molto più ordine, compatto: menzione per capitan Calabria che, aiutato dai compagni, fa sembrare Kvarathskelia un giocatore quasi normale per la seconda volta in due settimane. E poi c’è Theo: L’uomo che faceva ammonire la gente. Ogni ripartenza, un giallo. Ne sa qualcosa Anguissa che gli disegna sullo sterno il simbolo della pace coi tacchetti al 74esimo, guadagnando l’espulsione. Controlliamo l’ultimo quarto d’ora, anziché spingere, complice anche l’ingresso di un Rebic abbastanza enigmatico. All’87esimo, si consolida il culto di Mike Maignan dopo che Di Lorenzo, dal limite dell’area piccola la scaglia sotto l’incrocio dove in tre millisecondi si materializza una mano che prima non c’era, giurano i fedeli.
Ad esser volgari ci sarebbe un rigore su Saelemaekers nel recupero ma pare che l’arbitro abbia confidato a Calabria che il VAR non funzionasse benissimo. Anche la mia lavastoviglie, ultimamente, cose che succedono, dai.

“I’m still chasin’ the sweet sensations
Patient though it’s fadin’
I still taste it
I’m wasted on you”

Usciamo dal ventre di San Siro anche con qualche rimpianto ma le abbiamo inseguite così a lungo notti come questa. Assaporiamola e basta, perché sprecarla. Su Milano è tornata la pioggia, nonostante il cappuccio alzato, all’ingresso della metro sono già fradicio. Innamorato, fradicio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.