(di Max Bondino)
Ci vorrebbe Andrea G. Pinketts. Uno che aveva il “senso della frase”. Ovvero quella capacità stilistica di rendere una bugia un dono apprezzabile così come restituire le verità più infami, un po’ più grottesche, incredibili e perché no, risibili. Anche se a nessuno scappa più da ridere. E a voi cosa interessa davvero? Una menzogna digeribile, una risposta ad alto contenuto di carboidrati che vi mandi in coma gastrico per non pensarci più o forse vi serve trovare un senso, non solo alle ultime partite del Milan ma anche a queste frasi, scritte da chi, purtroppo, il “senso della frase” mica ce l’ha. Quello è privilegio di chi porta nel nome la “G” di Genio, io ho al massimo una “X” che somiglia tanto a un incrocio dove nessuna delle idee che passano di lì, è solita dare la precedenza.
I’m standing at the crossroads of the hell
I look to the left I look to the right
There’re hands that grab me on every side
Così, come Tracy Chapman, mi guardo attorno e avete tutti ragione. E quando succede significa che, seriamente, nessuno ha idea di cosa stia accadendo. Si tratta solo di scegliere capri espiatori come fossero capi d’alta moda e sperare che vestano bene. Mi ero vestito pesante, invece, per gli ottavi di Coppa Italia a San Siro, certo che mi avrebbero tenuto in ostaggio fino a mezzanotte come in quell’altro Milan – Torino pre pandemia, finito un po’ meglio. C’era più ottimismo (e diversi strati in meno) nella scelta della tuta sul divano per il match col Lecce. La speranza è durata poco, lo sapete bene. E la mia faccia è quella di Giroud, straziata e sfinita, già dopo 10 minuti, quando eravamo sotto da un po’ e il loro raddoppio era in arrivo. “Nessuno può dire cosa comporterà la sosta per i mondiali”, si diceva. Beh, il mistero sembra risolto. Siamo la squadra che ne è uscita probabilmente peggio ma la tifoseria (specie quella che esercita il proprio status solo sui social) non sta molto meglio.
Stiamo vivendo un momento in stile: “It’s like ten thousand spoons when all you need is a knife” (per citare un altro pezzo esistenziale in questo momento di crisi) solo che il mondo milanista la sta prendendo con molta meno ironia di Alanis Morissette e fortunatamente siete tutti armati solo di cucchiai. Anch’io mi chiedo come sia possibile vedere i ragazzi che sei mesi fa navigavano in un oceano rossonero su un pullman scoperto tradirmi così, senza preavviso, ma appunto, sono proprio loro, quindi che si fa? Oddio, qualcuno manca e se volete agito pure io il mio cucchiaino con veemenza mentre penso a Tatarusanu che sul secondo goal leva con largo anticipo la mano, più preoccupato di attutire la caduta che del pallone che lo scavalca o ad una delle sue ineccepibili uscite random. So cosa state pensando. Tutti i suoi compagni sono stati talmente aberranti nel primo tempo che accanirsi sul singolo ha poco senso ed è vero. Ma in lui vedo l’unico aspetto che davvero un po’ mi spaventa del Milan, come società. Una proprietà nuova e ricca (?) che non risolve un problema evidenziato da dirigenti (vedi i movimenti per Sportiello e il coniglio Vazquez dal cilindro) e squadra, ormai isterica nel gestire in campo il rapporto con quell’uomo di mezz’età con poca massa grassa vestito di giallo.
Perché la squadra, si riprenderà, come accade sempre. La Juve delle otto vittorie consecutive e zero goal subiti è alle spalle, ricordiamocelo.
Un Milan orrendo, stava per vincere in rimonta su sé stesso col solito Rafa e il cuore di Capitan Calabria. Una squadra apparentemente allo sbando è seconda in classifica. E vi svelo una statistica pazzesca: se avessimo vinto con Roma e Lecce lo saremmo lo stesso. Più vicini di qualche punto ma ancora a distanza siderale dal gioco del Napoli, come il resto della Serie A.
“Elevate your mind, free your soul
Feel the feeling, let your body take control”
Secondo Jazzie B dei Soul II Soul, il senso della vita era far funzionare anima e cervello all’unisono. Io che, come dicevamo, non ho il senso della frase e nemmeno risposte al momentaccio rossonero cerco di fidarmi di quello che provo, per il Milan.