MAZZESCO – Nessuno tocchi… L’arbitro Serra

(di Leonardo Mazzeo)

Vedo Calabria davanti alle telecamere, lo guardo negli occhi, sono sicuro: sta per dire qualcosa di estremamente milanista.

Ha lo sguardo sereno di chi, anche se è stato tradito da cause di forza maggiore, non si arrende; ma soprattutto non piange, non sbraita, non si lamenta. Anzi, tutt’altro: prende il fattaccio con la giusta distanza, senza sminuirlo ma allo stesso tempo senza esasperarlo. Ancora di più: consola l’arbitro che ha sbagliato, dice che non vuole crocifiggere nessuno. Dice che tutti sbagliano. E poi – rivoluzione! – aggiunge autocritica: siamo stati noi i primi a sbagliare, perché non abbiamo chiuso la partita. Infine, lo sguardo rivolto al futuro, alle prossime partite.

Perché bisogna rialzarsi, guardare avanti e ripartire. Sempre, qualunque cosa accada.

Ecco: io, semmai avrò un figlio, per spiegargli cos’è il Milan gli farò prima vedere gli highlights di Milan-Spezia del 17 gennaio 2022, con quel finale atroce, che ti spezza il cuore; poi gli farò ascoltare l’intervista di Calabria Davide, ragazzo nato e cresciuto rossonero, che merita la fascia di capitano, ma soprattutto merita il rispetto di tutti. Perché il Milan, per me, è questa cosa qui, e non si vende per un episodio a sfavore, per un errore dell’arbitro. Bisogna restare sempre fedeli a noi stessi, senza perdere la lucidità: c’è riuscito addirittura Rebic, che ha il fuoco nel sangue. Nel momento in cui ha messo le mani sulla testa dell’arbitro ho pensato: adesso gliela stacca, il nostro Witcher. E invece anche lui ha sorriso, lo ha quasi consolato, mentre l’arbitro alzava le mani, chiedeva scusa. Si vede che vestire rossonero sta cambiando pure Rebic. C’è stato un capannello civile per qualche secondo, ma poi tutto è ripreso normalmente.

E alla fine abbiamo perso per demeriti nostri, perché abbiamo incassato “un gol stupido”, come ha detto Calabria Davide, ragazzo nato e cresciuto rossonero. Questo è il Milan, nel bene e nel male. Questo è il Milan di oggi: giovane, arrembante, che esprime un bel gioco ma che ogni tanto perde tempo a specchiarsi, con un pizzico di acerba vanità, come fanno gli adolescenti. Dobbiamo ancora crescere, come deve crescere ancora qualche arbitro. Sbagliamo noi, sbagliano loro. Tutti sono in discussione. Quello che invece non si può discutere è lo stile Milan, il famoso stile Milan. Se vi state chiedendo cosa sia, guardate l’intervista di Calabria Davide, ragazzo nato e cresciuto rossonero. Sta tutto là

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