Sappiamo che molti storceranno il naso, alzeranno le sopracciglia, scuoteranno la testa, alzeranno il gomito, – ma tra i giocatori che ci hanno lasciato in questi giorni c’è qualcuno che merita un saluto un po’ migliore di qualche commento sbrigativo se non di scherno. E se non la pensate così, pazienza: noi sì.
Poi, in due anni e mezzo succedono molte cose, è ovvio. Ma questo è quanto pensavamo di Ismael Bennacer, quando è diventato Campione d’Italia.
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ISMAEL BENNACER – Ben the Brain
Il momento è arrivato per tutti; dopo lunghi mesi di penelopiana attesa, è arrivato anche il momento di Bennacer. Un giocatore miracoloso per come contiene in un fisico ordinario, non di rado soggetto a infortuni, una saggezza tattica fuori scala per quasi tutti i centrocampisti di serie A. Un tessitore di tele guardioliane, tanto che stupisce l’idea che il Barcellona abbia pensato a Kessié e non a lui; uno di quelli che ti fa pensare che quei pensierini da Baci Perugina del pallone negli anni snocciolati dai vari Xavi e Iniesta – sapete, “il calcio non si gioca con i muscoli ma con il cervello” – corrispondano alla verità.
Girone d’andata mediocre, impreziosito da due lampi: il “third pass” (come dicono quelli bravi) per sbloccare l’impasse della scorbutica Milan-Venezia, il sinistro al volo da fuori area per scongiurare un allucinante 2-2 in casa del Bologna in nove. Rifiorisce dopo una pessima Coppa d’Africa, quando il luogo comune vuole che i calciatori africani si lascino andare. È allora che riprende le briglie del centrocampo e dipinge la sua miglior partita in tre anni di Milan: a Napoli, al cospetto della mediana – dicono – più temibile del campionato. Nello stadio di Maradona riduciamo all’impotenza Zielinski, Lobotka e Fabian Ruiz: Ismael copre il campo in lunghezza e larghezza con dinamismo alla Kanté e saggezza alla Modric (ma sì, come diceva un napoletano famoso, “fai vedere che abbondiamo”).
Si ripete contro l’Empoli e poi ancora a Cagliari, dove segna un gol che per bellezza e importanza è secondo solo al coast to coast di Theo. Poi fa un passetto indietro in panchina, solo per svolgere il ruolo di arma tattica a partita in corso: nelle ultime quattro entra sempre nella ripresa e contribuisce a blindare l’uscio di casa Maignan. L’ultimo gol subito in campionato con Bennacer in campo risale al 19 febbraio (Bonazzoli in Salernitana-Milan): da allora, 545 minuti di imbattibilità. Ma è un segreto, non ditelo a nessuno.
(Giuseppe Pastore, dal libro On Fire, interno4 editore, 2022)