L’INCROCIO DI SAN SIRO 2×16 – Due de passaggio ovvero: Torino-Milan

(di Federico Dask)
Io Toro away la odio, da sempre. Rappresenta, insieme a Sassuolo – OK, salvo recenti eccezioni – e Chievo la Santissima Trinitá delle trasferte di merda. L’esegesi di quei viaggetti abbordabili dove dentro e fuori dallo stadio non avviene mai nulla di interessante, i biglietti costano cari come il fuoco e a condire ci lasci sempre giù qualcosa in termini di punti e/o dannazione eterna figlia di svariati album delle bestemmie terminati con le sole figurine doppie. Torino away mi sta sul cazzo che non ve lo posso davvero spiegare.
Tralasciando l’episodio dello scorso anno, forse il punto più basso della nostra cavalcata Scudetto dopo cui, su queste pagine, avevo suggerito che il tricolore ci stesse amabilmente frienzonando – che bello non capirci una sega nella vita – e archiviando come eccezionale l’insolito 1-7 dell’anno prima, voglio riportarvi alla mente quell’infausto 0-2 con Gattuso in panca nell’Aprile 2019, mentre a poche giornate dal termine – e dopo un girone di ritorno fatto di sonore botte del suddetto culo e di un cuore clamoroso – eravamo ingarellati coi cugini in piena volata Champions dopo tanti anni nefasti. Ero in procinto di imbarcarmi su un volo notturno (verso Singapore!) e la partita si giocava proprio durante il suddetto volo – e ricordo che attesi spasmodicamente il risultato per tutta la traversata oceanica sperando che finalmente – dopo tanto tempo – la sorte mandasse un pollice alzato in direzione del popolo casciavit. Appena atterrato non feci neanche in tempo a guardare Livescore: il primo messaggio Whatsapp era più deprimente del manzo teryaki surgelato della low cost singaporiana pagato come un filetto al pepe verde da Giannino, agghiacciante come una diagonale di Abate e trangugiato ciononostante per disperazione nelle ore precedenti.
“È un bel Milan, porco(potete immaginare)”
È triste ritrovarsi saldamente coi piedi per terra quando fino a un secondo prima fluttuavi placidamente fra le nuvole. Mai similitudine fu più azzeccata in quel contesto. Ma stavolta no dai, siamo Campioni d’Italia e siamo a un punto dal passare il nostro primo girone di Champions da otto anni a questa parte. Torino away prova a metterci di malumore ma se Dio vuole abbiamo imparato a tenere gli occhi ben saldi sul premio senza farci scoraggiare da trasferte noiose e banali incidenti di passaggio. Mandiamo giù il boccone e proseguiamo la marcia verso la prossima destinazione, come Mario Brega a via Veneto dopo aver sistemato la questione con questi due tizi di passaggio. Roba di poco conto, torniamo sui nostri passi.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante 2 persone e barba

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