GIUSSY FARINA – ovvero, l’avventuriero

«Berlusconi? Si è preso il mio Milan senza darmi una lira, perché mi stavano contestando un reato che adesso non esiste più.

Nonostante tutto, sono talmente cretino da votarlo». (G.Farina)

Stanley Kubrick ha girato Barry Lyndon solo perché non aveva mai sentito parlare di Giussy Farina. Altrimenti, il suo avventuriero avrebbe avuto i baffi e l’accento veneto.

Anche se ha presieduto più club di un giocatore compulsivo di Fantacalcio (Padova, Vicenza, Modena, Livorno, Rovigo, Legnago, Valdagno, Schio e Audace San Michele – più una tentata scalata al Verona) Farina è una faccia da Milan. Ad alcuni non farà piacere, lo sappiamo. E in effetti, non è confortante sapere che tra i nostri presidenti, la figura dell’avventuriero ricorre così spesso. Ma alla fine, i finti signori espressi dall’alta borghesia li lasciamo volentieri sull’altra sponda del Naviglio, grazie.

Però la verità è che molti, tra quelli che c’erano trent’anni fa, non riescono a non provare qualcosa per il vecchio volpone e per il suo Milan improvvisato e marginale eppure capace di accendere i tifosi in modo commovente. Quello di Farina era il Milan di Eccezzziunale veramente, del Mundialito, dello stadio strapieno in serie B, degli acquisti sconclusionati (serve fare nomi?) ma anche ragionevoli (Di Bartolomei, Verza, Virdis, Wilkins) e di un vivaio che darà frutti di valore planetario, specie in difesa: verranno colti dal proprietario successivo. Che – non scordiamocelo – ci portò a vette cui Farina, alla fine contestatissimo, non ci avrebbe portato mai. Però il suo, non scordiamoci neanche questo, era un Milan che dopo l’abisso aveva ricominciato timidamente a sognare, magari anche più del dovuto. Era un MIlan che somigliava tantissimo ai suoi tifosi – e ogni tanto, con Castagner e Liedholm, giocava pure un calcio eccellente, togliendosi piccole soddisfazioni (sarebbe facile citare Hateley su Collovati, mentre Rummenigge sta a guardare. Ma immaginatevi Peppino Incocciati match-winner nel debutto a San Siro di Diego Maradona).

Queste pagine contengono a fatica i personaggi che descrivono. Non possiamo scrivere i loro romanzi: vale per i campioni e le loro imprese, ma vale anche per un figlio di contadini che nella vita ha sposato metodicamente ereditiere e vedove abbienti, che si è messo contro la Juve per il pupillo Paolo Rossi (firmando l’inizio della rovina sua e del Vicenza), ha danzato il tip-tap con gli ispettori della Federcalcio (secondo qualche teoria complottista, arrivati su preciso invito di un imprenditore altrettanto avventuriero, ma con più agganci politici), scompariva dalla sua tenuta in Sudafrica per riapparire in quella nel sud della Spagna, e pagava giocatori e allenatori in nero e aveva i bilanci in rosso. Due bei colori, comunque.

(dal libro Facce Da Milan, interno4 editore)

Una risposta a “GIUSSY FARINA – ovvero, l’avventuriero”

  1. Splendido commento, ho vissuto quei periodi, forse perchèero più giovane, ma rispetto ad ora quelli erano tempi d’oro.

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