BPM (Beats Per Matches): Bologna-Milan ovvero, Anitina

(di Max Bondino)

Anitina. Vi dice nulla? No, non è un nome sull’agenda di Moncada, tipo un portoghese un po’ anarchico dal dribbling facile ma il lato B del 45 giri di Pump Up The Volume. Quando si dice esser nella storia partecipandovi come i gatti di Hemingway, capaci di attraversare la vita senza fare rumore. A dir il vero, “Anitina” di rumore ne faceva parecchio e racconta bene la scollatura all’interno del progetto M.A.R.R.S. in grado di cambiare la storia della musica elettronica senza nemmeno volerlo, controvoglia, per poi sciogliersi un attimo dopo averlo fatto, ma di questi racconti ho lasciato in rete terabyte di programmi, interviste e podcast, siamo qui per parlare di pallone, no?

“Oooh, sweet, oooh sweet
You can touch me where it’s forbidden”

Se il messaggio di “Pump up the volume” era decisamente semplice, efficace ed inequivocabile, quello di Anitina si snodava in un testo abbastanza torbido, niente che ricordasse “apostrofi rosa”, per capirci. Ecco, avevamo intuito che Bologna – Milan era destinata ad esser anche qualcosa meno di un apostrofo fra le parole Champions e League, uno di quei caratteri speciali, come la “&” commerciale che finisce spesso con l’incasinare le stringhe di html. Ma Stefano Pioli (a cui non si può negare l’arte di saper stupire) ci regala per la prima volta nella nostra storia, la B-Side dell’AC Milan: “Il turnover è roba old school come la metrica di Kurtis Blow, cambiamone DIECI!”.

“You say you want a revolution
Well, you know
We all want to change the world
You tell me that it’s evolution”

I Beatles, le rivoluzioni le facevano pure sul retro di “Hey Jude”. Ma a noi sarebbe bastato assistere anche solo a un po’ di “evoluzione” di Origi, CDK o a un minuto decoroso in stagione di Rebic e invece dopo 30 secondi, Sansone mette “We will rock you” sotto la traversa mentre noi, siamo lì a far pensieri sconci sul suo lato A (avete presente, no? Non lo scriverò mai, ovviamente).

Che poi va detto, la storia della musica è ricchissima di “lati b” fantastici, alcuni diventati strepitosi successi. E a dire il vero, nel primo tempo, fatta eccezione per quel primo sciagurato minuto, un po’ ci abbiamo creduto che potessimo scrivere una hit senza saperlo, passare dall’ansiogeno groove dell’originale “Bornslippy” degli Underworld per sbocciare in Born slippy.NUXX. La versione alternativa del Milan ci prova, si sbatte ma sono partite come questa che forniscono ai tifosi la risposta a quelle domande tipo: “…ma perché non gioca mai (riempire con un nome a piacere)”. Tanta buona volontà ma “You can’t always get what you want”, cantavano gli Stones sull’altra faccia di “Honky Tonk Woman”.

Ma a volte sì, e accade al 39esimo grazie a Pobega. Che non a caso è la b-side di Massimo Ambrosini e proprio come lui, ogni tanto esplode quei simpatici missili da fuori area che tanto mancano nel repertorio del Milan più recente. Un mancino che colpisce l’interno del palo ad amplificare ancora di più la violenza con cui la palla si insacca per l’1-1. Finisce così un primo tempo a cui manca un rigore su Rebic per un pestone in area fotografato live anche da svariate MILF bolognesi ma sfuggito al VAR che non ha un account Instagram.

“And the tap drips
Drip drip drip drip drip drip drip drip
It’s always the same”

E il rubinetto continua a gocciolare, è sempre la solita storia, per dirla coi Cure in un altro lato b di un certo livello. Visto che anche la ripresa godrà di un rigore negato dopo una deviazione col braccio al limite del basket, tutto rego, raga. Il secondo tempo è, onestamente, molto più noioso del primo ma le occasioni sono sempre le nostre, esteticamente più belle da vedere, seppur sbagliate, quando negli ultimi venti minuti entrano Leao e Brahim Diaz al posto degli ormai (a malincuore) incommentabili Origi e De Ketelaere (e pensare che a settembre, ci avevi fatto sospirare, scrivendo di te).

Potevano essere tre punti veramente a impatto zero ed eco-sostenibili se solo quello del calcio non fosse l’unico regolamento “a interpretazione” negli gli sport conosciuti, in modo da poterne riscrivere a piacere le storia, come appunto, quest’ultima ci insegna. Certo, forse un paio di titolari in più avrebbero potuto sopperire ai due rigori in meno ma evidentemente Pioli, nel fare la formazione canticchiava: “…meno male che il Monza c’èèè” con occhio lucido e commosso.
Bologna – Milan non è stata una b-side di successo come quelle che ci hanno accompagnato sin qui, è chiaro, dai. È rimasta proprio quella “Anitina” dietro “Pump up the volume”, lì all’ombra della leggenda scritta da chi stava sul lato più nobile. Ma ora sì, che è il momento di alzare il volume.
Perché prima di venire acclamata da tutti anche “Good Riddance” dei Green Day abitava sul retro di “Brain Stew”.

“So make the best of this test, and don’t ask why
It’s not a question, but a lesson learned in time
It’s something unpredictable
But in the end, it’s right
I hope you had the time of your life”

Abbiamo imparato un sacco di lezioni in questi anni, soprattutto che il calcio è imprevedibile, non si sa mai. Intanto, continuiamo a divertirci.

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